Ustica, "fake news sul segreto di Stato" e insulti a Mattarella: dura reazione del Colle

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La polizia postale ha attivato una serie di verifiche su un post pubblicato su Facebook in cui si faceva riferimento all'apposizione del segreto di Stato da parte del presidente della Repubblica sulla vicenda della strage di Ustica. "La notizia è palesemente falsa”, ha sottolineato l'ufficio stampa del Colle

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Il Quirinale ha deciso, con fermezza, di scendere in campo contro le fake news circolate di recente sul web e con cui un certo Matteo Gracis, in un post pubblicato su Facebook e ricondiviso da altri utenti, aveva scritto dell'apposizione del segreto di Stato da parte di Sergio Mattarella sulla vicenda della strage di Ustica. "In riferimento ai post pubblicati sui social riguardanti una presunta apposizione del segreto di Stato sulle vicende di Ustica da parte del Presidente della Repubblica, la notizia è palesemente falsa”, ha sottolineato l'ufficio stampa del Colle. “Il Presidente della Repubblica non ha alcuna competenza sul segreto di Stato. Il Presidente Mattarella non ha mai pronunciato le parole che gli vengono attribuite. È ignobile e vergognoso far circolare sul web tali menzogne. Il contenuto dei post e dei relativi commenti sono stati segnalati alle autorità competenti per accertare se sussistano estremi di reato", è stato riferito ancora. "Manca la verità, i Paesi amici collaborino" aveva sottolineato pochi giorni fa, in occasione dei 44 anni dalla tragedia, il presidente Mattarella. 

L’indagine della polizia postale

Il post social a cui ha fatto riferimento il Quirinale, poi rimosso, risaliva ad alcuni giorni fa e conteneva una foto del presidente della Repubblica con la scritta “Vergogna”. E’ stato commentato da oltre 500 utenti. Si trattava di un commento all'esortazione di Mattarella ad una collaborazione dei Paesi alleati per fare chiarezza sulla strage di Ustica. "Questo 'signore' è lo stesso che nel giugno del 2020 ha prorogato di 8 anni il segreto di Stato proprio sui documenti relativi al caso Ustica", ha scritto l’utente Matteo Gracis, titolare dell'account che ha suscitato la dura reazione del Quirinale. “Sapete con quale motivazione? Riporto testuali parole: 'La verità farebbe male all'Italia'”, aveva proseguito Gracis nel post. La polizia postale, intanto, dopo la segnalazione del Quirinale, ha attivato una serie di verifiche sul post oltre ad aver avviato approfondimenti sull'account e sugli utenti che lo hanno rilanciato.

 

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