Nell’ultimo Consiglio dei ministri, presieduto dalla presidente Meloni, è stata varata l'attesa e controversa norma, che ha subito acceso una forte polemica
“Non è affatto un'invasione di campo da parte del governo nei confronti della magistratura” ha ribadito il guardasigilli Carlo Nordio in conferenza stampa dopo il Consiglio dei ministri dove è stata varata l'attesa e controversa norma sui test psicoattitudinali per i nuovi magistrati. “Tutta la procedura di questo test è affidata al Consiglio superiore della magistratura, non vi sono interferenze da parte del governo salvo quelle burocratiche". Dal 2026 i futuri magistrati saranno sottoposti a esami che valuteranno la loro personalità.
Come sono organizzati i test
Il colloquio psicoattitudinale si svolgerà durante la prova orale del concorso, ma già dopo quella scritta il candidato riceverà dei test su un foglio, individuati dal Csm, sul modello di quelli utilizzati per quelli effettuati agli agenti di polizia. Questi costituiranno la base per il futuro colloquio psicoattitudinale, che sarà comunque diretto dal presidente della commissione esaminatrice, e non da uno psicologo (il quale sarà presente solo come ausilio), alla quale è demandato in maniera collegiale il giudizio finale sul complesso delle prove. “L'esame psicoattitudinale è previsto per tutte le funzioni più importanti del Paese, per i medici, per i piloti di aereo, ma è soprattutto previsto per le forze dell'ordine" ha ricordato Nordio.
Il Pm è capo della polizia giudiziaria
“A chi polemizza proprio tra i miei ex colleghi su questa nostra scelta chiedo e vorrei una risposta logica e non polemica. Il Pubblico Ministero, che è un magistrato, è il capo della polizia giudiziaria, che viene sottoposta ai test psicoattitudinali. Se noi sottoponiamo a questi test chi ubbidisce al comandante, è possibile non sottoporre al test psicoattitudinale chi ha la direzione della polizia giudiziaria?” è la domanda posta da Nordio in conferenza stampa ai suoi ex colleghi.