Vincenzo Paduano è stato condannato per omicidio e stalking nei confronti di Sara Di Pietrantonio, assassinata e data alle fiamme in via della Magliana la sera del 29 maggio 2016
È stata confermata dalla Cassazione la condanna all'ergastolo nei confronti di Vincenzo Paduano, imputato per omicidio e stalking nei confronti della ex fidanzata Sara Di Pietrantonio, prima uccisa e poi bruciata alla periferia di Roma, in via della Magliana, la sera del 29 maggio 2016. Nell'aprile del 2019, la stessa Suprema Corte aveva disposto l'appello bis non condividendo la decisione dei magistrati di secondo grado di ridurre la pena a 30 anni di carcere. Ora il verdetto è definitivo.
Il processo per l'omicidio
In primo grado, Paduano, che era una guardia giurata, era stato condannato all'ergastolo dopo il processo con rito abbreviato; in appello, però, i giudici rideterminarono in 30 anni di reclusione la condanna, ritenendo assorbito nel reato di omicidio anche il reato di atti persecutori. La Cassazione, invece, bocciò questa conclusione, incaricando nuovi giudici d'appello di rivalutare il trattamento sanzionatorio alla luce del principio di diritto per cui l'omicidio aggravato non 'ingloba' gli atti persecutori. Così i giudici d'appello, seguendo le indicazioni degli ermellini, sono arrivati a condannare Paduano a 4 anni per stalking, e questa pena, sommata a quella dell'omicidio, ha fatto scattare l'ergastolo.
L'omicidio di Sara Di Pietrantonio
La giovane vittima, che non voleva riallacciare la relazione con l'ex, venne strangolata e poi data alle fiamme dall'omicida nel tentativo di "cancellare qualsiasi prova". Un'azione violenta, avvenuta nel cuore della notte in una via fuori mano della Capitale, messa a punto nei minimi dettagli da Paduano dopo giorni di minacce e vessazioni nei confronti della sua ex ragazza. Sara Di Pietrantonio, morta a 22 anni, venne inseguita mentre in macchina stava tornando a casa, la sua auto venne speronata e dopo averla uccisa Paduano prima di fuggire diede fuoco alla vettura della ragazza. Per giorni, prima del femminicidio, aveva pedinato Sara e il suo nuovo fidanzato, e aveva ripetutamente minacciato la vittima.