I carabinieri stanno requisendo 21 immobili, 7 aziende, due quote societarie, 49 veicoli, 5 conti correnti e beni di lusso: tutto è riconducibile a due membri dell’organizzazione arrestati nel giugno del 2018, per i quali è stata disposta la sorveglianza speciale per 3 anni e l’obbligo di soggiorno nel Comune di residenza
I carabinieri del Comando Provinciale di Roma stanno procedendo alla confisca di beni riconducibili a Franco e Roberto Gambacurta, arrestati nel giugno del 2018, insieme ad altre 46 persone affiliate al medesimo clan nell'ambito di un'operazione contro un'associazione a delinquere finalizzata a una serie di reati, aggravati dalle modalità mafiose. Tra i beni confiscati 21 immobili, 7 aziende, 2 quote societarie, 49 veicoli per un valore complessivo stimato in 6 milioni di euro.
Il provvedimento
Il provvedimento di confisca di beni, emesso dal Tribunale di Roma - Sezione Misure di Prevenzione, su richiesta della locale Dda, ha come oggetto il patrimonio dei Gambacurta e a questi riconducibile perché ritenuto illecitamente accumulati. Per i due fratelli è anche stata disposta la misura di prevenzione della sorveglianza speciale di pubblica sicurezza per la durata di anni 3 e l'obbligo di soggiorno nel comune di residenza.
Chiesti 544 di carcere per membri del clan
Nella giornata di ieri, intanto, la Procura di Roma ha richiesto condanne per una sessantina di imputati tra vertici e affiliati al clan (attivi in zona Montespaccato) per un totale di oltre 544 anni di carcere. Il pm Francesco Cascini ha chiesto anche dieci assoluzioni. Per Franco Gambacurta, ritenuto il capo del sodalizio, chiesti 30 anni di reclusione e per altri due leader del gruppo, Massimiliano e Roberto Gambacurta, sollecitati 26 anni di reclusione.
Le accuse
Gli imputati sono accusati, a seconda delle posizioni, di associazione a delinquere finalizzata all'usura, estorsione, riciclaggio, intestazione fittizia dei beni e spaccio e traffico di sostanze stupefacenti il tutto aggravato dal metodo mafioso.