Papa Francesco di nuovo in sedia a rotelle per incontri e udienze

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Da oltre una settimana, a causa del persistente dolore al ginocchio destro, papa Francesco partecipa agli incontri e alle udienze seduto su una sedia a rotelle, spinta dall'aiutante di camera

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Da oltre una settimana, a causa del persistente dolore al ginocchio destro, papa Francesco partecipa agli incontri e alle udienze seduto su una sedia a rotelle, spinta dall'aiutante di camera. Così anche oggi nei numerosi appuntamenti in programma per il Pontefice: le udienze a mons. Carlos María Collazzi Irazabal, vescovo di Mercedes (Uruguay); al card. Marc Ouellet, prefetto della Congregazione per i Vescovi; ai giovani della Diocesi francese di Viviers; ai membri del "Village de François"; a quelli dell'Associazione di volontariato Cornelia de Lange; e infine, nell'Aula Paolo VI, ai pellegrini dell'Istituto Maestre Pie Filippini e delle Diocesi di Viterbo e Civitavecchia-Tarquinia. 

L'udienza

"Maestro è chi insegna. Un proverbio dice però che non si insegna ciò che si sa, ma ciò che si è. Agli altri trasmettiamo ciò che siamo dentro", ha detto papa Francesco ricevendo oggi in udienza nell'Aula Paolo VI i pellegrini dell'Istituto Maestre Pie Filippini e delle Diocesi di Viterbo e Civitavecchia-Tarquinia, in occasione del 350/o anniversario della nascita di Santa Lucia Filippini, fondatrice dell'Istituto di suore educatrici. "Non basta riempire la testa di idee, questo non è educare; educare è trasmettere vita. Ed essere maestri è vivere una missione. D'altronde, se facciamo bei discorsi, ma la vita va in un'altra direzione, rischiamo di essere solo attori che recitano una parte, ma non educatori".

Le parole del Papa

Il Pontefice ha tra l'altro avvertito che "non si può accontentarsi di 'insegnare' Gesù; Gesù anzitutto si testimonia. È così che si trasmette la fede". "Dio si comunica solo se abita nella nostra vita, se riempie i nostri affetti, se unisce i nostri pensieri e ispira le nostre azioni - ha spiegato -. E qual è la prova di questo? La nostra apertura agli altri: chi conosce il Signore non si chiude in sacrestia, ma vive per servire, senza preoccuparsi di dove o che cosa gli venga richiesto di fare. Vivere il servizio, perché il servizio è il grande insegnamento del Maestro, venuto per servire e non per essere servito". Il Papa ha poi ricordato che "si parla spesso delle difficoltà della vita religiosa, della mancanza di vocazioni e così via". "Vorrei darvi un consiglio, che non rappresenta l'immediata soluzione dei problemi, ma la via maestra per affrontarli - ha aggiunto -: noi non siamo chiamati anzitutto a 'mettere al centro' Gesù, come se fossimo noi i protagonisti, no; siamo chiamati prima di tutto a toglierci dal centro, che spetta a Lui. A vivere la consacrazione come chiamata al servizio". "È questo che permette a Gesù di operare in noi come vuole e di insegnarci a vincere la rassegnazione e le nostalgie, a leggere la nostra epoca complessa, a imboccare con coraggio vie nuove al passo con i tempi", ha concluso Francesco.

Il Papa oggi durante l'udienza
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