Regionali Lazio, Rocca: “Spacciavo droga, oggi sono altra persona. D’Amato? Io più solido”

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Il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio: “Vivevo a Ostia e sono finito in un giro di amicizie sbagliate. Ma ho pagato il conto con la giustizia: sono fatto un anno agli arresti domiciliari e ho iniziato un percorso di recupero”. Sullo sfidante: “Lo rispetto, la nostra sfida sarà sulle cose da fare”

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Nel suo passato ha una condanna a tre anni per spaccio di droga: “Sono trascorsi 38 anni, all'epoca ne avevo solo 19 ed ero pieno di problemi e fragilità”. Così il candidato del centrodestra alla presidenza della Regione Lazio Francesco Rocca in una intervista alla 'Stampa'. “Mia madre da lì a poco sarebbe morta per un cancro, ero molto sofferente e iniziai a usare gli stupefacenti. Vivevo ad Ostia, che non è proprio un ambiente tranquillo, e sono finito in un giro di amicizie sbagliate. Ma ho pagato il conto con la giustizia: mi sono fatto un anno agli arresti domiciliari e ho iniziato un percorso di recupero. Non ho mai taciuto una virgola, ma è evidente che oggi sono un'altra persona”.

Su D’Amato: “Lo rispetto, ma mi sento più solido di lui”

Il suo concorrente è l'assessore alla Sanità Alessio D'Amato. Ha lavorato bene durante il Covid? “Sì, ma è anche vero che disponeva di sovvenzioni infinite. Il metro non sono i due anni di Covid, ma gli altri otto in cui non ha ottenuto granché”. Rocca ha parlato anche con il 'Messaggero': rispetto alla sua candidatura “credo che abbia pesato la mia esperienza alla guida della Croce Rossa internazionale, un ruolo di mediazione e di soluzione pratica dei problemi. La politica è fatta di praticità. Non si tratta di destra o sinistra, c'è da dare soluzioni alle necessità dei cittadini”. Rispetto alla sanità, ha continuato, “le liste di attesa sono troppo lunghe. D'Amato? Lo rispetto. La nostra sfida sarà sulle cose da fare. E su questo mi sento più solido di lui”.

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“Programma subito dopo Natale”

Il programma, ha detto ancora, “subito dopo Natale lo presenteremo. Le priorità sono tre: sanità, trasporti e rifiuti”. Inoltre “dobbiamo remare tutti insieme per far vincere la candidatura di Roma, di cui beneficerà tutto il Lazio, all'Expo. E prima del 2030, l'anno santo 2025. Nel Giubileo, Roma deve tornare a essere una città accogliente, a misura d'uomo”. Rispetto ai rifiuti “c'è' urgente bisogno di una nuova impiantistica, di chiudere il ciclo dei rifiuti. La situazione che ci hanno lasciato è schizofrenica” rispetto al termovalorizzatore: “Servirebbe una coerenza maggiore e tutto sarebbe più facile”. 

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