Roma, maxi incendio nell'impianto rifiuti in via Salaria: si indaga per disastro colposo
LazioIl Municipio III invita a tenere le finestre chiuse. La procura di Roma indaga per disastro colposo. Le fiamme sono state domate nel pomeriggio
Un maxirogo è divampato a Roma, nel cuore della notte, in un capannone adibito a deposito rifiuti in via Salaria 981. Dall'impianto più controverso della Capitale (LA SCHEDA) si è sollevata una densa e alta colonna di fumo e l'odore acre è stato avvertito anche nel centro e in diverse zone della città (LE FOTO).
Il presidente del Municipio III di Roma, Giovanni Caudo, ha per precauzione invitato i residenti a tenere le finestre chiuse. Si sta anche valutando di chiudere le scuole nel raggio di 500 metri, anche se le prime misurazioni effettuate da Arpa Lazio con l'auslio delle tre centraline nei pressi del Tmb Salario non hanno registrato valori fuori norma per quanto riguarda l'inquinamento dell'aria. "C'è preoccupazione - spiega Caudo - per la raccolta rifiuti nei prossimi giorni: l'impianto gestito da Ama lavora infatti circa 600 tonnellate di spazzatura al giorno, pari a circa un quinto della produzione giornaliera di rifiuti in città". Al momento non si esclude l'ipotesi che a scatenare l'incendio sia stato un atto doloso o di sabotaggio.
L'appello di Virginia Raggi
Sul luogo dell'incendio si è recata anche la sindaca di Roma, Virgina Raggi, che ha rivolto un appello alle altre città della Regione: "Voglio lanciare un appello a tutte le città del Lazio e alle altre Regioni per collaborare in questo momento, soprattutto alla vigilia di Natale, per supportare Ama nel risolvere temporaneamente e nel minor tempo possibile questa situazione".
Richiesta raccolta dal governatore del Lazio, Nicola Zingaretti, che si augura che già in serata si sia in grado di risolvere il problema. "In collaborazione con l'amministrazione comunale stiamo ascoltando tutti - spiega Zingaretti - si tratta di ricollocare un quantitativo molto importante di materiale. Siamo già attivi con le altre regioni e l'impiantistica regionale".
Simile anche la richiesta del ministro dell'Ambiente, Sergio Costa: "Anche io, come il premier Conte, faccio un appello a tutte le Regioni. Adesso bisogna risolvere subito la questione dei rifiuti, queste 800 tonnellate che ogni giorno arrivano qua e che devono trovare ospitalità altrove. Questo è l'elemento emergenziale".
Il ministro ha poi spiegato come il ricollocamento dei rifiuti sarebbe solo una soluzione temporanea.
Domate le fiamme, si studia soluzione ponte per smaltimento
Domate le fiamme e allontanate, almeno fino all'esito di nuove analisi dell'Arpa, le paure di una nube tossica, l'attenzione si sposta su due fronti: scongiurare l'emergenza rifiuti già dalle prossime ore e trovare la causa del maxi incendio. Ministero, Campidoglio e Regione Lazio e Ama sono al lavoro per trovare una soluzione 'ponte' per smaltire le centinaia di tonnellate che ogni giorno venivano trattate nell'impianto Salario. La Regione sta chiedendo ai diversi operatori che operano nel Lazio, la possibilità di accogliere ulteriori quantitativi provenienti da Roma, a seconda delle diverse possibilità. Già in serata si attendono le risposte che la Regione girerà ad Ama. L'obiettivo: fare in modo che già da domani i rifiuti del Salario abbiano una nuova collocazione. A lavorare alla soluzione un tavolo tecnico tra Regione, Comune e Ama. La municipalizzata dei rifiuti si sarebbe impegnata a richiedere la proroga dell'accordo con l'Abruzzo. Proroga che scadeva il 31 dicembre e che prevedeva il conferimento di 70 mila tonnellate/anno di rifiuti.
La Procura di Roma indaga per disastro colposo
La Procura di Roma ha avviato un'indagine per disastro colposo. Non è escluso che i magistrati possano ipotizzare anche il reato di danneggiamento seguito da incendio. Gli inquirenti procederanno al sequestro parziale della struttura che è comunque totalmente inagibile. Il pm Carlo Villani, già titolare di un fascicolo sulla struttura, nel quale si ipotizzava il reato di inquinamento ambientale e attività di rifiuti non autorizzata, si è recato per un sopralluogo da cui è emerso che dal 7 dicembre scorso le telecamere di videosorveglianza non erano in funzione. La verifica è stata effettuata dal procuratore aggiunto Nunzia D'Elia e dai sostituti Luigia Spinelli e Carlo Villani. Gli accertamenti tecnici che verranno disposti dalla procura puntano a cercare di chiarire le cause che hanno scatenato le fiamme. Al momento non si esclude alcuna pista dal fenomeno dell'autocombustione a quella legata ad un atto doloso o di sabotaggio. In queste ore sono stati ascoltati dai carabinieri i vigilantes che erano in servizio la scorsa notte.
Fiamme divampate nella vasca di ricezione dei rifiuti
In base a quanto si apprende le fiamme sarebbero divampate, per ragioni ancora da accertare, nella vasca di ricezione dei rifiuti indifferenziati. Si tratta di una zona non accessibile dall'esterno. La procura delegherà ai vigili del fuoco una serie di analisi sia sulla Foss, parte di umido resa inerte, che sul Cdr, combustibile da rifiuti, per verificare lo stato sul trattamento. Nel caso dovessero emergere elementi anomali, i pm potrebbero valutare l'affidamento di una perizia. Campionamenti verranno effettuati anche sul "talquale", rifiuti indifferenziati.
Nella relazione dell'Arpa erano state segnalate irregolarità
"L'Arpa nella sua relazione boccia il Tmb Salario perchè è inefficace e non funziona e dunque va chiuso". Due settimane fa il presidente del III Municipio Giovanni Caudo aveva lanciato l'allarme presentando una parte del documento dell'Arpa secondo il quale l'impianto dell'Ama "non produce i rifiuti che dovrebbe produrre, non stabilizza i rifiuti trattati che producono cattivo odore". A settembre invece sempre Arpa Lazio in una comunicazione alla stampa in merito "all'ordinaria gestione dell'impianto" aveva affermato che nei "ripetuti controlli effettuati nel tempo" erano state riscontrate "numerose irregolarità, prontamente segnalate alle autorità competenti". In quella circostanza Ama aveva bollato come "irricevibili" le affermazioni dell'Arpa "che non rispondono al vero e sono lesive dell'immagine di Ama Sp".