Roma, protesta dei giovani medici sotto sede ministero Salute. VIDEO

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Diversi specializzandi si sono radunati quest’oggi vestiti con il camice bianco, mostrando cartelloni e legandosi simbolicamente le mani. Il viceministro Sileri ha risposto al presidio: “Giusto e necessario aumentare ulteriormente i contratti di specializzazione e fare altrettanto con i posti da stabilizzare”

“Parlo a chi non vede e a chi non vuol vedere la situazione catastrofica che incombe a spese di tutti”. Così una specializzanda si è rivolta ai partecipanti della protesta che è andata in scena quest’oggi a Roma, sotto la sede del ministero della Salute. I manifestanti, vestiti con il camice bianco e con indosso le mascherine, hanno portato in piazza storie, aneddoti e rimostranze relative alle loro condizioni nel settore medico. Oltre a striscioni e cartelloni, i giovani medici si sono legati simbolicamente le mani (CORONAVIRUS: TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE NEL LAZIO).

Sileri: “Giusto e necessario aumentare contratti specializzazione e posti da stabilizzare”

Il viceministro alla Salute, Pierpaolo Sileri, ha risposto all’appello degli specializzandi: "E' necessario rendere il Servizio sanitario nazionale attrattivo per non far fuggire i medici. Nell'ascoltare la protesta dei medici specializzandi, sento subito il dovere di restituire loro delle risposte concrete: è giusto e necessario, aumentare ulteriormente i contratti di specializzazione e fare altrettanto con i posti da stabilizzare. Abbiamo già iniziato con un aumento da 3.000 borse di specializzazione per i medici, nella passata legge di stabilità: fu una delle piccole grandi battaglie su cui costruimmo la programmazione quali-quantitativa per la sanità del Paese".

“Serve aumentare attrattività del sistema sanitario nazionale”

Accanto a questo, Sileri ha aggiunto che "serve aumentare l'attrattività del sistema sanitario nazionale altrimenti formiamo degli specializzandi che poi andranno all'estero: 150mila euro per formare giovani appassionati e con un futuro davanti che andranno a farlo valere in altri Paesi perché l'Italia non è in grado di trattenerli". La programmazione quali-quantitativa a cui "stiamo lavorando per riformare l'intero sistema – conclude il viceministro alla Salute - deve iniziare al momento dell'accesso alla Facoltà di Medicina, così che i nostri laureati possano specializzarsi e restare sul territorio perché non costretti ad emigrare".

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