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Ddl Sicurezza e cannabis light illegale, l'appello del Forum sulle droghe

Politica
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L'associazione ha scritto e pubblicato sul proprio blog “Fuoriluogo” un appello firmato da 27 tra esperti, attivisti e ONG internazionali che chiedono al governo Meloni di stralciare l’emendamento dal ddl sicurezza che riguarda la cannabis light illegale perché ritengono che il divieto rappresenti un affronto “non solo al buon senso dei cittadini ma anche alla scienza”

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Tra i temi di dibattito in questi giorni alla Camera c’è quello legato al ddl sicurezza, un provvedimento omnibus il cui scopo dovrebbe essere quello di introdurre disposizioni in materia di sicurezza pubblica o anche di tutela del personale in servizio, senza dimenticare quelle legate all’ordinamento penitenziario. Uno dei nodi su cui si sta alimentando il dibattito è quello sulla cannabis light, inserita nel provvedimento e sulla quale le opposizioni sono tornate a farsi sentire insieme ai rappresentanti del settore. La questione, in sostanza, riguarda la produzione e la vendita della cannabis light che potrebbe presto diventare illegale in Italia.

Palazzo Chigi: “Norme non sono contro la filiera della canapa ma contro i cannabis shop”

Intanto è stato introdotto un emendamento che, se poi effettivamente approvato, potrebbe vietare “le infiorescenze, le resine e gli oli di canapa indipendentemente dal fatto che contengono o meno Thc”, ovvero il principio psicoattivo della cannabis. Rendendo di fatto il mercato della cannabis light, che ha preso piede nel nostro Paese dopo la legge 242 del 2016, illegale. In quest’ottica è stata diffusa una nota del dipartimento delle Politiche Antidroga della presidenza del Consiglio. "Secondo l'emendamento al ddl sicurezza le inflorescenze della Cannabis Sativa Linnaeus e i loro derivati non sono contemplati tra i prodotti ammessi dalla legge 242/2016 sulla coltivazione e sulla filiera agroindustriale della canapa, in quanto soggetti al 'Testo unico delle leggi in materia di disciplina degli stupefacenti' (DPR n. 309/90), come evidenziato nelle motivazioni della sentenza di Cassazione del 30 maggio 2019", si legge. "Tale emendamento non vieta o limita quanto previsto dalle Disposizioni per la promozione della coltivazione e della filiera agroindustriale della canapa, non criminalizza o altera il relativo mercato né le attività di chi ha investito nel settore, bensì contrasta l'illecita produzione e commercializzazione per uso ricreativo di inflorescenze e derivati nei cosiddetti 'cannabis shop', avviata dopo la legge 242/2016, al fine di evitare l'assunzione di prodotti che favoriscano alterazioni dello stato psicofisico e conseguenti comportamenti rischiosi per l'incolumità pubblica, per esempio per la sicurezza stradale", viene specificato da Palazzo Chigi. "La legge 242/2016, infatti - si legge ancora - autorizza la coltivazione e la trasformazione di Cannabis Sativa L. solo al fine di ottenere prodotti quali alimenti, bevande e cosmetici, fibra, polveri, oli o carburanti, biomassa per autoproduzione energetica industriale, o destinati alla pratica del sovescio, a bioingegneria o bioedilizia, fitodepurazione, attività didattiche, di ricerca, florovivaismo, tessile", viene spiegato. "L'emendamento, inoltre non crea contrasti con altri Paesi EU, essendo in linea con la Direttiva 2002/53/CE e con la Convenzione Unica sugli Stupefacenti di New York del 1961. La produzione di cannabis per uso medico, si ricorda infine, è soggetta ad altra normativa ed esclusa dalla coltivazione e dalla filiera agroindustriale della canapa. Il CBD, derivato dalla cannabis contenente principi attivi, è stato inserito nella Tabella dei medicinali allegata al DPR 309/90”, è stato aggiunto ancora.

Le reazioni politiche

"Con un colpo di mano in sede referente la maggioranza ha inserito, all'articolo 18", del Ddl sicurezza "il divieto della cosiddetta cannabis light, obbedendo alla più oscurantista ideologia proibizionista che vieta la coltivazione e la vendita delle infiorescenze di canapa a basso contenuto di Thc". Questo il commento in Aula alla Camera del deputato e segretario di +Europa Riccardo Magi, durante la discussione generale sul Ddl Sicurezza. "Si tratta di qualcosa di incredibile che sta accadendo nel nostro Paese. Il governo decide di tagliare le gambe a migliaia di aziende e a migliaia di lavoratori che hanno dato vita negli ultimi a un settore e a una filiera completamente made in Italy che sta vedendo uno sviluppo esponenziale", ha aggiunto. Secondo Elisabetta Piccolotti dell'Alleanza Verdi Sinistra, "alla faccia della protezione del Made in Italy e del favorire le imprese che investono nella ricerca” il Governo “ci ripensi e salvi la filiera della cannabis light". "Sulla cannabis light Salvini ordina e Lollobrigida obbedisce infischiandosene di una delle filiere di eccellenza del Made in Italy agroindustriale, sbattendo altresì la porta in faccia alle organizzazioni agricole e alle imprese di settore che in questi anni, con successo, hanno investito ingenti risorse per arrivare ad un fatturato annuo di 500 milioni per oltre 10mila posti di lavoro”. Questo poi il commento di Stefano Vaccari, capogruppo Pd in commissione Agricoltura e segretario di Presidenza della Camera.

L’appello

Nel frattempo, il Forum sulle droghe ha scritto e pubblicato sul proprio blog “Fuoriluogo” un appello firmato da 27 tra esperti, attivisti e ONG internazionali che chiedono al governo Meloni di stralciare l’emendamento dal ddl sicurezza perché ritengono che il divieto rappresenti un affronto “non solo al buon senso dei cittadini ma anche alla scienza”. L’appello sottolinea come la nuova normativa “produrrebbe il paradossale effetto giuridico di punire con le sanzioni penali e amministrative previste per le sostanze psicotrope anche chi produce o utilizza infiorescenze prive di effetti psicoattivi”, una palese violazione dei principi di proporzionalità, ragionevolezza e offensività del diritto penale ed un “insulto al buon senso e alla scienza”. L’intervento legislativo, oltre che mettere “fuori legge oltre 13mila lavoratori – per lo più giovani – impiegati nel settore” impedirebbe agli agricoltori “di avere un reddito dall’intera pianta” mettendo così “in difficoltà anche le altre filiere produttive della canapa: alimentare, tessile, bioedilizia, energetica”, si legge ancora.

Il Tar del Lazio sospende il decreto del ministero

Tra l'altro proprio quest'oggi, 11 settembre, il Tar del Lazio, con un'ordinanza depositata in data odierna, ha sospeso il decreto del ministero della Salute del 27 giugno scorso sull'"aggiornamento delle tabelle contenenti l'indicazione delle sostanze stupefacenti e psicotrope", con cui venivano inserite nella tabella dei medicinali, le "composizioni per somministrazione ad uso orale di cannabidiolo ottenuto da estratti di cannabis". Il giudice amministrativo ha accolto l'istanza cautelare sollecitata nel ricorso di alcune società che chiedono l'annullamento del decreto.

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