Scuola, presidente associazione presidi Roma: con Covid classi pollaio

Lazio
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Così il componente del consiglio Anp: “Ci ritroviamo a pochi giorni dalla scadenza per consegnare l'organico delle classi del prossimo anno scolastico con il vecchio parametro dei 27 alunni per classe alle superiori, con possibilità di arrivare anche a 30”

Il presidente dell'associazione presidi di Roma e Lazio e componente del consiglio Anp lancia un allarme relativo alla situazione nelle scuole: "Neanche l'emergenza Covid ha fatto sì che la nostra pluriennale richiesta di abolire le classi pollaio sia stata accolta. Ci ritroviamo a pochi giorni dalla scadenza per consegnare l'organico delle classi del prossimo anno scolastico con il vecchio parametro dei 27 alunni per classe alle superiori, con possibilità di arrivare anche a 30" (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - MAPPE E GRAFICI DEI CONTAGI - LA SITUAZIONE A ROMA E NEL LAZIO).

Rusconi: “Siamo delusi, situazione invariata”

Il presidente, all’Ansa, dichiara: "Siamo delusi. solo qualche mese fa il presidente del Consiglio aveva annunciato l'eliminazione delle classi pollaio. La situazione rimarrà invariata". Il riferimento è alle dichiarazione del premier Giuseppe Conte di quest'estate quando disse che non sarebbero state più tollerate le classi pollaio. Il piano prevedeva spazi maggiori per gli studenti, che in alcuni casi sono stati effettivamente trovati, come al liceo Democrito di Roma dove sono arrivate 10 nuove aule costruite in bioedilizia leggera, in altri no. A fronte di questa situazione, secondo Rusconi dell'Anp, "da settembre si produrranno due effetti negativi. Il primo è che con 27 alunni in un'aula il distanziamento è impossibile e sarà inevitabile proseguire con la Dad. Il secondo riguarda la didattica: è difficile seguire 27-30 ragazzini al primo anno delle superiori, in media 7-8 di loro sono condannati alla dispersione scolastica, che costa molto di più alla comunità".

Preside: "Con classi da 27 o Dad o meno iscritti"

"Nella nostra scuola - racconta all'ANSA Danilo Vicca, preside del liceo artistico Enzo Rossi di Roma - siamo già in sofferenza con gli spazi perché in questo momento, con il distanziamento prescritto, abbiamo la possibilità di accogliere contemporaneamente in presenza al massimo il 75% degli studenti. Per il prossimo anno scolastico il problema è che il parametro fissato dal Dpr 81 del 2009 prevede che le classi prime debbano formarsi con almeno 27 studenti. In questo momento, con gli spazi a disposizione e rispettando il distanziamento, nella mia scuola non è possibile accogliere in aula più di 18 persone". "Quindi si aprono tre scenari - spiega Vicca -: o otteniamo una deroga che permetta la creazione di classi più piccole in funzione degli spazi disponibili, o accettiamo tutti gli iscritti mettendo però in conto di dover continuare con la Dad, oppure alcune iscrizioni non potremo accettarle perché - ipotizzando di utilizzare anche più aule per una stessa classe - non tutte le classi potranno crearsi". "Nel mio liceo le aule permettono mediamente di accogliere 24-25 studenti in tempi ordinari, in questo periodo non più di 15-18 - conclude Vicca -. Quindi o riducono il numero o mi tocca rinunciare alle iscrizioni (al momento ne abbiamo circa 180 di nuove e considerando il tasso di ripetenza dovremmo arrivare a 200) e riorientare i ragazzi e le famiglie verso altri istituti", conclude. 

Il commento del sindacato degli insegnanti

"L'eliminazione delle classi pollaio fu un impegno assunto dalla ministra Azzolina in un incontro con i sindacati a luglio - ribadisce il sindacato degli insegnanti Gilda - , durante il quale comunicò la possibilità di derogare ai criteri sul numero di alunni per aula. E invece tra pochi giorni gli organici saranno definiti esattamente con gli stessi criteri, cioè con classi che, soprattutto nelle grandi città, supereranno i 30 studenti". 

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