Cosa succede se coloriamo ogni comune della regione con il colore del partito che ha raccolto più voti in quel territorio nelle ultime cinque elezioni? La risposta in una mappa animata
Tutta rossa, quasi tutta rossa, rosso-gialla-verde, prevalentemente verde ma con il rosso in recupero. In questi anni i colori politici dell’
Emilia Romagna, dove
si è votato per le
elezioni regionali il 26 gennaio, sono cambiati molto, a volte in modo radicale e repentino a pochi mesi di distanza. A mostrarlo sono le mappe elettorali realizzate da Sky Tg24 che colorano il territorio di ciascun comune in base al partito che ha raccolto più voti: rosso per il Partito Democratico, giallo per il Movimento 5 Stelle, verde per la Lega e blu per Forza Italia. Il risultato, quando le cartine siano messe in rapida successione, è una fotografia delle preferenze degli elettori emiliano-romagnoli negli ultimi cinque anni, in linea peraltro con la volatilità politica generale che ha caratterizzato il nostro Paese nel decennio appena concluso.
Nel mezzo di quest’alternanza di colori (e di voti) alcune tendenze diventano evidenti. Innanzitutto, la perdita di consenso del PD in quella che per decenni è stata la regione “rossa” per eccellenza, prima della risalita alle ultime regionali. I democratici sono passati da 338 comuni in cui erano il primo partito nelle elezioni europee del 2014 ai 76 delle Europee 2019 per poi recuperare fino ai 109 del 26 gennaio. Percorso inverso quello compiuto dalla Lega. Il partito di Matteo Salvini ha visto incrementare stabilmente il bottino di città, cittadine e Paesi nei quali ha raccolto più consensi di tutti: nessuno alle Europee 2014, 25 alle Regionali dello stesso anno fino a toccare quota 252 nelle politiche dell’anno passato per poi calare a 218 alle Regionali 2020. Diversa ancora la traiettoria del M5S, che nelle elezioni Politiche del 2018 è risultato la prima lista alla Camera in 138 comuni dell’Emilia Romagna ma nelle altre competizioni, almeno per quanto riguarda questa particolare graduatoria, ha raccolto poco o nulla.
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Ovviamente un computo di questo tipo, che tiene conto soltanto della forza politica che ha ottenuto il maggior consenso in ciascun comune, è un indicatore molto parziale del risultato elettorale. Non rappresenta - come ogni altro indicatore considerato da solo, per altro - un’analisi esaustiva ma ha il vantaggio di offrire un’idea visivamente immediata dell’andamento dei vari partiti nel tempo in un determinato territorio.
Le mappe, nella loro versione interattiva, permettono di dare un’occhiata ai risultati a livello comunale delle passate cinque elezioni. Vista sotto questa prospettiva, l’espansione della Lega - e lo speculare arretramento del PD - sono iniziati da Ovest per proseguire nelle aree meridionali e settentrionali della Regione in una sorta di manovra di accerchiamento che, in occasione delle Europee 2019, ha visto diventare “verdi”, oltre a centinaia di paesi e cittadine, anche alcune città come Parma e Ferrara. In questa rappresentazione del voto il Partito Democratico sembra aver mantenuto i propri consensi soprattutto nella parte centrale della Via Emilia: da Reggio Emilia e dintorni, passando per Modena, Bologna, Imola, Forlì e Cesena. E soprattutto lungo la Via Emilia il PD ha riguadagnato alcuni Comuni alle Regionali di questo gennaio, a cominciare da Parma.