Vertice di governo, scoppia il caso del comunicato sull’Ucraina "corretto" dalla Lega

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Dopo l’incontro fra Meloni, Salvini e Tajani la nota congiunta è uscita in due versioni diverse: in quella di FdI si parlava di "condivisione sulla posizione del governo relativamente alla guerra in Ucraina", ma in quella diffusa dal Carroccio si leggeva di un "appoggio a Kiev, ma contrari a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini". La Lega ha poi rettificato il testo che secondo Salvini "è stato modificato solo per scelta stilistica e non di contenuto. Si tratta di un semplice errore"

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Quello di oggi fra i leader della maggioranza - Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani - doveva essere il vertice della "compattezza". A rovinare l’obiettivo è stato un comunicato che, pur sancendo il "rinnovo del patto di coalizione", è uscito in due versioni nel passaggio in cui si parla di politica estera, in particolare di Ucraina. La versione inviata dallo staff di Giorgia Meloni e da FdI esprime "condivisione sulla crisi in Medio Oriente e sulla posizione del governo italiano relativamente alla guerra in Ucraina". Nel testo trasmesso ai giornalisti dalla Lega si parla invece di "appoggio a Kiev ma contrari a ogni ipotesi di interventi militari fuori dai confini ucraini".

La Lega: "Un errore dovuto alla fretta"

Il testo del Carroccio rimane nelle chat della comunicazione leghista circa un quarto d'ora, prima di essere rettificato, con l'ufficio stampa del partito di Matteo Salvini che si scusa: per "un errore" dovuto alla "fretta" è stata trasmessa "una versione del comunicato che poi è stata modificata. Non era una modifica di contenuto". Chi ha avuto modo di parlare con la Presidente del Consiglio assicura che "non le ha certo fatto piacere" questo cortocircuito comunicativo. "Non ci crede nessuno che sia stato un errore, un problema lo crea perché rovina il clima", dice un ministro. E c’è anche chi nella versione leghista, e nel riferimento agli "interventi militari" e quindi non all'uso delle armi fornite dagli alleati, intravede implicite riserve sulla strategia di Volodymyr Zelensky, in un momento in cui l'offensiva ucraina punta sulla regione russa di Kursk. "Non c'è nessun tipo di scontro", la precisazione arrivata dall'ufficio stampa leghista mentre montava il caso: "Per la maggioranza e il governo valgono le dichiarazioni rese ieri dal ministro degli Esteri Antonio Tajani", secondo cui "l'uso delle armi italiane può avvenire solo all'interno dell'Ucraina". E a un'ora dalla fine del Consiglio dei ministri, svoltosi dopo il mini-vertice di maggioranza, è arrivata anche una nota di Salvini, secondo cui "il testo (inviato per errore ma subito corretto) è stato modificato in pieno accordo con tutti gli altri leader solo per scelta stilistica e non di contenuto. Si tratta di un semplice errore, non c'è alcun problema 'o caso' nella maggioranza, abbiamo ribadito la linea del governo che la Lega ha sempre sostenuto".

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Gli attacchi delle opposizioni

"Altro che 'scelta stilistica', caro Salvini - è la replica di Enrico Borghi di Italia Viva - La differenza tra lasciare nel comunicato quel passaggio o toglierlo è come quella tra stare sulle posizioni di Orban o su quelle dell'Unione Europea, degli Stati Uniti e del Regno Unito". Per il dem Piero De Luca è una "ennesima figuraccia del governo sulla politica estera". Il governo "non è più in grado di esprimere una linea unitaria sul diritto dell'Ucraina a difendersi dall'aggressione russa utilizzando le armi, fornite anche dall'Italia, per distruggere le basi di lancio missilistiche dei russi", attacca Osvaldo Napoli, di Azione, secondo cui "ora è più chiaro il senso delle cose scritte e dette nei giorni scorsi dai ministri Crosetto e Tajani". E anche Benedetto Della Vedova (+Europa), critica il ministro degli Esteri: "L'equiparazione dell'uso delle armi date a Kiev su obiettivi in Russia con la guerra a Mosca, è stata comprensibilmente definita 'ridicola' dall'Alto rappresentante Borrell".

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