Mondo di Mezzo, Salvatore Buzzi chiede di essere scarcerato

Lazio
Salvatore Buzzi

L’istanza è stata presentata questa mattina dai legali del “ras delle Coop”, condannato in secondo grado a 18 anni e 4 mesi. I difensori hanno chiesto gli arresti domiciliari dopo che la Cassazione ha fatto cadere l’accusa di associazione di stampo mafioso 

I legali di Salvatore Buzzi, noto come il "ras delle coop” e figura-chiave nel maxiprocesso al Mondo di Mezzo, hanno presentato questa mattina un’istanza per chiedere la scarcerazione del loro assistito, condannato in secondo grado nel procedimento 'Mondo di mezzo' a 18 anni e 4 mesi (COSA C'E' DA SAPERE). In subordine i difensori hanno chiesto gli arresti domiciliari dopo che la Cassazione ha fatto cadere l'accusa di associazione di stampo mafioso nei confronti di Buzzi e ha disposto che la corte d'Appello di Roma ridetermini la pena anche per gli altri imputati, tra cui l’ex terrorista Massimo Carminati. Gli avvocati hanno chiesto "la revoca o la sostituzione della misura cautelare in atto". 

La sentenza di Cassazione

Tramite la sentenza emessa lo scorso 22 ottobre, la Suprema Corte ha riconosciuto, come già era avvenuto in primo grado nell'ambito del processo ribatezzato 'Mafia Capitale', l'esistenza di due distinte associazioni a delinquere semplici, ma non di stampo mafioso. In Appello, invece, era stato riconosciuto l'articolo 416 bis. Sono cadute anche alcune accuse contestate a Salvatore Buzzi e Massimo Carminati: il primo è stato assolto "perché il fatto non sussiste" da due capi di imputazione riguardanti una turbativa d'asta e un episodio di corruzione, mentre il secondo è stato assolto con la stessa formula da una contestazione di "intestazione fittizia di beni".

L'istanza

Nell'istanza il collegio difensivo di Buzzi, composto dagli avvocati Alessandro Diddi e Pier Gerardo Santoro, afferma che alla luce della decisione della Cassazione "il trattamento sanzionatorio" nei confronti dell'imprenditore, che si trova in carcere dal dicembre del 2014, "non potrà non subire un sensibile ridimensionamento rispetto a quanto determinato dal tribunale e dalla Corte di Appello". Per i ricorrenti "è ragionevolmente pronosticabile che la pena complessiva irrogabile potrà essere contenuta in una misura assai prossima alla metà di quella sino ad oggi determinata".
Buzzi, secondo la difesa, ha un "presofferto" sufficiente a sollecitare una immediata scarcerazione o, in secondo luogo, gli arresti domiciliari. Sul punto nell'istanza si afferma che "dalla data di esecuzione della ordinanza di custodia ad oggi sono trascorsi oltre quattro anni nel corso del quale sono certamente venute meno le condizioni storiche, sociali e, soprattutto, economiche per ipotizzare una ragionevole ripetizione di comportamenti del tipo di quelli posti in essere". A tale riguardo "stante la necessaria bilateralità del reato di corruzione, la trasformazione degli equilibri politici rendono impensabile che Buzzi possa oggi, qualora rimesso in libertà, svolgere attività imprenditoriali e, soprattutto, attività che comportino contatti con la pubblica amministrazione". Sul punto i difensori ricordano che "dal 2014 ad oggi si sono succedute ben due amministrazioni comunali".

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