Sapienza, il premio Nobel Parisi: “Dobbiamo impedire il diffondersi della pseudoscienza”

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Il fisico ha tenuto una lectio magistralis in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico: "C'è una sfiducia di massa nella scienza, che arriva fino al nostro Parlamento. Servono meno arroganza e più comunicazione: per affermare la scienza come cultura bisogna rendere la popolazione consapevole di cosa è la scienza"

"Ci sono forti tendenze antiscientifiche nella società attuale, il prestigio della scienza e la fiducia in essa stanno diminuendo velocemente. Insieme a un vorace consumismo tecnologico si diffondono largamente le pratiche astrologiche, omeopatiche e antiscientifiche e sta per essere riconosciuta da una legge dello Stato italiano una pratica francamente stregonesca come l'agricoltura biodinamica". Queste le parole pronunciate da Giorgio Parisi, professore emerito della Sapienza e premio Nobel per la fisica 2021, nella lectio magistralis che ha tenuto in occasione dell'inaugurazione dell'anno accademico dell’ateneo romano alla presenza, tra gli altri, del presidente della Repubblica, Sergio Mattarella. "Abbiamo il dovere di promuovere una cultura basata sui fatti e impedire che si diffonda una pseudoscienza: non basta capire, trovare la strada, ma bisogna anche a riuscire a comunicare" per "poter essere convincenti in maniera duratura”, ha sottolineato Parisi.

Le possibili cause della sfiducia nella scienza

Secondo il fisico, tra le cause dell'attuale "sfiducia di massa nella scienza, che arriva fino al nostro Parlamento", c'è anche "una certa arroganza degli scienziati che presentano la scienza come sapienza assoluta, rispetto agli altri saperi opinabili, anche quando in realtà non lo è affatto". Un'arroganza, ha precisato, che "consiste nel non cercare di far arrivare al pubblico le prove di cui si dispone, ma di chiedere un assenso incondizionato basato sulla fiducia negli esperti". Parisi ha parlato anche dei "cattivi divulgatori", che "presentano i risultati della scienza quasi come una superiore stregoneria, le cui motivazioni sono comprensibili solo agli iniziati”. A suo avviso, "per affermare la scienza come cultura bisogna rendere la popolazione consapevole di cosa è la scienza". Se nel mondo "la scienza continuerà a svilupparsi e a trascinare la tecnologia, non c'è nessuna garanzia che questo accada anche in un Paese come l'Italia". 

Un fronte comune per risolvere l'attuale emergenza culturale

Secondo il premio Nobel, infatti, "è ben possibile che i nostri governanti decidano che l'industria e la ricerca italiana debbano avere un posto sempre più secondario e che il Paese debba lentamente scivolare verso il terzo mondo". Guardando inoltre "al lento decadere della scuola pubblica, il disinvestimento dell'impegno finanziario del governo italiano nei Beni culturali, ci rendiamo conto che tutte le attività culturali italiane sono in lento, ma costante, declino", ha detto ancora Parisi. Per questo "bisogna difendere la cultura italiana su tutti i fronti, dobbiamo evitare di perdere la nostra capacità di trasmetterla alle nuove generazioni". In conclusione, il premio Nobel ha sollecitato a "costituire un fronte comune di tutti gli operatori culturali italiani (dagli insegnanti degli asili alle Accademie, dai programmatori ai poeti) per affrontare e risolvere l'attuale emergenza culturale”.

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