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Ilaria Salis: "Lotta per la casa è baluardo di resistenza, chi occupa salva dal racket"

Politica
©IPA/Fotogramma

La neoeletta all'Europarlamento risponde alle critiche per il suo supporto ai movimenti per il diritto alla casa e alle occupazioni abusive di immobili sfitti: "Vivere in una casa occupata non è da furbetti, è logorante e uno stigma sociale". Piaccia o meno, dice, "c'è chi continuerà a lottare in nome di tale principio, richiamandosi alle lotte del passato ed entrando in contatto con quelle del futuro"

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La neoeletta al Parlamento europeo Ilaria Salis risponde alle polemiche per la sua adesione ai movimenti per la casa e alle richieste di Aler, l'ente che gestisce gli alloggi popolari di Regione Lombardia, di 90mila euro come arretrati perché trovata in una abitazione occupata nel 2008. "Chi entra in una casa disabitata prende senza togliere a nessuno, se non al degrado, al racket e ai palazzinari", scrive in un lungo post sui suoi profili social. “Il movimento di lotta per la casa – continua - ha sempre agito con la forza della legittimità data dal semplice principio che tutte e tutti dobbiamo avere un tetto sulla testa. Questo è il nocciolo della questione, l'argomento su cui tutti siamo chiamati ad esprimerci e a decidere cosa vogliamo collettivamente". Vivere una casa occupata, dice, non è "qualcosa da furbetti" ma è "logorante", perché "fa vivere quotidianamente nella paura che ti vengano a svegliare e ti buttino fuori di casa, o di ritrovare tutte le tue cose sul marciapiede al ritorno dal lavoro, sempre che le ritrovi". E conclude: "Vi piaccia o meno, c'è chi continuerà a lottare in nome di tale principio, richiamandosi alle lotte del passato ed entrando in contatto con quelle del futuro".

Salis: "Essere occupante è stigma sociale"

La nuova eurodeputata di Avs si concentra sulla situazione a Milano, dove – scrive – “le case popolari sfitte sono più di 12mila", di cui oltre 5mila del Comune e oltre 7mila di Aler, e salgono a 15mila se si considera tutta l’area metropolitana. "Dunque – sottolinea Salis - un quinto delle case popolari non è assegnato". In lista per avere alloggi popolari ci sono 10 mila famiglie ma, continua, negli ultimi tre anni le abitazioni effettivamente assegnate sono state 2.818. E le case non assegnate che vengono occupate di solito sono "in condizioni fatiscenti" e sono abbandonate da anni. "Essere occupante vuol dire abitate questo spazio precario e faticosamente trasformarlo in un luogo che si possa chiamare casa cercando di sistemarlo coi pochi mezzi a disposizione che si hanno", è "uno stigma sociale". È proprio "in questo contesto di strutturale emergenza abitativa” che “i movimenti di lotta per la casa agiscono per aiutare il prossimo" e assumono il ruolo di "un baluardo di resistenza contro la barbarie della nostra società".

"Incolpare occupanti per dissesto edilizio è malafede"

Per Salis, "incolpare gli occupanti per il dissesto dell'edilizia popolare pubblica sottolinea o la malafede di chi ben conosce il vuoto pneumatico delle politiche dell'abitare, l'incompetenza degli enti gestori e la speculazione del mattone o l'ignoranza abissale di chi non ha mai messo i piedi fuori dalla circonvallazione".

Salis contro il decreto Lupi

L'eurodeputata si scaglia poi contro l'art.5 del decreto Lupi del 2014: con la sua introduzione "un occupante non può più avere né l'allaccio alle utenze, acqua, luce, gas, né la residenza e i diritti ad essa legati, ad es. il medico di base, l'accesso a un nido pubblico vicino a casa per i bimbi, l'iscrizione ai centri per l'impiego. Inoltre, alle persone non italiane viene così impedito di maturare i requisiti per ottenere la cittadinanza e anche il rilascio o il rinnovo del permesso di soggiorno è ostacolato".

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