Concessioni balneari, ecco il piano del governo. Venerdì lo sciopero degli ombrelloni
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Polemica sulla gestione del governo del dossier. Non c'è stato alcun intervento, e questo ha provocato l'ira di quella parte degli operatori che già aveva preannunciato la mini-serrata dimostrativa con il cosiddetto "sciopero degli ombrelloni". Domani, 9 agosto, gli stabilimenti apriranno con due ore di ritardo, cioè alle 9,30 del mattino.
L'esecutivo punta ora a definite un quadro giuridico certo: gare subito ma con una mini-proroga per consentire le perizie asseverate e indennizzi adeguati. Meloni ha chiarito ai suoi che un accordo con l’Unione europea non è più procrastinabile
Quello che devi sapere
Il dossier balneari
- È polemica sulla gestione del governo del dossier balneari. L’esecutivo ha aspettato l'ultima finestra rimasta aperta per consentire di varare un provvedimento "chiarificatore": il Consiglio dei ministri prima della pausa estiva. Ma, di fatto, non c'è stato alcun intervento, e questo ha provocato l'ira di quella parte degli operatori che già aveva preannunciato la mini-serrata dimostrativa con il cosiddetto "sciopero degli ombrelloni". Domani, 9 agosto, gli stabilimenti apriranno con due ore di ritardo, cioè alle 9,30 del mattino
Per approfondire:
Concessioni balneari, stabilimenti verso lo sciopero. Si parte il 9 agosto: cosa sapere
Lo sciopero degli ombrelloni
- "Non c'è ancora un provvedimento legislativo che dia certezza agli operatori pubblici e privati", affermano Antonio Capacchione, presidente del Sindacato Italiano Balneari (Fipe/Confcommercio) e Maurizio Rustignoli alla guida della Fiba/Confesercenti che si dicono quindi "costretti" a confermare “la mobilitazione della categoria". Allo stesso tempo non vogliono sottovalutare quel segnale arrivato da "fonti di governo" che hanno preannunciato un intervento in una delle prossime riunioni Cdm. Restano quindi in stand by le analoghe e successive manifestazioni di protesta, previste per il 19 e il 29 agosto
La questione balneari e il dialogo con l'Ue
- Dopo la risposta dell'Italia a gennaio sull'ultimatum Ue per l'applicazione della direttiva Bolkestein, la Commissione europea "è in stretto contatto con le autorità italiane per discutere possibili soluzioni" sulle concessioni, riferisce intanto un portavoce dell'esecutivo Ue, ricordando d'altra parte che - nel quadro della procedura d'infrazione avviata nei confronti dell'Italia - "il parere motivato" spedito a Roma nel novembre scorso "è l'ultimo passaggio prima di un possibile deferimento alla Corte di giustizia Ue". Anche il ministro per gli Affari europei, Raffaele Fitto, conferma l'interlocuzione in corso: "C'è un confronto sul parere motivato della Commissione europea che va avanti, con le sue complessità"
Il piano del governo Meloni
- Ma qual è il piano del governo? “Un quadro giuridico certo”, cioè gare subito ma con una mini-proroga per consentire le perizie asseverate e indennizzi adeguati, come ha spiegato anche la stessa Giorgia Meloni. La premier ha convocato un vertice a palazzo Chigi (a margine del Cdm, prima delle vacanze) chiarendo che un accordo con l’Unione europea non è più procrastinabile. “Ci vediamo il 27 agosto”, ha detto poi la premier chiedendo a tutti “sobrietà” durante le ferie
Le tempistiche
- I tempi comunque rimangono strettissimi. In una ventina di giorni, partendo dalle basi gettate dal testo lasciato in dote da Mario Draghi e dalla pdl presentata dal deputato FdI Zucconi, si proverà a modellare il recepimento della direttiva Bolkenstein.
- Serve in primis sciogliere il nodo relativo all’uso della mappatura realizzata dall’esecutivo. Poi bisogna quantificare gli indennizzi per quei gestori che, dopo aver investito per anni, perderanno la propria azienda. Infine, c’è da definire il regime transitorio
Le proteste e le richieste
- Intanto gli operatori del settore protestano. Ma è anche vero che le organizzazioni sembrano disposte a dare credito a quanto lasciato trapelare nelle ultime ore dal governo. Si attende quindi un “provvedimento di riordino delle concessioni demaniali ad uso turistico-ricreativo” necessario per “stabilire un quadro giuridico certo per gli operatori e per le amministrazioni locali”, che dovrebbe arrivare in una delle prossime riunioni del governo
I numeri
- Intanto continua a crescere il numero degli stabilimenti balneari italiani nonostante la "tagliola" della prossima messa a gara delle concessioni come previsto dalla direttiva Bolkestein. Stando agli ultimi dati di Unioncamere - relativi alla fine del 2023 - sono oltre 7.000 le imprese del settore, in crescita vorticosa del 26% dal 2011. La Romagna fa da regina, anche se è Camaiore (con 30 attività per chilometro) la prima per densità di imprese. Il settore balneare, insomma, continua la sua espansione lungo la Penisola. Come negli anni precedenti, gli stabilimenti balneari si son presentati al via più numerosi mettendo a segno una crescita di più del 2% l'anno. Se la riviera romagnola si conferma al vertice dell'offerta per numero di realtà, quasi al limite della saturazione delle possibilità di accoglienza, Unioncamere segnala che a crescere sono un anche tutte le altre coste dello stivale con la Calabria in testa (+358 imprese nel periodo) seguita dalla Campania (+188) e dalla Sicilia (+180)
I numeri/2
- Ma in termini assoluti al secondo posto della classifica nazionale, secondo mondobalneare.com, si trova la Toscana con 917 stabilimenti balneari (+111 dal 2021) e al terzo posto c'è invece la Liguria con 797 imprese di spiaggia. Secondo i dati dell'indagine Unioncamere-InfoCamere, basata sul Registro delle Imprese delle Camere di Commercio, al termine del 2023 erano esattamente 7.244 le imprese registrate nel settore della gestione di stabilimenti balneari. E spesso sono attività a conduzione familiare. Le società di persone rappresentano il 42% delle imprese, anche se le società di capitale sono in crescita (31%), "indicando un settore sempre più professionalizzato e pronto ad affrontare le sfide del futuro"
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