Coronavirus Lazio, da lunedì al via 300mila test sierologici

Lazio

L’esame sarà effettuato su operatori sanitari, forze dell’ordine, sul personale e sugli ospiti delle Rsa. Si tratta della “più grande indagine di sieroprevalenza che si svolge in Italia”, ha dichiarato l’assessore  alla Sanità, Alessio D’Amato, e servirà per valutare la circolazione del virus sul territorio

A partire da lunedì, nel Lazio verranno eseguiti 300mila test sierologici su operatori sanitari, forze dell'ordine, personale e ospiti delle Rsa. Come ha riferito l’assessore regionale alla Sanità, Alessio D’Amato, si tratta della “più grande indagine di sieroprevalenza che si svolge in Italia, fatta - ha sottolineato - attraverso il prelievo venoso e non attraverso l'utilizzo di card, che hanno dimostrato una non piena affidabilità”. (TUTTI GLI AGGIORNAMENTI - LA SITUAZIONE NEL LAZIO)

Primi risultati entro il 25 maggio

Per i test, “saranno coinvolti tutti i laboratori della rete CORONET e 20 unità mobili USCA-R”, ha aggiunto D’Amato, spiegando che “la capacità di processo laboratoristico è di almeno 10 mila test al giorno. Contiamo di avere i primi risultati intorno al 25 maggio”. L’indagine, ha evidenziato l’assessore, “non rappresenta in alcun modo una 'patente di immunità’, ma aiuta a comprendere quant'è stata la circolazione del virus sul territorio”.
Gli operatori sanitari, oltre centomila tra medici di medicina generale, pediatri e farmacisti, saranno i primi a essere sottoposti all’esame, seguiti dalle Forze dell’Ordine (Guardia di Finanza, Polizia di Stato, Carabinieri, Vigili del Fuoco, Esercito - 'Strade Sicure', Guardia Costiera, Polizia Penitenziaria per un totale di 62mila operatori potenzialmente interessati) e dalle Rsa (dipendenti e ospiti). I risultati saranno raccolti e archiviati, con il consenso informato dei soggetti, per valutare la circolazione dell'epidemia sul territorio. "Ci aspettiamo un dato mediamente basso di circolazione del virus, al di sotto di quello che abbiamo notato fino ad ora negli operatori sanitari", afferma la Regione in una nota. L’indagine sarà condotta da tutte le strutture del Servizio sanitario regionale e sarà coordinata e monitorata dallo Spallanzani, con il supporto del SERESMI (Servizio regionale sorveglianza malattie infettive). 

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