Covid Roma, inchiesta su fornitura mascherine: arrestate tre persone

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I soggetti sono indagati, a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata in relazione alla fornitura di cinque milioni di mascherine e 430mila camici destinati alla protezione civile del Lazio. Nei confronti di due degli arrestati c’è anche l’accusa di traffico di influenze illecite

I militari del comando provinciale della Guardia di Finanza di Roma hanno eseguito un’ordinanza di applicazione di tre arresti ai domiciliari nei confronti di altrettante persone (A.A., V.F., imprenditore già attivo nel settore dell'editoria, e D.R.) indagate, a vario titolo, per frode nelle pubbliche forniture e truffa aggravata in relazione alla fornitura di cinque milioni di mascherine e 430mila camici, privi del certificato di idoneità, destinati alla protezione civile del Lazio nell'ambito della prima ondata dell'emergenza Covid (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI - LA SITUAZIONE A ROMA E NEL LAZIO). Disposto anche un sequestro preventivo di quasi 22 milioni di euro. Nei confronti di A.A. e V.F. c'è anche l'accusa di traffico di influenze illecite. È stata inoltre disposta nei confronti di una società milanese la misura interdittiva del divieto di contrarre con la Pubblica Amministrazione.

Tra gli indagati figura anche l'ex ministro dell'agricoltura nel 2011 Saverio Romano. Il suo nome compare nell'ordinanza del gip e in relazione alla rete di conoscenze su cui poteva contare l'imprenditore V. F. Nei confronti di Romano l'accusa è di traffico di influenze illecite. 

L'operazione

La Guardia di Finanza di Roma ha svolto due perquisizioni nell'ambito dell'indagine sulla fornitura di mascherine e camici. Il procedimento è coordinato dal procuratore aggiunto Paolo Ielo e l'indagine è affidata ad un gruppo di pm che si sta occupando esclusivamente delle fattispecie legate all'emergenza Covid. In base a quanto si apprende l'ex commissario straordinario all'emergenza Domenico Arcuri è oggetto del traffico d'influenze illecite e non risulta indagato nel procedimento. 

L’intervento della guardia di finanza

"A seguito di una segnalazione dell'agenzia Regionale della Protezione Civile del Lazio alla procura di Roma, i finanzieri del Gruppo tutela spesa pubblica del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria – si legge in una nota della guardia di finanza - hanno ricostruito le vicende relative alla fornitura di 5 milioni di mascherine FFP2 e 430 mila camici alla Regione Lazio da parte della società nella prima fase dell'emergenza sanitaria (tra marzo e aprile 2020), per un prezzo complessivo di circa 22 milioni di euro". A fronte "dei contratti sottoscritti, che prevedevano la consegna di dispositivi di protezione individuale marcati e certificati Ce, rientranti nella categoria merceologica di prodotti ad uso medicale, l'impresa milanese facente capo ad A.A., che fino al mese di marzo 2020 era attiva soltanto nel settore dell'editoria ha, dapprima fornito documenti rilasciati da enti non rientranti tra gli organismi deputati per rilasciare la specifica attestazione e, successivamente, per superare le criticità emerse durante le procedure di sdoganamento della merce proveniente dalla Cina, ha prodotto falsi certificati di conformità forniti da D.R. anche tramite una società inglese a lui riconducibile, ovvero non riferibili ai beni in realtà venduti".

L'ordinanza

"V.F. nell'interloquire con Aleksic ha mostrato la sua soddisfazione nell'aver ottenuto la promessa, verosimilmente dal commissario", all'epoca dei fatti, "per la per l'emergenza covid Domenico Arcuri (che non risulta indagato nel procedimento ndr), di inserire la Ent tlc Srl, quale fornitore sussidiario rispetto a Luxottica Spa e Fca spa per l'approvvigionamento di un ingente quantità di mascherine chirurgiche da destinare alle scuole". Lo scrive il gip di Roma, Francesca Ciranna, nell'ordinanza. "L'attività tecnica ha evidenziato il quadro relazionale di cui V.F. si avvantaggia nello svolgimento della sua attività di procacciatore di affari per conto della Ent Srl. Farina vanta rapporti con personaggi noti, soggetti per il tramite dei quali riesce ad avere contatti con pubblici amministratori che in questo periodo si occupano delle forniture pubbliche di dispositivi medici e di protezione individuale". Nel provvedimento si afferma che il 3 settembre 2020 "in occasione di un ulteriore viaggio a Roma, V.F. è riuscito ad incontrare il commissario straordinario Domenico Arcuri, come sembra emergere dai puntuali aggiornamenti effettuati da V.F. ad A.A.. In una intercettazione V.F. spiega: 'D.R. mi ha promesso che se gli arriva la lettera, autorizza quell'acquisto (...) la dovrebbe fare oggi, oggi la deve fare e oggi pomeriggio ci deve fare l'ordine'.

Gip: "Gli indagati hanno agito con spregiudicatezza"

"V.F. è il 'faccendiere', colui che ha tenuto i contatti con soggetti vicino alla struttura commissariale, al fine di ottenere agevolmente la conclusione di fornitura vantaggiose per la società. Gli indagati hanno agito con grande spregiudicatezza D.R. ha fornito (e sembrerebbe tuttora fornire) certificati di conformità falsi, A.A. ha dimostrato di essere consapevole della falsità dei certificati", scrive il gip di Roma nell'ordinanza. Per il gip "le condotte tenute sono gravi a maggior ragione se contestualizzate nel momento di emergenza sanitaria in cui sono avvenute. Sfruttando le opportunità fornite dalla legislazione emergenziale adottata, approfittando del momento di estrema difficoltà in cui versava il paese che stava affrontando una epidemia incontrollata, gli indagati (D.R. subentrato in un secondo momento) non hanno esitato a cercare di lucrare, acquisire facili guadagni favoriti dalla sostanziale impossibilità di controllo da parte del committente sulla qualità della merce che veniva fornita come dispositivo di protezione".

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