Professore ucciso a Tarquinia, arrestato confessa: “Gli ho sparato io”

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Il 68enne era stato fermato per l’omicidio del docente della Tuscia Dario Angeletti, trovato morto martedì in auto in un parcheggio a Tarquinia

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Ha confessato Claudio Cesaris, il 68enne fermato per l'omicidio del professore della Tuscia Dario Angeletti, trovato morto martedì in auto in un parcheggio a Tarquinia (L'OMICIDIO). "Sono stato io a sparare" avrebbe detto l'uomo. Il gip ha convalidato il fermo.

La posizione dell'arrestato

Cesaris, un 68enne originario di Pavia, che aveva lavorato come tecnico all'università in un laboratorio di eco-etologia dei vertebrati del Dipartimento di Scienze della terra e dell'ambiente era stato fermato due giorni dopo il delitto. I sospetti degli investigatori si erano quasi subito concentrati sull'uomo, che abitava in una frazione di Viterbo e conosceva la vittima. La sua auto sarebbe stata immortalata da una delle telecamere che da lontano punta sul parcheggio nella zona delle Saline dov'è stato ritrovato il corpo del docente, accasciato al posto di guida con una ferita alla testa. Il reo confesso si trova ancora piantonato all'ospedale di Viterbo perchè durante la perquisizione dei carabinieri ha accusato un malore ed è stato trasportato in ospedale. 

L'avvocato difensore: "È stato un raptus di gelosia"

"È stato un raptus di gelosia, nessuna azione premeditata, il mio assistito non conosceva la vittima, non lo aveva mai incontrato prima. Si sono visti in quel luogo, frequentato da entrambi per motivi professionali, per caso". È quanto afferma l'avvocato Andrea Fabio, difensore di Claudio Cesaris. "È stata una azione d'impeto - aggiunge il penalista -. Il mio assistito sta realizzando cosa ha commesso ed è molto provato".

Le indagini

Se i due uomini avessero un appuntamento è uno degli aspetti da chiarire anche per capire se il prof sia stato attratto in una trappola dal suo killer. Allo stato la pistola usata per l'omicidio non sarebbe stata ancora trovata e non è chiaro se la vittima sia stata centrata da uno o più colpi. A quanto ricostruito dagli investigatori, alla base dell'omicidio ci sarebbero quindi motivi legati a una donna, che è stata ascoltata dagli inquirenti. Decisivi per le indagini dei carabinieri di Viterbo, coordinate dalla procura di Civitavecchia, i video di alcune telecamere che da lontano inquadrano il parcheggio dove il professore è stato trovato. I carabinieri hanno lavorato senza sosta per dare un volto e un nome al killer. Già dalle prime ore si sono succeduti gli interrogatori di conoscenti, familiari ed eventuali testimoni che potevano aver visto o sentito qualcosa poco prima del ritrovamento del corpo. Riscontrati anche segni di frenata nel piazzale. Quando è stato ritrovato, Angeletti era insanguinato, seduto al posto del guidatore con la cintura di sicurezza. E dopo aver scavato nella vita del docente per capire come e con chi avesse trascorso le ultime ore ore della sua vita, gli investigatori sono arrivati al suo assassino.

Chi era la vittima

Angeletti, figlio di un medico di Tarquinia, era sposato e aveva due figli. Era molto conosciuto e stimato nella cittadina della Tuscia dove viveva e lavorava. Dal 2010 insegnava ecologia applicata e tutela dell'ambiente marino al polo universitario di Civitavecchia. Il suo lavoro si svolgeva anche nel laboratorio di ecologia e centro ittiogenico sperimentale alle Saline di Tarquinia, a poca distanza dal posto dove il suo corpo è stato trovato senza vita.

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