Conte: "Grillo? Non può esserci soggetto sopraelevato a M5S. Mai un'alleanza con Renzi"

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Il messaggio recapitato dal leader alla comunità pentastellata suona così: o me o lui. Ne rimarrà solo uno. All’assemblea costituente del 19 e 20 ottobre i pentastellati si ritroveranno davanti a un bivio

 

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La lotta interna nel M5S non accenna a placarsi. L’ultima battaglia è stata una serie di duri botta e risposta tra Giuseppe Conte e Beppe Grillo che, in sostanza, si sono sfiduciati a vicenda. L’ex presidente del Consiglio, replicando all’attacco del fondatore di qualche giorno fa, ha espresso chiaramente la sua posizione: “Nessuno può dirci cosa discutere, non resto se c’è un soggetto sopraelevato nel M5S”. Probabilmente i nodi verranno al pettine con l’assemblea costituente del 19 e 20 ottobre dove i pentastellati si ritroveranno davanti a un bivio: rinnegare Grillo o sconfessare Conte. Una decisione che rischia, comunque di indebolire il movimento.

La polemica con Renzi

Ma non ci sono solo le lotte interne al M5s. Conte punta Matteo Renzi e lancia un avvertimento anche a Elly Schlein. O me o lui, di nuovo. “Non potremmo mai lavorare con Renzi, non potremmo mai costruire un progetto con Renzi”. Poi va sul personale: “Renzi è votato al campo degli affari, sta facendo affari in tutto il mondo. Ora si sta ingegnando a entrare nella partita del litio, bravissimo, vale tanto. Ma che c'entra con la politica?”. La risposta del leader di Iv non si fa attendere: “Addirittura il litio?”.     

Il clima teso da mesi

Le tensioni tra i due leader del Movimento serpeggiavano sottotraccia da qualche tempo: “Non ci siamo più sentiti, non mi ha più chiamato, forse doveva andare così”, aveva ammesso lo stesso Conte. Poi il clima si è surriscaldato con una serie di frecciatine reciproche che settimana dopo settimana sono diventate vere e proprie bordate.

L'intervista di Grillo e il post sul blog

Il casus belli è stata un’intervista di Grillo che suonava come un vero e proprio messaggio a Conte. Poi, il 6 settembre dalla prima pagina del blog è arrivata anche l’accusa rivolta all’ex presidente di voler “abbattere il partito”, rivendicando per sé il ruolo di “garante” riconosciutogli dall’articolo 12 dello statuto. Alla provocazione non si è fatta attendere la replica di Conte: “Andiamo avanti, ma non è una questione Grillo-Conte semmai Grillo-comunità”.

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I tre nodi da sciogliere

I motivi del contendere tra i due sono: simbolo, nome e limite dei due mandati (in passato aggirato con il cosiddetto “mandato zero”). Conte ha dichiarato “l’impegno a non opporsi sul simbolo”, ma non si è espresso sulla regola dei due mandati. Se l’assemblea eliminerà il vincolo, verrà meno il vero motivo dello scontro. La regola è invisa a diversi parlamentari, che la vivono come una limitazione alla loro carriera politica.

 

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