A dicembre la procura aveva chiesto al giudice di far cadere le accuse nei confronti dei due fucilieri di Marina in quanto il quadro degli elementi di prova raccolti non era sufficiente a garantire l'instaurazione di un processo. La vicenda riguardava l'omicidio di due pescatori indiani avvenuto nel febbraio del 2012
È stata archiviata l'indagine sui marò Salvatore Girone e Massimiliano Latorre, accusati dell'omicidio di due pescatori indiani avvenuto nel febbraio del 2012 a largo delle coste del Kerala, nell'India sudoccidentale (LA FOTOSTORIA). Lo ha deciso il gip di Roma Alfonso Sabella. "Sono felice per l'archiviazione", ha affermato Latorre all'Ansa. La decisione del gip non contrasta con il risarcimento di 1,1 milioni di euro alle vittime disposto nel giugno scorso dall'arbitrato dell'Aja in quanto il tribunale olandese aveva attribuito la giurisdizione penale sulla vicenda a Roma.
Accolta richiesta della procura
Il 9 dicembre scorso l'allora procuratore Michele Prestipino e il sostituto Erminio Amelio avevano chiesto al giudice di fare cadere le accuse nei confronti dei due fucilieri di Marina in quanto il quadro degli elementi di prova raccolti in questi anni non era sufficiente a garantire l'instaurazione di un processo. Secondo quanto accertato da Prestipino e Amelio i due marò quel giorno risposero ad un attacco di pirati rispettando le regole.
Il caso marò
I due militari erano accusati di aver ucciso nel 2012 due pescatori indiani, al largo delle coste del Kerala: i fucilieri, che erano impegnati in una missione antipirateria a bordo della nave commerciale italiana Enrica Lexie, videro avvicinarsi il peschereccio Saint Antony e, temendo un attacco di pirati, spararono alcuni colpi di avvertimento in acqua. A bordo della piccola imbarcazione, però , morirono i due pescatori Ajeesh Pink e Valentine Jelastine, e rimase ferito l'armatore del peschereccio, Freddy Bosco. Dopo un lungo contenzioso, nel luglio del 2020 il tribunale internazionale dell'Aja, che aveva riconosciuto "l'immunità funzionale" ai fucilieri, aveva stabilito che la giurisdizione sul caso spettava all'Italia e aveva disposto il risarcimento alle famiglie delle vittime.
La vicenda giudiziaria
Gli inquirenti in questi anni hanno analizzato ad ampio spettro la vicenda giungendo alla conclusione che non si può procedere alla richiesta di processo perché esistono limiti procedurali insormontabili. In primo luogo esiste la non utilizzabilità degli accertamenti svolti all'epoca dei fatti in India. Si tratta, ad esempio, delle autopsie sui due pescatori morti, i cui corpi sono stati cremati, o gli esami balistici svolti con regole che non sono quelle italiane. Una attività istruttoria irripetibile, la cui assenza negli atti causa un gap probatorio importante per la ricostruzione dei fatti. Stesso discorso vale per quanto riguarda "l'assunzione di testimonianze e carte" non sufficienti ad attribuire in modo univoco il fatto ai due indagati. Nella richiesta di archiviazione gli inquirenti fissano, comunque, alcuni paletti. In particolare i magistrati affermano, anche alla luce di una serie di accertamenti tecnici, che gli indagati quel giorno rispettarono le regole di ingaggio. I marò videro arrivare il barchino e quando si trovava ad una distanza di 90-100 metri dalla Enrica Lexie mostrarono le armi per poi sparare i primi colpi in acqua. I due hanno, quindi, pensato di essere sotto attacco, come confermato dal personale indiano a bordo della nave sentiti dagli inquirenti italiani. Una ricostruzione ribadita dagli stessi indagati nel corso degli interrogatori svolti nel luglio scorso.
Ministro Guerini: "Non sono mai stati lasciati soli"
"Sono soddisfatto per l'archiviazione dell'inchiesta riguardante i due fucilieri di Marina, Massimiliano Latorre e Salvatore Girone", spiega il ministro della Difesa Lorenzo Guerini. "In questo lungo periodo la Difesa ha seguito ogni fase processuale e, congiuntamente al ministero degli Esteri, le fasi dell'arbitrato internazionale presso il Tribunale dell'Aia che ha sancito la titolarità della giustizia italiana - ha aggiunto -. Si conclude una vicenda lunga anni in cui la Difesa non ha mai lasciato soli i due marinai e le loro famiglie. Mi rallegro con Massimiliano Latorre e Salvatore Girone per questo esito positivo".
L'avvocato di Latorre: "Spero gli venga restituita giustizia"
"Sono soddisfatto ma anche curioso di leggere il decreto con cui il gip ha archiviato questa indagine - afferma l'avvocato di Latorre, Fabio Anselmo -. Mi auguro che restituisca giustizia e verità per Massimiliano Latorre dopo 12, lunghissimi, anni". Paola Latorre, moglie del militare tarantino, ha spiegato che "c'è sollievo da parte della nostra famiglia per la notizia dell'archiviazione. Attendiamo però di conoscere nel dettaglio le motivazioni del provvedimento, sperando che ci restituiscano la serenità sottratta in questi anni di sofferenze".
I legali di Girone: "Finito calvario sopportato con dignità"
"È stato un autentico calvario, sopportato da Salvatore Girone con dignità e fierezza che hanno reso onore all'Italia intera: alla fine dopo quasi 10 anni, la verità ha prevalso. Ciò significa che non c'era nulla alla base delle accuse nei loro confronti e, dopo che lo aveva riconosciuto la procura di Roma, lo ha definitivamente decretato anche il giudice per le indagini preliminari". Lo affermano in una nota gli avvocati Fabio Federico e Michele Cinquepalmi, difensori del fuciliere di Marina. "Per Salvatore e per la sua famiglia sono stati anni di pesanti sofferene e questo è per loro sicuramente un giorno di nascita, anche se nulla potrà cancellare le profonde ferite inferte da una vicenda giudiziaria che, per molti aspetti, resterà negli annali della storia, non solo dei nostro paese".