Riforma del titolo V della Costituzione, cos'è e perché se ne parla

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Con autonomia differenziata si intende il riconoscimento da parte dello Stato dell'autonomia legislativa a regioni a statuto ordinario sulle materie di competenza concorrente tra Stato e regioni o ad esclusiva competenza statale. Ecco i temi toccati dalla riforma approvata in Cdm

Il disegno di legge proposto dal Ministro per gli affari regionali e le autonomie, il leghista Roberto Calderoli, e approvato in Cdm affronta la questione dell'autonomia differenziata da parte delle regioni a statuto ordinario.

Con autonomia differenziata si intende il riconoscimento da parte dello Stato dell'autonomia legislativa a regioni a statuto ordinario sulle materie di competenza concorrente tra Stato e regioni o ad esclusiva competenza statale.

Un tema che la Lega porta avanti ormai da anni, derivante dalla riforma del titolo V della Costituzione datata 2001, grazie alla quale le regioni possono chiedere allo Stato competenza esclusiva su 23 materie di politiche pubbliche. 

Oltre alle competenze, però, con la riforma approvata le regioni potranno mantenere il controllo dell'intero gettito fiscale, che non verrà più distribuito a livello nazionale a seconda delle necessità collettive del momento. 

Semplificazione delle procedure 

L'articolo 116 della Costituzione, che  prevede già una concessione di "forme e condizioni particolari di autonomia" su richiesta delle regioni, ha costituito il punto di partenza per il testo presentato da Calderoli. 

Dopo le polemiche dei giorni scorsi, con le perplessità generali dettate soprattutto dalla paura di una crescita del divario tra Nord e Sud e da una possibile spaccatura sociale nel Paese, gli esponenti del governo hanno sottolineato che la riforma si propone di favorire una allocazione delle risorse più efficiente, semplificando e sburocratizzando le procedure.

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