Almasri, governo smentisce indagine Cpi su Italia. Vittima del generale sarà a Strasburgo

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Secondo Avvenire un cittadino sudanese, vittima delle torture del comandante libico, avrebbe inviato una mail alla Cpi sostenendo che Meloni, Piantedosi e Nordio "hanno abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali". Il governo ha detto che non esistono procedimenti aperti e il ministro della Giustizia potrebbe formalizzare alla Cpi una richiesta di spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure per il mandato di arresto. Legale vittime: “Valutiamo altre denunce”

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Non accenna a spegnersi la vicenda Almasri dopo che il quotidiano Avvenire ha dato notizia di una comunicazione arrivata via mail alla Corte penale internazionale da un cittadino sudanese, vittima insieme alla moglie delle torture del comandante libico. Da qui l’ipotesi secondo cui la Corte penale internazionale dell'Aja avrebbe avviato un fascicolo di indagine sull'operato del governo italiano per "ostacolo all'amministrazione della giustizia", ma l’esecutivo ha precisato che non esiste ad oggi nessun procedimento aperto. E la stessa Cpi, attraverso un suo portavoce, ha chiarito: "Secondo lo Statuto di Roma, ovvero il trattato istitutivo del tribunale internazionale, qualsiasi individuo o gruppo di qualsiasi parte del mondo può inviare informazioni al procuratore della Corte": si tratta di "comunicazioni", che "l'ufficio del procuratore non commenta". L'avvocato Omer Shatz, direttore di Front-Lex, l'organizzazione di avvocati per i diritti umani che ha sporto denuncia ai giudici dell'Aja, a nome del rifugiato sudanese, contro Giorgia Meloni, Carlo Nordio e Matteo Piantedosi, all'Ansa ha dichiarato: "Stiamo valutando di presentare altre denunce alla Corte penale internazionale legate al caso Almasri. Sono sue vittime, quelle che si sentono più umiliate e deluse dalla condotta del governo italiano, perché sono quelle che volevano vedere Almasri giudicato e processato". Una delle vittime delle torture di Almasri, il 27enne del Sud Sudan David Yambio, come ha fatto sapere il gruppo dei Verdi all'Eurocamera martedì prossimo sarà ospite a Strasburgo in una conferenza stampa organizzata dal presidente della sottocommissione Diritti Umani delll'Eurocamera (Droi), Mounir Satuori. Intanto, il ministro della Giustizia Carlo Nordio potrebbe formalizzare nei prossimi giorni alla Cpi una richiesta di spiegazioni sulle incongruenze nelle procedure attivate per il mandato di arresto di Almasri.

La segnalazione alla Cpi

Secondo la segnalazione, non consegnando Almasri alla Cpi la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e i ministri Nordio e Piantedosi "hanno abusato dei loro poteri esecutivi per disobbedire ai loro obblighi internazionali e nazionali". La missiva è stata protocollata dalla Corte e Avvenire - mostrando un'immagine parziale di un documento che reca un numero seriale - fa riferimento all' "apertura di un fascicolo all'Aja". Secca la smentita che arriva attraverso fonti del governo: "Non esiste ad oggi nessun procedimento aperto contro l'Italia dalla Corte penale internazionale. Il procuratore, spiegano le stesse fonti, non ha ufficialmente inviato la denuncia del cittadino sudanese né al cancelliere né ai giudici. Il rifugiato sudanese, viene spiegato ancora, ha inviato una mail all'indirizzo mail dedicato dell'ufficio del procuratore. Le comunicazioni sono moltissime, ognuna viene vagliata e solo se ritenuta fondata può originare un procedimento, che richiede mesi. Il tutto viene di solito tenuto riservato, salvo che lo stesso denunciante non lo riveli al pubblico". E il presidente del Consiglio europeo, Antonio Costa, dopo aver incontrato il presidente della Cpi Tomoko Akane sottolinea "l'indipendenza e l'imparzialità della Corte".

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"Forse bisogna aprire un'inchiesta sulla Corte penale, bisogna avere chiarimenti su come si è comportata - ha commentato il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani - Comunque confermo, l'atto inviato all'Italia era nullo, condivido al cento per cento quello che ha detto il ministro Nordio". Più ironico è stato il Guardasigilli che ha detto: "Credo che a questo mondo tutti indaghino un po' su tutto. Noi abbiamo fiducia nella giustizia umana. Postulo la giustizia divina proprio perché la giustizia umana spesso è fallibile, ma accontentiamoci di quella che abbiamo e vediamo come va". Nordio si è anche detto "dispiaciuto" per il fatto che un criminale come Almasri non sia stato giudicato a causa della violazione di una regola formale, ma "l'idea che un torturatore debba essere punito in quanto tale indipendentemente dal rispetto delle regole significa delegittimare la stessa esistenza dei tribunali internazionali". "Sulla Corte penale internazionale condivido le parole del collega Tajani, invece di indagare dovrebbe essere indagata", ha chiosato il leader della Lega Matteo Salvini.

Le opposizioni

Anche l'opposizione non resta ai margini ed è pronta a scendere nuovamente in campo, stavolta all'Eurocamera. Il Parlamento dell'Unione ha inserito in calendario, per martedì 11 febbraio a Strasburgo, un dibattito sulla "protezione del sistema di giustizia internazionale e le sue istituzioni, in particolare la Corte penale internazionale e la Corte internazionale di giustizia": Movimento Cinque Stelle e Sinistra Italiana promettono di usarlo per portare in Europa il caso del generale libico rilasciato. E a livello nazionale il leader del M5S Giuseppe Conte attacca: "La presidente Meloni, così chiacchierina sul social, dovrebbe venire in Parlamento a parlare di Almasri. Ci sono varie versioni menzognere e contraddittorie, venga a metterci la faccia lei e a dire quale è la versione finale". "Viene scarcerato un torturatore di donne, un violentatore di bambini per scelta del governo. La Meloni che aveva giurato di dare la caccia ai trafficanti di uomini scappa dall'Aula e non si presenta. Lei va solo da Porro e da Vespa. Parlamento umiliato e deriso dalla Presidente che scappa e tutti fanno finta di nulla", aggiunge Matteo Renzi.

L'informativa di Nordio e Piantedosi

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Non avere firmato la richiesta di un nuovo mandato di cattura per il generale Almasri che gli uffici di via Arenula avevano suggerito di fare inviando al ministro Nordio una bozza il 20 gennaio scorso, 24 ore prima della liberazione del cittadino libico. Sarebbe questa la condotta, secondo quanto scrive oggi il quotidiano La Repubblica, che farebbe prefigurare il reato di omissione di atti di ufficio che la Procura di Roma contesta al capo del dicastero. Oltre al reato di favoreggiamento, Nordio è iscritto anche per la fattispecie prevista all'articolo 328 del codice penale. Del profilo penale, non citato nella denuncia presentata dall'avvocato Luigi Li Gotti, è stato lo stesso Nordio a parlarne nel corso dell'informativa in Parlamento di giovedì. "Il 18 gennaio la Corte penale - scrive il quotidiano - comunica informalmente che sta per emettere un mandato di cattura per Almasri che verrà inviato all'Italia e ad altri sei Paesi. Il mandato viene emesso qualche ora dopo e inviato al magistrato di collegamento che lavora all'ambasciata olandese". Al mandato di arresto è allegata una nota in cui "la Cpi ricordava che 'nel caso in cui individuassero problemi che potrebbero impedire l'esecuzione della richiesta di cooperazione, dovrebbero consultare la Corte senza indugio al fine di risolvere la questione'". Il mandato viene trasmesso domenica 19 pomeriggio al ministero. "Dove era già stata trasmessa la comunicazione della Polizia dell'avvenuto arresto a Torino. E dove, la mattina dopo, il 20, arriva anche la richiesta della Corte di appello di Roma con la quale si indicava l'errore procedurale - l'arresto senza il passaggio dal ministero della Giustizia - e sostanzialmente si chiedeva che venisse sanato - scrive Repubblica- Come? Per esempio con un nuovo ordine di arresto. Che gli uffici di via Arenula preparano, ma resta una bozza. Il ministro decide infatti di non procedere. Non contatta il tribunale. Né scrive alla Cpi per sollevare quei problemi che potrebbero impedire l'esecuzione".

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