Omicidio Piscitelli, il gip: l'indagato è un killer professionista

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Il giudice ha convalidato il fermo per Raul Esteban Calderon, ritenuto l’esecutore materiale del delitto del capo ultras laziale. A incastrarlo anche alcune intercettazioni

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“È acclarato che Calderon svolga la funzione di killer in maniera per così dire professionale”. È quanto scrive il gip nell’ordinanza con cui ha convalidato il fermo di Raul Esteban Calderon, 50enne di origini argentine, fermato con l'accusa di essere l’omicida di Fabrizio Piscitelli, noto come Diabolik, il capo ultras della Lazio ucciso a Roma nell'agosto del 2019 (CHI ERA). Gli inquirenti sono arrivati a lui anche analizzando i tatuaggi presenti sul suo corpo. L'uomo è stato infati ripreso in un video in cui si vedono le fasi dell'agguato avvenuto nel parco degli Acquedotti.

L'ordinanza del gip

Per il giudice, in merito alle esigenze cautelari, sussiste "il pericolo di fuga dell'indagato, in quanto si tratta di soggetto che, a parte ogni considerazione sulla sua nazionalità e sui suoi permanenti legami con il suo Paese di origine, ha contatti continuativi con altri Paesi, in particolare con la Spagna, come emerge dal contenuto di un'intercettazione ambientale nella quale Bennato afferma di aver fatto temporaneamente allontanare da Roma Calderon con l'intento di farlo rientrare nel giro di un paio di mesi, in vista di un omicidio da compiere nel mese di giugno”, si legge nell’ordinanza.

Il corpo di Fabrizio Piscitelli, conosciuto come 'Diabolik',  disteso a terra al parco degli Acquedotti, Roma, 07 agosto 2019. Secondo le prime informazioni lo storico capo ultras della Laazio è stato raggiunto da un solo colpo sparato da distanza ravvicinata alla testa. Una dinamica che ricondurrebbe ad una vera e propria esecuzione. ANSA/ RAFFAELE VERDERESE

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"Lo sa tutta Roma": le prove nelle intercettazioni

A incastrare Calderon è stata anche l’intercettazione citata dal gip nell’ordinanza. "È morto pure quello, a sede sulla panchina stava, a fumà la sigaretta, ha preso 'na revolverata qua dietro! E altri due de quelli là che hanno sparato, vabbè so morti quelli che hanno sparato a Leandro”. A parlare è Enrico Bennato, anche lui raggiunto da misura cautelare, dalle cui parole si "evince chiaramente il contesto di lotte tra gruppi, e l'attribuzione dell'omicidio Piscitelli al proprio gruppo", scrive ancora il giudice. "Nella conversazione del 20 aprile - aggiunge nel provvedimento il magistrato - è esplicita l'attribuzione a Raul Calderon dell'omicidio Piscitelli quale esecutore materiale. Parlando ancora degli omicidi già commessi e di quello in programma per il successivo mese di giugno, Enrico Bennato afferma espressamente che a uccidere Diabolik è stato 'Francisco' (soprannome di Calderon), fatto noto a tutti pure se gli inquirenti non hanno le prove". "Lo sa tutta Roma", afferma poi Bennato. Per il magistrato le parole di quest'ultimo "appaiono particolarmente credibili non soltanto per il contesto riservato in cui sono pronunciate all'interno della propria abitazione e rivolte a persone di cui sembra avere piena fiducia ma anche perché egli confessa il proprio coinvolgimento in uno degli omicidi di cui stanno parlando, quello dell'albanese Sheajh e 'accusa' altresì il proprio fratello Leandro, quale mandante dell'omicidio Piscitelli”.

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