Roma, le 8 mostre da non perdere a marzo

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Si potranno visitare diverse mostre nella Capitale in questo mese di marzo. Alla Nuvola è allestita "Eur Photo Project - Letteratura e Fotografia: un amore contrastato", festival di fotografia. Invece, "La commedia dell'arte. Maschere e carnevale nell'arte del Novecento italiano" è in programma fino al 30 maggio alla Galleria del Laocoonte

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C’è tutta la storia del design italiano, e con essa il cammino negli anni verso la modernità di un Paese con la creatività nel dna, nella mostra "Italia Geniale", a Roma fino al 13 marzo nelle sale di Palazzo Piacentini

Mostre di marzo 2022

"Eur Photo Project - Letteratura e Fotografia: un amore contrastato"

Alla Nuvola "Eur Photo Project - Letteratura e Fotografia: un amore contrastato", festival di fotografia, riporta a Roma dopo anni il focus sulla grande fotografia italiana e internazionale. L'iniziativa, fino all'8 marzo, vuole rappresentare un significativo contributo al dibattito sulla fotografia contemporanea, sul forte vincolo esistente tra fotografia e letteratura, tra immagini e parole e sulle loro possibili contaminazioni con altri linguaggi artistici. La mostra è articolata in due sezioni: "Black Room" e "Work". La prima, allestita in uno spazio di 3.000 mq della Nuvola, ospiterà numerose mostre, tra cui una sul centenario della nascita di Pier Paolo Pasolini e una sull'Italia durante il lockdown. La sezione Work è invece concepita come luogo di iniziative, di lavori work in progress, di incontri, con la presenza di case editrici, librerie, scuole, collettivi fotografici.

Italia Geniale, a Roma viaggio nel design industriale

La mitica Valentine dell'Olivetti accanto all'indistruttibile Moka Bialetti, e poi la bottiglietta rosso fuoco del Campari Soda e il vasetto bianco della "coccoina", senza dimenticare la macchina da cucire Mirella della Necchi, la poltrona Frau Vanity Fair, il bollitore Conico Alessi, il televisore portatile Algol della Brionvega e, ovviamente, la Vespa elettrica Piaggio e l'iconica Isetta, la prima city car degli anni '50: c'è tutta la storia del design italiano, e con essa il cammino negli anni verso la modernità di un Paese con la creatività nel dna, nella mostra "Italia Geniale", a Roma fino al 13 marzo nelle sale di Palazzo Piacentini, sede del ministero dello Sviluppo economico. Primo evento di un calendario di iniziative culturali che si svolgeranno nel corso del 2022 per celebrare i 90 anni di Palazzo Piacentini, e già allestita al Padiglione Italia a "Expo 2020 Dubai", la mostra è lo specchio dell'originalità e della bellezza del design Made in Italy apprezzato e riconosciuto in tutto il mondo. Attraverso 66 oggetti cult, l'itinerario espositivo ripercorre da vicino la storia dei brevetti e dei disegni industriali depositati presso l'Ufficio italiano brevetti e marchi del Mise. E senza dubbio osservando gli oggetti selezionati - che spaziano dall'ambito della moda all'arredo, dall'illuminazione al settore automobilistico e aeronautico fino alle tecnologie emergenti - si comprende quanto il design (e l'ingegno) italiano sia stato capace di coniugare bellezza e funzionalità, generando lavoro e ricchezza e stimolando l'innovazione.

"La commedia dell'arte. Maschere e carnevale nell'arte del Novecento italiano"

All'oggetto maschera, inanimato soggetto di nature morte futuriste o metafisiche ma anche accessorio indispensabile indossato dall'attore per dar vita e voce ai personaggi della tradizionale commedia dell'arte italiana, è dedicata la mostra "La commedia dell'arte. Maschere e carnevale nell'arte del Novecento italiano", in programma fino al 30 maggio alla Galleria del Laocoonte: a cura di Monica Cardarelli, il percorso presenta dipinti, disegni e sculture del '900, tra cui una grande tela di Ugo Rossi (1906-1990), lunga quasi quattro metri, che rappresenta piazza San Marco durante il carnevale.

"Per Speculum in Aenigmate"

Fino al 13 marzo a Palazzo Brancaccio Contemporary Cluster presenta "Per Speculum in Aenigmate": il progetto mette in dialogo il nuovo corpo di lavori pittorici di Aurel K. Basedow con alcuni degli iconici pezzi di design del duo Draga & Aurel, di cui l'artista fa parte.

Blu, l'universo liquido di Danilo Bucchi

Il colore sinuoso scorre sullo sfondo bianco della tela. "Un blu minerale e boreale, scivoloso tra anse che si allargano e stringono, tra rivoli che schizzano e compattano la densità cromatica, tra curvature elastiche che fanno pensare al Pianeta visto dal cielo ma anche al microcosmo che l'occhio nudo non percepisce". Così "l'universo liquido" dell'artista Danilo Bucchi viene raccontato dagli smalti delle sue 14 grandi opere recenti riunite a Roma nella mostra Blu fino al 3 aprile a Visionarea Art Space - Auditorium della Conciliazione, finestra aperta sull' arte contemporanea. Per Gianluca Marziani, curatore dell' esposizione, "è il nuovo regalo dell'artista alla Capitale, un regalo speciale che sancisce, nonostante l'animo cosmopolita e l'apprezzamento internazionale di Danilo Bucchi, il suo particolare rapporto con la città eterna".

Una storia nell'arte, la passione dei Marchini

L'infanzia non rassicurante, con il mare minaccioso e il cielo scuro, secondo Alberto Savinio ne L'isola dei giocattoli (1930), l'immaginario onirico e spiazzante che evoca Freud ne La science des rêves (1950) di René Magritte, e poi la visione reale ma al tempo stesso interiore de I sassi (1938) di Fausto Pirandello, il realismo popolare ed erotico della Ragazza sul golfo (1933) di un giovanissimo Renato Guttuso, l'intensità dolente dello Studio per Vecchia seduta (1930) di Otto Dix. È una mostra concepita per esaltanti contrasti "Una storia nell'arte. I Marchini tra impegno e passione", allestita a Roma all'Accademia di San Luca negli spazi di Palazzo Carpegna fino al 22 aprile. A cura di Fabio Benzi, Arnaldo Colasanti, Flavia Matitti e Italo Tomassoni, con il coordinamento di Gianni Dessì, l'esposizione delinea per il visitatore la vicenda storica e umana di Alvaro Marchini e della sua famiglia, vissuta tra imprenditoria (nel campo dell'edilizia), politica (Marchini, comandante partigiano e medaglia d'argento della Resistenza, è stato cofondatore della società che editò L'Unità, organo del Pci) ma anche arte, con un'instancabile attività nel collezionismo e con la fondazione a Roma della galleria La Nuova Pesa, punto di riferimento per generazioni di artisti. Articolato in 130 opere (77 sono gli artisti), il percorso propone una narrazione visiva capace di documentare molti degli stili e delle tematiche sviluppatisi nell'arte dal '900 a oggi, con molti pezzi importanti tra dipinti e sculture, e una sezione dedicata a foto storiche con alcuni dei principali protagonisti della cultura del nostro Paese.

A Palazzo Barberini la mostra Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta

"Caravaggio e Artemisia: la sfida di Giuditta. Violenza e seduzione nella pittura tra Cinquecento e Seicento", a cura di Cristina Terzaghi, è la mostra in programma a Palazzo Barberini fino al 27 marzo. Celebrando i 70 anni dalla riscoperta della tela di Caravaggio "Giuditta che decapita Oloferne", realizzata a Roma al principio del Seicento e custodita a Palazzo Barberini, e i 50 anni dall'acquisizione da parte dello Stato Italiano dell'opera, l'esposizione presenta in quattro sezioni 31 dipinti - quasi tutti di grande formato - provenienti da importanti istituzioni nazionali e internazionali.

"Klimt. La Secessione e l'Italia" a Palazzo Braschi

L'oro e l'uso innovativo del colore, i paesaggi idealizzati nelle forme e nel cromatismo, e poi le regine incontrastate della sua ispirazione, le donne ammalianti, seducenti, languide, protagoniste di alcuni capolavori assoluti, come l'iconica Giuditta I (1901), La sposa (1917-18), dipinto nell'ultima fase creativa, e il celebre Ritratto di Signora (1916-17), trafugato nel 1997 e poi ritrovato nel 2019. Si tratta di un'immersione nell'eredità artistica di uno dei pittori più noti e amati al mondo la grande mostra "Klimt. La Secessione e l'Italia", in programma a Palazzo Braschi fino al 27 marzo, che segna il ritorno dell'artista austriaco nel nostro Paese e a Roma, dove nel 1911 fu premiato all'Esposizione Internazionale d'Arte. A cura di Franz Smola, curatore del Belvedere Museum, di Sandra Tretter, vicedirettore della Klimt Foundation di Vienna e di Maria Vittoria Marini Clarelli, sovrintendente capitolina ai Beni Culturali, il progetto espositivo è imponente - il costo complessivo per la realizzazione ammonta a 1.7 milioni di euro - e ripercorre in 200 opere (di cui 49 di Klimt) tutta la carriera del pittore, con il duplice obiettivo di sottolinearne il ruolo di cofondatore della Secessione viennese ma anche di indagare la stretta relazione che egli ebbe con l'Italia. Tra dipinti, disegni, manifesti d'epoca e sculture - con prestiti eccezionali come appunto La sposa, che per la prima volta ha abbandonato la Klimt Foundation -, il percorso si articola in 14 sezioni. In chiusura un focus dedicato al Ritratto di Signora e alla sua storia eccezionale: rubato in circostanze misteriose dalla Galleria d'Arte Moderna Ricci Oddi di Piacenza, è stato poi ritrovato altrettanto misteriosamente nel 2019 nella stessa galleria.

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