Papa Francesco: “Il Covid ha devastato il mondo del lavoro”

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"I giovani che si affacciano al mercato professionale e gli adulti caduti nella disoccupazione affrontano oggi prospettive drammatiche", ha detto il Pontefice nel suo messaggio, diffuso oggi, per la Giornata mondiale della pace che si celebrerà il primo gennaio 2022

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"La pandemia da Covid-19 ha aggravato la situazione del mondo del lavoro, che stava già affrontando molteplici sfide", ha detto Papa Francesco nel suo messaggio, diffuso oggi, per la Giornata mondiale della pace che si celebrerà il primo gennaio 2022. "Milioni di attività economiche e produttive sono fallite, i lavoratori precari sono sempre più vulnerabili e molti di coloro che svolgono servizi essenziali sono ancor più nascosti alla coscienza pubblica e politica; l'istruzione a distanza ha in molti casi generato una regressione nell'apprendimento e nei percorsi scolastici". Inoltre, "i giovani che si affacciano al mercato professionale e gli adulti caduti nella disoccupazione affrontano oggi prospettive drammatiche", ha aggiunto Bergoglio. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI IN ITALIA E NEL MONDO - I DATI DEI VACCINI IN ITALIA)

Il messaggio del Papa

In particolare, spiega il Pontefice "l'impatto della crisi sull'economia informale, che spesso coinvolge i lavoratori migranti, è stato devastante. Molti di loro non sono riconosciuti dalle leggi nazionali, come se non esistessero; vivono in condizioni molto precarie per sé e per le loro famiglie, esposti a varie forme di schiavitù e privi di un sistema di welfare che li protegga. A ciò si aggiunga – osserva Bergoglio – che attualmente solo un terzo della popolazione mondiale in età lavorativa gode di un sistema di protezione sociale, o può usufruirne solo in forme limitate". "In molti Paesi - aggiunge - crescono la violenza e la criminalità organizzata, soffocando la libertà e la dignità delle persone, avvelenando l'economia e impedendo che si sviluppi il bene comune". "La risposta a questa situazione - ha aggiunto il Papa – non può che passare attraverso un ampliamento delle opportunità di lavoro dignitoso".

Papa Francesco: “Il lavoro è un strumento di pace”

"Il lavoro è un fattore indispensabile per costruire e preservare la pace", ha affermato Bergoglio. "Il lavoro infatti è la base su cui costruire la giustizia e la solidarietà in ogni comunità". Per questo, "non si deve cercare di sostituire sempre più il lavoro umano con il progresso tecnologico: così facendo l'umanità danneggerebbe sé stessa. Il lavoro è una necessità, è parte del senso della vita su questa terra, via di maturazione, di sviluppo umano e di realizzazione personale". Secondo il Pontefice, "dobbiamo unire le idee e gli sforzi per creare le condizioni e inventare soluzioni, affinché ogni essere umano in età lavorativa abbia la possibilità, con il proprio lavoro, di contribuire alla vita della famiglia e della società". Bergoglio ritiene "più che mai urgente promuovere in tutto il mondo condizioni lavorative decenti e dignitose, orientate al bene comune e alla salvaguardia del creato. Occorre assicurare e sostenere la libertà delle iniziative imprenditoriali e, nello stesso tempo, far crescere una rinnovata responsabilità sociale, perché il profitto non sia l'unico criterio-guida", osserva. In questa prospettiva, spiega Papa Francesco, "vanno stimolate, accolte e sostenute le iniziative che, a tutti i livelli, sollecitano le imprese al rispetto dei diritti umani fondamentali di lavoratrici e lavoratori, sensibilizzando in tal senso non solo le istituzioni, ma anche i consumatori, la società civile e le realtà imprenditoriali". Queste ultime, aggiunge, "quanto più sono consapevoli del loro ruolo sociale, tanto più diventano luoghi in cui si esercita la dignità umana, partecipando così a loro volta alla costruzione della pace". Su questo aspetto, conclude il Pontefice, "la politica è chiamata a svolgere un ruolo attivo, promuovendo un giusto equilibrio tra libertà economica e giustizia sociale".

“Cala bilancio per l'istruzione, ma crescono spese militari”

"Negli ultimi anni è sensibilmente diminuito, a livello mondiale, il bilancio per l'istruzione e l'educazione, considerate spese piuttosto che investimenti. Eppure, esse costituiscono i vettori primari di uno sviluppo umano integrale: rendono la persona più libera e responsabile e sono indispensabili per la difesa e la promozione della pace", ha affermato il Papa. "Le spese militari, invece, sono aumentate, superando il livello registrato al termine della 'guerra fredda', e sembrano destinate a crescere in modo esorbitante. È dunque opportuno e urgente – ha sottolineato Bergoglio – che quanti hanno responsabilità di governo elaborino politiche economiche che prevedano un'inversione del rapporto tra gli investimenti pubblici nell'educazione e i fondi destinati agli armamenti". D'altronde, "il perseguimento di un reale processo di disarmo internazionale non può che arrecare grandi benefici allo sviluppo di popoli e nazioni, liberando risorse finanziarie da impiegare in maniera più appropriata per la salute, la scuola, le infrastrutture, la cura del territorio e così via". Francesco auspica che "all'investimento sull'educazione si accompagni un più consistente impegno per promuovere la cultura della cura", che, "di fronte alle fratture della società e all'inerzia delle istituzioni, può diventare il linguaggio comune che abbatte le barriere e costruisce ponti". Inoltre indica la necessità di "un patto educativo globale per e con le giovani generazioni, che impegni le famiglie, le comunità, le scuole e le università, le istituzioni, le religioni, i governanti, l'umanità intera, nel formare persone mature". Un patto, spiega il Pontefice, "che promuova l'educazione all'ecologia integrale, secondo un modello culturale di pace, di sviluppo e di sostenibilità, incentrato sulla fraternità e sull'alleanza tra l'essere umano e l'ambiente".



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