Economia, i programmi dei partiti candidati alle elezioni europee a confronto

Politica
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Introduzione

Patto di Stabilità, crescita, investimenti, lavoro, transizione verde, transizione digitale, il ruolo della Banca centrale europea, il superamento dell’austerity, il rilancio della politica di Coesione, un’unione fiscale. Dopo una pandemia e con due guerre in corso che destabilizzano gli equilibri geopolitici mondiali, l’economia è uno dei temi sempre all’ordine del giorno e sono tanti i singoli punti dedicati alla sua gestione che vengono affrontati nei programmi dei partiti presentati in vista delle elezioni europee dell’8 e 9 giugno. Ecco cosa propongono quindi di fare le maggiori forze politiche

Quello che devi sapere

FRATELLI D’ITALIA: “SUPERARE L’AUSTERITY”

  • “La politica di austerità che l’Europa ha conosciuto negli anni passati non deve tornare: la sostenibilità del debito può essere raggiunta solo con una crescita vigorosa, figlia di spese per investimenti, e non con tagli selvaggi alla spesa pubblica che deprimono ulteriormente l’economia - si legge nel sesto capitolo del programma di FdI - Riteniamo essenziale continuare a lavorare per un uso più rapido ed efficiente delle risorse europee, a partire dai fondi del PNRR e da quelli della politica di Coesione, che permettono le riforme e gli investimenti necessari a sostenere le famiglie e le imprese italiane e a rendere più moderno il nostro sistema produttivo. In particolare vogliamo tenere alta l’attenzione nei confronti delle aree economicamente più svantaggiate e delle Regioni del Sud”

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LE PROPOSTE DI FRATELLI D’ITALIA

Nel programma del partito della presidente del Consiglio Giorgia Meloni quindi vengono indicati 9 punti:

  • “Migliorare il Patto di Stabilità e Crescita nell’ottica di una maggiore flessibilità, tenendo conto delle esigenze finanziarie degli Stati membri”
  • “Prevedere una strategia per gli investimenti dell’UE, al fine di raggiungere gli obiettivi di crescita e di indipendenza industriale ed energetica”
  • “Favorire la spesa per investimenti che produce crescita economica, contribuisce a creare ricchezza e riduce il debito pubblico”
  • “Escludere dal computo di deficit e debito le spese per investimento collegate alla transizione verde e digitale, nonché quelle per la difesa
  • “Rafforzare il dialogo con la Banca Centrale Europea (BCE) affinché i tassi di interesse ufficiali possano essere ridotti fortemente, a beneficio di mutui e altri finanziamenti”
  • “Garantire l’efficacia e l’efficienza del bilancio Ue per assicurare che i soldi dei contribuenti europei vengano spesi al meglio”
  • “Garantire che l’eventuale introduzione dell’euro digitale non determini svantaggi e costi ulteriori a carico di imprese e cittadini”
  • “Lavorare a una riforma della politica di Coesione per il periodo successivo al 2027, che consenta all’Italia un impiego dei fondi più efficiente rispetto al passato: occorre spendere di più, ma occorre anche farlo meglio”
  • “Dedicare particolare attenzione, anche a livello europeo, allo sviluppo economico delle aree più svantaggiate e alle Regioni del Sud Italia, proseguendo il disegno strategico avviato con gli Accordi per la coesione sul Fondo di sviluppo e coesione e con l’istituzione della Zona economica speciale unica (ZES) del Sud. Serve lavorare a proposte legislative europee in grado di rafforzare la competitività e lo sviluppo di queste aree della nostra Nazione, in funzione del rilancio di tutto il sistema Italia”

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ANCHE LA LEGA CONTRO L’AUSTERITÀ

  • Per la Lega “il modello di sviluppo economico perseguito negli ultimi anni, basato sulla distruzione della domanda interna attraverso il consolidamento delle finanze pubbliche (austerità) e la compressione dei salari” ha “scatenato una corsa al ribasso che ha incrementato gli squilibri interni e asfissiato le economie europee; oggi questa ricetta viene finalmente messa in discussione anche dai protagonisti degli ultimi due decenni”

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LE PROPOSTE DELLA LEGA

Il Carroccio nel suo programma esprime così la sua posizione:

  • “L’Ue deve concentrarsi sulla fine delle politiche di austerità e di svalutazione salariale condotte in questi anni, raccogliendo gli sforzi politici nel concordare soluzioni volte all’incremento sostanziale degli investimenti pubblici e privati, conducendo così a un modello di crescita economica virtuosa, guidato dell’aumento del potere d’acquisto dei lavoratori”
  • “In uno scenario di riforma dei Trattati che possa coinvolgere anche la BCE, sarebbe necessario definire come ‘primari’ per essa gli obiettivi di crescita economica e di piena occupazione, al pari del principale obiettivo attuale della stabilità dei prezzi, al fine di consentire la conduzione di politiche monetarie più equilibrate e meno dannose per cittadini e imprese”

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LE PROPOSTE DI FORZA ITALIA-NOI MODERATI

Nel programma di Forza Italia-Noi Moderati i temi economici vengono affrontati nel terzo capitolo intitolato “Incentivare libertà d’impresa e competitività”. Diversi i punti fondamentali elencati dal partito guidato da Antonio Tajani:

  • “Un'Europa con un fisco più favorevole alle imprese. I nostri settori produttivi devono competere e prosperare, i nostri lavoratori ottenere un buon reddito e tutti devono contribuire in modo equo alla società”
  • “Unione Bancaria. Sviluppo di un’unica area finanziaria e bancaria all’interno dell’Ue per ridurre al minimo il rischio di crisi bancarie future”
  • Semplificazione burocratica delle procedure per accedere ai Fondi UE. La gestione dei fondi europei deve essere semplificata. Troppo spesso regioni, imprese o amministrazioni locali non riescono ad accedere ai finanziamenti UE per eccessi di burocrazia e formalismi”
  • Messa in comune del debito. Una strategia per affrontare le crisi finanziarie in modo più efficace, distribuendo il carico del debito in modo equo tra i Paesi membri”

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PARTITO DEMOCRATICO: “RIFORMA DEL PATTO UN’OCCASIONE MANCATA”

  • “Sulla scia delle storiche decisioni che hanno portato all’introduzione di Next Generation EU, realizzate grazie all’azione di noi progressisti europei e in particolare dei commissari Paolo Gentiloni e Nicolas Schmit, sosteniamo con forza un nuovo corso di politica economica, necessario anche al rilancio del cammino di integrazione politica - recita il programma del Partito Democratico - In questo senso, crediamo che la riforma del Patto di Stabilità e Crescita rappresenti un’occasione mancata. Nonostante la proposta della Commissione offrisse un buon compromesso tra flessibilità nella pianificazione dei bilanci e necessità di un debito pubblico sostenibile, è prevalsa ancora tra i Governi una logica che non garantisce un margine più ampio per la riduzione del debito e la specificità dei fabbisogni di investimento. Il ruolo del Governo italiano è stato marginale e dannoso”

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LE PROPOSTE DEL PARTITO DEMOCRATICO

Ampio spazio quindi nel programma del Pd all’economia europea e alle sue ricadute sul mercato interno. Secondo i dem:

  • “È necessario rendere permanenti i programmi di investimento comuni introdotti come risposta alla pandemia: non pensare solo a strumenti di emergenza, ma istituire nuove risorse per favorire investimenti comuni sulle transizioni ecologica e digitale e sui beni pubblici europei”
  • “È urgente rimettere al centro dell’agenda europea la creazione di una capacità fiscale comune, e superare un’impostazione che dà ancora prevalenza in particolare ai contributi nazionali”
  • “Sosteniamo la proposta di introdurre un meccanismo comune di contributi provenienti dagli aiuti di Stato, da indirizzare a investimenti per progetti paneuropei e favorire la parità di condizioni tra le imprese”
  • “Promuovere una nuova governance economica che superi definitivamente l’austerity con regole di bilancio che guardino prima di tutto agli investimenti comuni e alla tutela dei posti di lavoro”
  • “Difendere la politica di Coesione, uno degli strumenti di maggior successo della storia dell’Unione e che deve essere rinnovata e potenziata per ridurre le diseguaglianze territoriali tra nord e sud, tra aree urbane e interne”

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MOVIMENTO 5 STELLE: “AMPLIARE LA DIMENSIONE DEL BILANCIO”

  • Per il Movimento 5 Stelle “l’attuale bilancio europeo ammonta a poco più dell’1% del PIL dell’Unione, un valore esiguo per affrontare le sfide che l’economia fronteggerà nei prossimi anni: transizione verde, investimenti ad elevata intensità tecnologica, sviluppo di aree arretrate, sanità e sicurezza sociale. L’Unione deve giocare un ruolo da protagonista nella realizzazione delle politiche economiche del futuro, e per farlo è necessario ampliare la dimensione del bilancio. Estendere la capacità di spesa dell’UE in modo permanente e strutturale aiuterà a sostenere la realizzazione di investimenti ad alto potenziale di crescita e a sostegno della coesione e dello sviluppo delle aree più svantaggiate. L’espansione della capacità di spesa favorirebbe inoltre la creazione di uno strumento di stabilizzazione ciclica centralizzato, funzionale a garantire un’adeguata capacità di risposta dell’Unione rispetto shock simmetrici. Ciò permetterebbe all’Unione europea nella sua interezza di costituire uno strumento di sostegno ai Paesi Membri, evitando di amplificare la frammentazione e la dualità esistente tra le economie e di scaricare il peso degli aggiustamenti fiscali su Paesi finanziariamente più deboli”

LE PROPOSTE DEL MOVIMENTO 5 STELLE

Anche i pentastellati parlano del rilancio della politica di Coesione, e non solo:

  • “Estendere la capacità di spesa dell’Ue in modo permanente e strutturale aiuterà a sostenere la realizzazione di investimenti ad alto potenziale di crescita e a sostegno della coesione e dello sviluppo delle aree più svantaggiate”
  • “La politica di Coesione va rilanciata perché è il senso stesso dell’esistenza dell’Ue. Una maggiore attenzione dovrà essere posta anche sulle risorse proprie. Lo stato attuale risulta poco ambizioso, innanzitutto per una questione di dimensioni e tempistiche”
  • “L’attuale e unico obiettivo della politica monetaria della BCE è mantenere l’inflazione entro livelli di sicurezza. La BCE è dotata di piena autonomia, ma altre banche centrali puntano alla piena occupazione e hanno quindi poteri più ampi. Per il Movimento 5 Stelle la politica monetaria deve essere finalizzata al perseguimento di entrambi gli obiettivi, promuovendo lo sviluppo economico, la tutela dell’ambiente, della salute e dei cittadini europei”
  • “È importante che il progetto dell’euro digitale prenda forma. Aspettare il 2026 come dichiarato dalla BCE è un periodo non compatibile con la rapida evoluzione del mondo”
  • “Per l’Italia e i Paesi più piccoli vanno garantite parità di condizioni o gli squilibri nel mercato interno aumenteranno”

STATI UNITI D’EUROPA: “L’UE HA PERSO COMPETITIVITÀ”

  • Secondo Stati Uniti d’Europa, “l’Europa ha perso competitività rispetto ad altre grandi potenze le cui politiche si sono rivelate più efficaci, in un quadro di tensioni innescate dalla pandemia e dalla guerra, nel proteggere il loro sistema produttivo, nell’orientare gli investimenti verso le loro economie domestiche o nell’aumentare la nostra dipendenza da esse”

LE PROPOSTE DI STATI UNITI D’EUROPA

Per Stati Uniti d’Europa quindi occorre:

  • “Passare da un’Europa dei trasferimenti, in grado solo di allocare risorse agli Stati nazionali in tensione competitiva tra loro, a un’Europa degli investimenti, in grado di investire direttamente su un’economia che poggia su grandi punti di forza: la pace e la stabilità interna, il mercato unico più grande del mondo, una moneta unica e forte”
  • “Identificare nuove risorse con l’obiettivo di raggiungere il 5 per cento dei PIL e dotarsi di una vera e propria unione fiscale come completamento imprescindibile dell’unione monetaria”
  • “Invece per finanziare lo sviluppo anche dal punto di vista privato, e per allargare le opportunità dei risparmiatori europei, dobbiamo andare verso un unico mercato dei capitali: in prospettiva persino una unica Borsa, ma nel frattempo sarebbe sufficiente armonizzare le regole dei mercati nazionali e allargare lo spazio di regolamentazione e supervisione attribuito all’ESMA, l’autorità di regolamentazione europea che ad oggi ha solo funzioni di coordinamento delle autorità nazionali”

AZIONE-SIAMO EUROPEI: “PIÙ INTEGRAZIONE FRA GLI STATI MEMBRI”

  • Anche Azione-Siamo Europei ritiene che “oggi, in un contesto internazionale sempre più delicato e volatile, l’approccio commerciale meno cauto adottato dall’Unione nel periodo pre-pandemico sta minando il suo ruolo di pilastro all’interno dell’ordine economico globale. Ciò ha conseguenze negative significative sull’economia degli Stati membri e quindi sulla capacità dell’Unione europea di competere a livello internazionale. Per minimizzare i rischi geopolitici a cui è esposta e conquistare quote significative di mercato in industrie strategiche, l’Unione europea deve investire per riportare le produzioni nel proprio territorio e promuovere maggiore integrazione tra gli Stati membri, adottando una politica industriale comune”

LE PROPOSTE DI AZIONE-SIAMO EUROPEI

La formazione che ha candidato il leader di Azione, Carlo Calenda, nel suo programma propone di:

  • “Vietare temporaneamente acquisizioni di imprese europee che operano in ambiti strategici da parte di imprese statali extraeuropee o comunque collegate a governi stranieri”
  • “Accelerare la creazione di un fondo sovrano europeo, in linea con la Piattaforma per le Tecnologie Strategiche Europee (STEP), per finanziare il rientro e lo sviluppo di filiere produttive strategiche in Europa a supporto di alcune proposte già messe in campo come il Net-zero Industry Act e il Critical Raw Materials Act”
  • “Uniformare le normative degli Stati membri in materia di accesso e permanenza al mercato dei capitali, per rafforzare le capacità di investimento delle imprese europee e recuperare attrattività nei confronti di capitali esteri”
  • “Introdurre un’unica autorità antitrust europea per garantire l’attuazione uniforme dei regolamenti e armonizzare le normative nazionali degli Stati membri”
  • Armonizzare le aliquote fiscali e le basi imponibili per ciò che riguarda la tassazione delle imprese, per evitare la proliferazione di paradisi fiscali interni all’Unione europea”
  • “Affidare all’Osservatorio fiscale europeo i compiti di vigilare sull’applicazione effettiva della ‘Global Minimum Tax’ e redigere un report annuale sulla sua applicazione”

ALLEANZA VERDI-SINISTRA: “SIAMO A UN BIVIO”

  • Anche Alleanza Verdi-Sinistra inserisce nel suo programma un capitolo intitolato “L’Europa contro l’austerity” in cui si legge: “Nella fase di pandemia l’Unione Europea ha sperimentato la possibilità di essere uno spazio politico solidale, con tutte le proprie istituzioni coinvolte nell’evitare che gli egoismi nazionali potessero deflagrare e metterne a rischio la stessa tenuta. La BCE ha finalmente agito da Banca Centrale, contribuendo alla tenuta finanziaria del sistema. Il piano Next Generation EU è stato di fatto finanziato dal debito comune. È stato sospeso il Patto di Stabilità, consentendo agli Stati nazionali di mettere in campo tutte le misure necessarie ad evitare il collasso economico e sociale. Non era andata così nella crisi del debito sovrano, quando la Grecia e gli altri Paesi mediterranei erano stati vincolati a piani di austerità insostenibili, di cui portiamo ancora le cicatrici collettive. Oggi siamo a un bivio, in cui si deve stabilire se percorrere con ancora più forza la strada della solidarietà o tornare al totem dei vincoli di bilancio e dei piani di compressione della spesa pubblica e del welfare. La recente riforma della governance economica spinge nella seconda direzione, ma i giochi devono essere riaperti”

LE PROPOSTE DI ALLEANZA VERDI-SINISTRA

Ecco i punti fondamentali per Alleanza Verdi-Sinistra:

  • “Garantire una revisione delle regole di governance economica che cancelli una volta per tutte la stagione dell’austerità e superi la recente riforma per allinearla invece al raggiungimento dei diritti contenuti nel Pilastro Europeo dei Diritti Sociali”
  • “Fornire agli Stati membri il margine di manovra necessario per finanziare gli investimenti per una transizione equa, che si accompagni ad un fondo europeo di transizione per lo sviluppo socioeconomico e per i beni comuni, da finanziarsi attraverso l’emissione di Eurobond”
  • Trasformare la BCE in prestatore di ultima istanza, cosicché possa agire come finanziatore diretto delle tesorerie nazionali e non solo interporsi attraverso le banche, con grande vantaggio delle stesse e a discapito della sostenibilità del debito pubblico”
  • “Introdurre una tassa sulle transazioni finanziarie, che copra azioni, obbligazioni e derivati, con un’aliquota sufficientemente alta da scoraggiare la speculazione”

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