Sparatoria Roma, contestata premeditazione. Campiti iscritto al poligono di tiro dal 2018

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Il 57enne è stato trovato in possesso complessivamente 170 proiettili e anche di un secondo caricatore. Dall'attività di indagine coordinata dalla procura di Roma è emerso che l'uomo era iscritto al poligono di tiro di Tor di Quinto

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La Procura di Roma contesta il triplice omicidio aggravato dalla premeditazione e dai futili motivi nei confronti di Claudio Campiti, il 57enne che ha ucciso ieri tre donne durante una riunione di condominio in un gazebo a Roma, nella zona della borgata Fidene. Nel decreto di fermo il pm Giovanni Musarò contesta inoltre, il triplice tentato omicidio, in riferimento ai feriti, e il porto abusivo di armi. Oltre che il pericolo di fuga: l'indagato aveva con sé, al momento della sparatoria, il passaporto e in uno zaino vestiti e seimila euro in contanti. Il 57enne è stato trovato in possesso complessivamente 170 proiettili e anche di un secondo caricatore. In base a quanto si apprende ha sparato sette-otto colpi, altri sette erano nel caricatore dell'arma e altri 155 gli sono stati trovati addosso.

Campiti iscritto al poligono di tiro dal 2018

I carabinieri del Nucleo del Nucleo Radiomobile di Roma, del Nucleo investigativo di Rieti e della stazione Ascrea hanno effettuato una perquisizione nell'abitazione di Claudio Campiti e hanno sequestrato una fototrappola usata come telecamera di sicurezza e un coltello da sub. Dall'attività di indagine, coordinata dalla procura di Roma, emerge che l'uomo era iscritto al poligono di tiro di Tor di Quinto dal 2018.

Le indagini

I carabinieri hanno effettuato una serie di acquisizioni nel poligono di tiro di Tor di Quinto dove ieri mattina Campiti ha portato via la pistola usata per la strage. I militari, coordinata dalla Procura di Roma, hanno preso la documentazione, i verbali di ingresso e uscita di ieri e messo sotto analisi le telecamere presenti all'interno della struttura, attualmente sotto sequestro preventivo. L'obiettivo di chi indaga era capire come avesse fatto l'uomo ad uscire con la semiautomatica dal poligono e se ci sono state delle "falle" nel sistema di sorveglianza. Al momento non risultano indagate altre persone oltre il 57enne, che frequentava da tempo il poligono ed era un esperto tiratore. Ieri mattina, dopo avere avuto la Glock e le munizioni, non avrebbe raggiunto l'area di tiro ma sarebbe uscito per raggiungere Fidene in auto. Non è escluso che per lui possa scattare anche l'accusa di appropriazione indebita per aver portato via l'arma.

Il prefetto: "Stretta sui poligoni di tiro"

"Abbiamo esaminato punto per punto la vicenda di ieri e mi sento di dire che la città di Roma è stata colpita da un gravissimo episodio che però non dimostra per nulla che c'è stato un fallimento del sistema di sicurezza della città. Roma è e resta una città sicura". Così il prefetto di Roma Bruno Frattasi, al termine del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza che si è tenuto in prefettura alla presenza del prefetto, del questore Carmine Belfiore e del sindaco Roberto Gualtieri con l'assessora Monica Lucarelli, che ha la delega alla Sicurezza. "Programmeremo una stretta sui poligoni di tiro, ne parleremo col questore e le altre forze di polizia e faremo un'attività per vedere esattamente i controlli amministrativi che possiamo fare per verificare la regolarità della conduzione di queste strutture. È giusto che questo si faccia e anche con rapidità", ha aggiunto Frattasi sottolineando che: "L'evento di ieri è stato determinato da una circostanza che in qualche modo era stata vista, perché c'era stato un contenzioso civile che questo signore portava avanti contro il Consorzio, ma non c'erano segnali evidenti che questa persona potesse esplodere nel raptus omicida di ieri". "Nonostante questo - ha aggiunto - i carabinieri di Rieti gli avevano negato il porto d'armi. Sappiamo che si è recato al poligono, dove era iscritto da diversi anni, e da lì si è allontanato con l'arma. Le indagini sono in corso, la magistratura appurerà le responsabilità e a chi sono ascrivibili".

La sparatoria

L'uomo, intorno alle 9.30, è entrato nella struttura di legno e plexigas di via Monte Giberto, a poca distanza da un bar. Ha chiuso la porta dietro di sé e ha cominciato a sparare con una semiautomatica presa pochi minuti prima al poligono di tiro di Tor di Quinto. Colpi in sequenza, esplosi con precisone da chi è avvezzo all'uso delle armi. Sul colpo muoiono tre donne: Sabina Sperandio, 71 anni consigliera del consorzio Valleverde, società che gestisce una serie di villette sul lago del Turano (Rieti), Nicoletta Golisano, 50 anni revisore dei conti ed amica di famiglia del premier Meloni, Elisabetta Silenzi, 55 anni segretaria contabile. Le vittime sono raggiunte al torace. Restano ferite altre quattro persone: Bruna Marelli, 80 anni presidente del Consorzio, Carlo Alivernini e Fabiana De Angelis. Ad un tratto però Campiti si ferma, la pistola si inceppa. In quel momento Silvio Paganini, 67 anni, si lancia addosso al killer e lo blocca, aiutato poi da altre persone, rimanendo anche lui ferito.

Donna ferita resta in pericolo di vita

Intanto, resta in pericolo di vita Fabiana De Angelis, una delle tre persone ferite. De Angelis è ricoverata in rianimazione all'ospedale Sant'Andrea e la situazione viene definita "complessa". Migliorano invece le condizioni di Bruna Martelli, ricoverata in prognosi riservata al Policlinico Umberto I, condizioni che non destano preoccupazioni.

Dimesso oggi il "Testimone-eroe"

Verrà dimesso oggi invece Silvio Paganini, l’uomo che ieri mattina è riuscito a disarmare Campiti. "Sta bene. Ha avuto molta fortuna perché il proiettile ha attraversato la guancia e non ha avuto alcuna lesione di organi vitali o di strutture vascolari - spiega il direttore di Medicina d'urgenza e Pronto soccorso del policlinico Gemelli, il prof. Francesco Franceschi -. E' molto provato e rammaricato per quello che è successo ma piano piano supererà la situazione". "Grazie al suo gesto, si è evitato un bilancio molto più nefasto. Sono venuto a ringraziarlo per il suo coraggio", ha detto l'assessore regionale alla Sanità nel Lazio, Alessio D'Amato, in visita al Gemelli.

Le parole del sindaco Gualtieri

"Auspico una stretta dal punto di vista legislativo e amministrativo sull'utilizzo delle armi nei poligoni, perché siamo un Paese che, a differenza di altri e dovremmo esserne orgogliosi, ha regole più rigorose sui porti d'armi. Ma se poi ci sono zone in cui non c'è sufficiente rigore, ci sono rischi per la sicurezza dei cittadini". Così il sindaco di Roma Roberto Gualtieri al termine del comitato provinciale per l'ordine e la sicurezza. "Andrò a trovare i feriti in ospedale e segnalo l'atto di eroismo del signor Paganini: lo ringrazieremo particolarmente per questo. Il mio pensiero va alle vittime, ai feriti, ai parenti delle persone rimaste coinvolte in questo atto di un folle. Risulta che a carico dell'omicida non vi fossero precedenti penali e nonostante questo, saggiamente, nel 2020 la Prefettura di Rieti gli aveva negato il porto d'armi sportivo", ha concluso.

Il cordoglio dei commercialisti

Il Consiglio nazionale dei commercialisti esprime "il suo profondo cordoglio per il barbaro assassinio della collega Nicoletta Golisano, ferita a morte assieme ad altre due persone innocenti nella sparatoria avvenuta questa mattina a Roma". "A nome di tutti i 120mila colleghi d'Italia - afferma il presidente nazionale della categoria, Elbano de Nuccio - esprimo le più sentite condoglianze ai famigliari di Nicoletta e la massima vicinanza a Fabiana De Angelis, anche lei iscritta al nostro albo, ferita gravemente nel corso della stessa sparatoria", recita una nota dei professionisti. "Tutta la nostra comunità è attonita e senza parole di fronte ad una tragedia di queste dimensioni. Nicoletta e Fabiana sono state colpite nell'esercizio della loro attività professionale: erano al lavoro, di domenica mattina", si sottolinea.

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