Roma, Giulio Regeni: rinviati a giudizio i quattro 007 egiziani

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Le accuse nei loro confronti sono di sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate. Il processo è stato fissato fissato per il prossimo 14 ottobre davanti alla corte d'assise della Capitale

Quattro persone appartenenti agli 007 egiziani sono state rinviate a giudizio per avere sequestrato, torturato e ucciso il ricercatore italiano di origine friulana Giulio Regeni (LA VICENDA). Lo ha deciso il gup di Roma, Pierluigi Balestrieri, accogliendo la richiesta della Procura. Il processo è stato fissato per il prossimo 14 ottobre davanti alla corte d'assise della Capitale.

Gli 007 finiti a giudizio

A giudizio sono finiti Tariq Sabir, Athar Kamel Mohamed Ibrahim, Uhsam Helmi, Magdi Ibrahim Abdelal Sharif. Le accuse sono di sequestro di persona pluriaggravato al concorso in omicidio aggravato e concorso in lesioni personali aggravate nei confronti di Regeni, rapito il 25 gennaio del 2016 al Cairo e ritrovato senza vita, dopo nove giorni di torture, il 3 febbraio lungo la strada che collega la capitale ad Alessandria d'Egitto.

Le accuse

Stando alle conclusioni formulate dalla procura di Roma, il colonnello Uhsam Helmy è accusato di sequestro di persona assieme al generale Tariq Ali Sabir (già ai vertici della National security e ora trasferito a incarichi amministrativi), al colonnello Athar Kamel Mohamed Ibrahim (già capo del Servizio investigazioni giudiziarie del Cairo) e al maggiore Magdi Ibrahim Abdelal Sharif, anche lui della National security. Allo stesso Sharif è contestato il reato di omicidio.

Fonti procura esprimono "soddisfazione"

Fonti della procura di Roma esprimono "soddisfazione" per la decisione del gup. Nel chiedere il rinvio a giudizio il pm Sergio Colaiocco ha sostanzialmente affermato che il processo rappresenterà una nuova "sfida" per "ottenere" che i testimoni, in particolare quelli egiziani, vengano in Italia a raccontare quanto detto nel corso delle indagini. Un fatto "non scontato" alla luce dei rapporti con la procura egiziana che si sono, di fatto, deteriorati nel dicembre scorso quando, pubblicamente, hanno escluso che "i sospetti nei confronti degli indagati siano fondati' e che la "Procura italiana ha occultato le prove che potevano essere utili alle indagini egiziane". Per il rappresentate dell'accusa la sfida sarà anche quella di "arrivare ad una sentenza di colpevolezza se non si riuscirà a far arrivare i testimoni in aula" anche se "nel corso delle indagini è divenuto possibile l'impossibile"

Legale genitori: "Da oggi fondata speranza per verità"

"Paola e Claudio dicono spesso che su Giulio sono stati violati tutti i diritti umani. Da oggi abbiamo la fondata speranza che almeno il diritto alla verità non verrà violato. Ci abbiamo messo 64 mesi, ma quello di oggi è un buon traguardo e un buon punto di partenza". Lo ha detto l'avvocato Alessandra Ballerini, legale dei genitori di Giulio Regeni, commentando la decisione del gup.

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