Ha lavorato per tv e carta stampata e pubblicato diversi libri tra cui Cara Silvia (Marsilio 2002), che raccoglie le lettere che il padre le scrisse dal carcere
La giornalista Silvia Tortora è morta questa notte in una clinica di Roma a 59 anni. Figlia del giornalista e conduttore televisivo Enzo Tortora, ha lavorato per tv e carta stampata. Ha pubblicato anche diversi libri tra cui Cara Silvia (Marsilio 2002) che raccoglie le lettere che il padre Enzo le scrisse dal carcere. Nata a Roma il 14 novembre 1962, ha sposato l'attore francese Philippe Leroy, con cui ha avuto due figli Philippe e Michelle.
L'impegno accanto al padre
Figlia di Enzo Tortora e della sua seconda moglie Miranda Fantacci, insieme alla sorella minore Gaia, è sempre stata in prima linea nella difesa delle ragioni del padre nel corso del processo che lo vide condannato per associazione camorristica e poi assolto. Suo il soggetto cinematografico del film Un uomo perbene, di Maurizio Zaccaro, dedicato alla figura del giornalista, che le è valso nel 1999 il nastro d'argento al Festival di Taormina. Una vicenda quella del padre, vissuta con dolore e grande amarezza. "Dal mio punto non è cambiato nulla: sono 30 anni di amarezza e di disgusto - disse Silvia in occasione del 30° anniversario della morte del padre -. Mi aspettavo una riforma del sistema giudiziario, invece non è accaduto. I processi continuano all'infinito. Anzi in 30 anni c'è stata una esplosione numerica".
La carriera
La carriera professionale di Silvia Tortora è indissolubilmente legata a Mixer, storico programma di Giovanni Minoli con il quale iniziò a collaborare già dal 1985. In seguito ha lavorato a La storia siamo noi, venti anni più tardi, realizzando una serie di grandi interviste. Dal 2009 ha anche condotto il programma Big insieme ad Annalisa Bruchi, in onda su Raitre in otto puntate, dedicato alla ricostruzione delle vite di volti storici. Per la carta stampata ha scritto collaborando con il settimanale Epoca dal 1988 al 1997.
