“Ho nuova voglia di vivere". Così il geometra romano faceva gli auguri al padre il 24 agosto 2006, tre anni prima di morire, celebrando il riavviacinamento col genitore dopo un momento difficile. Le parole sono state lette da Giovanni Cucchi al processo sui presunti depistaggi, attribuiti a 8 carabinieri, sulla morte del 31enne
"Capisci, la vita comincia ora, la nostra quella che ci stiamo costruendo insieme. Papà, io non credo che si possa vivere una seconda volta perciò godiamoci questa di vita ed affrontiamo insieme ogni traversia se ci sarà, solo così ci ritroveremo davvero. Con amore, tuo figlio Stefano", si conclude così la lettera che Stefano Cucchi scrisse al padre Giovanni il 24 agosto del 2006 mentre era sul treno che da Roma Termini lo avrebbe portato a Tarquinia dove si trovava la famiglia. Missiva che il papà, che quel giorno festeggiava il compleanno, ha letto oggi, in lacrime, al processo sui presunti depistaggi attribuiti a 8 carabinieri a dimostrazione dello stretto legame che il geometra 31enne, deceduto al Pertini il 22 ottobre 2009 6 giorni dopo l'arresto per droga e il pestaggio in caserma, aveva con la sua famiglia nonostante i guai legati alla tossicodipendenza e ai tre anni vissuti in comunità.
La lettera di Stefano al Papà
"Caro papà – inizia la lettera di Stefano - ti sto scrivendo su un treno. Quel treno che tante volte ho preso per la disperazione e non mi portava mai a destinazione. Beh, adesso questo treno mi porta da te, forse la persona più importante della mia vita. Mi porta da te con la consapevolezza di portare con me tutta la gioia che provo stando insieme in questo giorno di festa. Dopo tante battaglie e scontri finalmente ci siamo ritrovati, io con una nuova ed inaspettata voglia di vivere e di fare grandi cose come neppure immaginavo mesi fa, tu che, cosi' grande (ma non di eta'), un costante punto di riferimento un uomo che forse non ha mai smesso di credere in me (forse l'unico) - continua Stefano - un padre che amo, forse a modo mio, ma che di sicuro per quello che è, per quello che conosce Stefano, un padre che ha sofferto e che ora io non voglio più che stia male. Una persona che e' stile di vita, viva, umana, umile, e allo stesso tempo aggressiva ma generosa. Un miscuglio di virtù a cui io in questo giorno così bello non posso altro che portare me stesso, un uomo, un figlio con la F maiuscola. Capisci, la vita comincia ora, la nostra
quella che ci stiamo costruendo insieme. Papà, io non credo che si possa vivere una seconda volta perciò godiamoci questa di vita ed affrontiamo insieme ogni traversia se ci sarà, solo cosi' ci ritroveremo davvero. Con amore, tuo figlio Stefano".