Tav, cos'è la clausola di dissolvenza

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Una norma nel Codice degli appalti francese che permette di non dar seguito ai capitolati in ogni momento, senza oneri: è questo il cavillo con cui l'esecutivo italiano ha sbloccato le "manifestazioni di interesse" prendendo tempo e scongiurando la crisi di governo

Un escamotage giuridico offerto dal diritto privato francese per prendere tempo sulla Tav (GLI ULTIMI AGGIORNAMENTI). È la clausola di dissolvenza scelta dal governo italiano per arrivare a maggio quando, dopo le elezioni europee, si prenderanno le decisioni definitive. Si tratta di un cavillo che consente di dichiarare senza seguito una procedura di gara già pubblicata, ma per la quale nel frattempo siano venute meno le volontà politiche di procedere. È prevista nel capitolo V del Codice unico degli appalti francese, e non impone onori o obblighi né per la stazione appaltante né per gli azionisti né per gli Stati.

Come funziona la clausola di dissolvenza

In sostanza, inizialmente non verranno affidati i lavori e, sulla base della clausola, il governo (sia quello italiano sia quello francese) potrà ritirarsi prima di far partire i cantieri. Nella pratica, l’utilizzo di questa clausola per la Tav comporta che, anche con l’apertura dei bandi da parte di Telt (la società italofrancese incaricata di realizzare la Torino-Lione) o con la pubblicazione degli avvisi di manifestazione di interesse (ovvero la decisione presa dall'esecutivo italiano), il governo potrebbe realizzare la ridiscussione dell’opera inserita nel Contratto di governo e voluta dal presidente del Consiglio Giuseppe Conte.  

Il compromesso M5s-Lega

La strada della “dissolvenza” è la soluzione indolore che mette d'accordo tutti, il M5S e la Lega. I bandi si faranno, ma la procedura si potrà bloccare, presentandoli come una tappa non risolutiva. "La via più di buon senso è quella di pubblicare i bandi con la clausola della dissolvenza così come previsto dal diritto francese, che consente in qualsiasi momento di poterli revocare", ha spiegato il sottosegretario alle Infrastrutture, Armando Siri. I bandi per la Tav sono in realtà degli inviti alle aziende a manifestare interesse e la procedura può essere interrotta. "Noi dobbiamo assicurarci - ha aggiunto Siri - i fondi europei e poi sederci con Francia e Unione Europea per ridiscutere la questione del finanziamento della Tav".

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