Testimone contro la mafia, per 27 anni è stata costretta a una vita sotto scorta e con un'altra identità, dopo essere diventata collaboratrice di giustizia. Nel 2018 è stata eletta deputata tra le fila del M5s e ha svelato il suo volto
Ha passato 27 anni, più della metà della sua vita, sotto scorta e con un’altra identità dopo essere diventata testimone di giustizia. Fino a quando nel 2018 ha rivelato il suo volto dopo essere stata eletta alla Camera tra le fila del M5s. È la storia della deputata pentastellata Piera Aiello, siciliana, unica italiana ad apparire nella lista stilata dalla BBC delle 100 donne più influenti al mondo. “Sono senza parole”, ha commentato Aiello. “È un grande onore per me essere accostata a queste grandi donne di fronte alle quali mi sento piccola piccola. Ringrazio la Bbc per avere creduto nella mia battaglia contro la mafia, anche se io non ho fatto nulla di straordinario ma solo quello che dovrebbe fare ogni cittadino onesto".
La storia di Piera Aiello
Nata nel 1967 a Partanna, nel Trapanese, Piera Aiello è costretta appena diciottenne a sposare Nicolò Atria, figlio del boss locale Vito. Nove giorni dopo il matrimonio il suocero viene assassinato. Nel 1991, sei anni dopo, la stessa sorte tocca al marito di Piera, Nicolò, ucciso sotto i suoi occhi. È questo il momento di svolta della vita di Piero Aiello, che decide di denunciare gli assassini del marito e inizia a collaborare con la polizia e la magistratura diventando così testimone di giustizia.
Il legame con Rita Atria
A collaborare con la giustizia non è solo lei ma anche Rita Atria, sua cognata, diventata tristemente famosa per essersi tolta la vita dopo la strage di via D’Amelio in cui vengono uccisi il giudice Paolo Borsellino e la sua scorta. Sia Rita Atria che Piera Aiello si erano rivolte a Borsellino, che aveva raccolto le loro testimonianze. Le loro denunce, insieme ad altre testimonianze, hanno permesso di arrestare numerosi mafiosi di Partanna, Sciacca e Marsala. Rita, molto legata a Borsellino, una settimana dopo la morte del giudice si suicida a Roma, dove viveva in segreto.
La candidatura con il M5s
Quando diventa testimone di giustizia, Piera Aiello è costretta a lasciare la Sicilia e a vivere con un’altra identità, sotto scorta, mentre prosegue costante il suo impegno antimafia. Nel 2012 racconta la sua storia nel libro “Maledetta mafia”, scritto a quattro mani con Umberto Lucentini, giornalista e biografo di Paolo Borsellino. Nel 2017 decide di candidarsi alle elezioni con il Movimento 5 stelle, senza però poter mostrare il suo volto in pubblico, né farsi fotografare e tenere eventi pubblici in piazza.
L'elezione a deputata
Il 4 marzo 2018, alle Politiche, viene eletta alla Camera in un collegio uninominale in Sicilia, in provincia di Trapani. Decide quindi di mostrare il suo volto e di riappropriarsi della sua identità, dopo 27 anni durante i quali è stata costretta a nasconderla. Piera Aiello è componente della Commissione giustizia della Camera e della Commissione Antimafia. Intanto continua il suo impegno nelle campagne anti-mafia in Parlamento e si batte perché sempre più testimoni di giustizia trovino il coraggio di parlare. "Ho deciso di farmi avanti perché coloro che si ribellano alla mafia non siano messi ai margini - aveva spiegato dopo la decisione di candidarsi - Io, Piera Aiello, rivolevo indietro la mia faccia. E l'ho riavuta".