L'ex revisore Milone fa causa al Vaticano: danni per 9,3 milioni

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Anche l'ex revisore aggiunto Ferruccio Panicco, estromesso dal ruolo nel giugno 2017 come Milone, ha presentato una richiesta complessiva di risarcimento di più di 9 milioni di euro

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Libero Milone e Ferruccio Panicco, rispettivamente ex revisore generale dei conti vaticani e della Santa sede ed ex revisore aggiunto, hanno annunciato la loro richiesta di danni presentata in sede civile nei confronti del Vaticano che ammonta a 9,3 milioni di euro.

Le richieste

I due hanno chiarito come sarebbero stati drasticamente estromessi dal loro ruolo nel giugno 2017, alla radice le ragioni per cui furono costretti alle dimissioni (aver fatto 'spiare' autorità di governo vaticane). La domanda giudiziale è datata 19 ottobre scorso, presentata al Tribunale d'Oltretevere e diretta contro la Segreteria di Stato, nella persona del cardinale segretario di Stato Pietro Parolin, e dello stesso Ufficio del Revisore generale, nella persona dell'ex aggiunto poi promosso al posto di Milon, Alessandro Cassinis Righini. In sostanza, i due ex auditor vaticani chiedono che il tribunale, "accertata l'invalidità per vizio di volontà (violenza) e la conseguente inefficacia delle dimissioni estorte" il 19 giugno 2017 a Milone e il giorno dopo a Panicco, condanni la Segreteria di Stato - quale legale rappresentante della Santa Sede - e/o, quanto a Panicco, anche l'Ufficio del Revisore "alla corresponsione del compenso pattuito fino all'esaurimento dell'incarico a tempo determinato loro conferito", ed inoltre "al risarcimento del danno per la lesione subita dalla loro immagine professionale a causa del carattere calunnioso del loro allontanamento".

Le accuse

Panicco inoltre denuncia il fatto che la sparizione di un documento medico strettamente personale quale paziente potenzialemente ontologico, e che la ripetizione degli esami tenuti presso il Fas di Città del Vaticano a Torino, abbia compromesso la sua condizione fisica, ritardando la diagnosi e pregiudicando la curabilità della malattia. "Statisticamente non ho speranze di guarigione - dice in un incontro con alcuni giornalisti insieme a Milone e ai legali -. Penso che loro (il Vaticano) siano colpevoli, non dolosamente, di avermi condannato a morte senza motivo dopo una lenta e significativa sofferenza. Mi hanno tolto dai 10 ai 15 anni di vita". Milone, oltre a rivendicare l'assoluta correttezza del suo operato secondo i compiti di revisione contabile assegnatigli dal Papa, ribadisce di non aver mai fatto spiare nessuno e spiega che l'agenzia Falco Investigazioni di Arezzo che aveva ingaggiato, doveva solo svolgere verifiche fuori dai confini vaticani nonché sulla sicurezza dell'ufficio, esso stesso fuori dalle Mura Leonine.

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