"Vorrei dire a Draghi che la sfida non è fare scelte popolari, ma far diventare popolari scelte giuste", ha aggiunto il neosegretario nel suo intervento conclusivo al primo Congresso del partito
Carlo Calenda è stato nominato per acclamazione segretario nazionale di Azione dai delegati del primo Congresso del partito.
Calenda: “Uno dei partiti con la migliore classe dirigente”
"Noi siamo uno dei partiti con la migliore classe dirigente di sempre: Azione non è solo Calenda", ha detto il neosegretario nel suo intervento conclusivo. "La politica - ha aggiunto - non è un posto dove si può stare solo se si ha competenza. Vorrei dire a Draghi che la sfida non è fare scelte popolari, ma far diventare popolari scelte giuste".
"Siamo nel campo di chi vuole la riforma delle istituzioni: non vanno bene due Camere che avranno gli stessi compiti. Noi siamo per il monocameralismo secco", ha proseguito Calenda. "Il federalismo al Sud non ha funzionato, perché il Sud non è stato capace di eleggere persone capaci e competenti - ha sostenuto il segretario appena eletto - Quando vado in Sicilia e mi chiedono del federalismo, dico: 'Eleggetevi politici decenti'. Quando non funzionano le Regioni devono essere commissariate: non è possibile che la sanità calabrese sia da Africa equatoriale".
"Non siamo il partito della Confindustria"
"Nelle associazioni di categoria c'è il gioco a chi chiede di più. Sotto sette euro all'ora non deve lavorare nessuno. Ora non possiamo dire che servono più ingegneri e poi li paghiamo 1.300 euro. Basta con la povertà lavorativa. Non siamo il partito della Confindustria perché siamo gli unici a dirlo", ha proseguito Calenda. "Meglio un lavoro pagato da schiavo che niente, è da un Paese in via di sviluppo, non da Paese moderno".
"Dobbiamo mettere le centrali nucleari in Italia”
"Dobbiamo mettere le centrali nucleari in Italia: la transizione ecologica ha un costo. Non è che tutto il verde va bene. Come lo fai? Quando abbiamo detto di chiudere il carbone abbiamo detto come. Basta parlare a vanvera: non c'è niente di più irrispettoso che affrontare così questa sfida. Siamo di fronte a un mondo molto duro".
Calenda a Di Maio: “Io a tutti tavoli di crisi, tu a due”
"Senza responsabilità in politica avremo lo scenario argentino. Non può essere che la politica diventi distribuire bonus a tutti. Caro Di Maio, io verrò pure dai Parioli e tu no, io mi sono seduto a tutti i tavoli di crisi, tu ci sei stato solo a due. Ho il dovere morale di servire", ha poi attaccato il segretario.