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Piantedosi: "Condivido richiamo Mattarella. A Pisa rifiuto dei manifestanti a mediazione"

Politica
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Durante l'incontro con i sindacati dopo le manganellate ai giovani in piazza a Pisa, il ministro dell'Interno ha ribadito che "l'autorevolezza delle forze di polizia non si nutre dell'uso della forza", ma ha anche condannato la "intollerabile serie di manifestazioni di violenza" con "insulti ed effigi vilipese". Scatta intanto l'inchiesta sull'operato degli agenti. L'Associazione nazionale funzionari di polizia a Sky TG24: "Qualcosa non ha funzionato, ma non politicizzare il nostro corpo"

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Incontro al Viminale tra i sindacati e il ministro dell'Interno Matteo Piantedosi dopo le manganellate della polizia ai giovani in piazza a Pisa. Durante la riunione, Piantedosi ha detto di "condividere pienamente le parole del presidente Mattarella", dicendosi convinto che "l'autorevolezza delle forze di polizia non si nutre dell'uso della forza, ma affonda nel sacrificio di centinaia di caduti nella lotta al terrorismo e alla criminalità, nella leale difesa delle istituzioni democratiche anche negli anni più bui della Repubblica, nella capacità di accompagnare con equilibrio e professionalità lo sviluppo della società italiana". Il ministro dell'Interno ha anche detto di condividere "l'altro richiamo precedente del presidente Mattarella" contro la "intollerabile serie di manifestazioni di violenza: insulti, volgarità di linguaggio, interventi privi di contenuto ma colmi di aggressività verbale, perfino effigi bruciate o vilipese". Piantedosi ha anche tenuto un'informativa in Consiglio dei ministri durante la quale ha detto che per la manifestazione di Pisa "non era stato presentato alcun preavviso alla questura, che, avendone avuta notizia, ha cercato più volte di contattare gli organizzatori per ottenere informazioni in merito al tipo di iniziativa che sarebbe stata svolta e al relativo percorso ma invano. Gli stessi manifestanti, durante lo svolgimento del corteo, non hanno voluto fornire indicazioni su dove fossero diretti e si sono sottratti ai reiterati tentativi di mediazione da parte di personale della Digos, provando, nonostante gli ammonimenti da parte del dirigente del servizio e la richiesta espressa e ripetuta di non dirigersi in Piazza dei Cavalieri, di forzare il blocco delle Forze di polizia e venendo volutamente a contatto con i reparti mobili".

Piantedosi: "Tentativo di forzare blocco a tutela siti sensibili"

"Sia a Firenze che a Pisa, gli incidenti sono avvenuti in presenza di manifestazioni in cui i partecipanti hanno tentato di superare lo sbarramento delle forze di polizia a tutela di obiettivi sensibili", ha riferito - si apprende - Piantedosi nella sua informativa in Cdm. In particolare, a Firenze, ha spiegato il ministro, "i manifestanti hanno preavvisato la questura circa l'iniziativa solo 24 ore prima del suo inizio. Durante lo svolgimento del corteo, dopo aver acceso numerosi fumogeni e imbrattato un esercizio commerciale, hanno cercato di raggiungere il Consolato Generale USA, già oggetto di attentato incendiario in data 2 febbraio scorso., non rispettando quanto comunicato in sede di preavviso in merito al luogo di conclusione della manifestazione. In tale tentativo, i manifestanti hanno provato più volte a sfondare il cordone di sicurezza posto a protezione dell'obiettivo sensibile". I video girati dalla Digos durante la manifestazione di Pisa, "al momento sono a disposizione della magistratura e non sono divulgabili. Le relazioni di servizio e il materiale video-fotografico saranno esaminati dal Dipartimento di Pubblica Sicurezza per verificare in maniera approfondita quanto è accaduto".

"Scontri sono casi isolati, nessun cambio di strategia"

"Siamo di fronte solo a casi isolati in corso di valutazione e non è mai intervenuto alcun cambio di strategia in senso più restrittivo della gestione dell'ordine pubblico", ha detto, a quanto si apprende da fonti del Viminale, il ministro dell'Interno nella riunione con i sindacati. Peraltro, ha ricordato Piantedosi, "negli scorsi anni sono avvenuti accadimenti analoghi con incidenti ancor più gravi". Il titolare del Viminale ha comunque espresso la "massima fiducia di tutto il governo nei confronti delle forze di polizia". Gli uomini e le donne in divisa, ha affermato, sono "servitori dello Stato e lavoratori che svolgono un ruolo fondamentale a presidio della sicurezza e della legalità".

"In corso indagine della magistratura, farà piena luce"

"È in corso un'indagine da parte della magistratura che farà piena luce su quello che è accaduto anche grazie a una completa documentazione messa subito a disposizione, completa di materiale videofotografico realizzato dalla Digos durante la manifestazione, prassi consolidata che garantisce sempre la massima trasparenza degli operatori", ha detto il ministro Piantedosi. Le relazioni di servizio e il materiale videofotografico, ha spiegato, saranno esaminate dal Dipartimento di Pubblica sicurezza per "verificare in maniera approfondita quanto è accaduto". Dunque, dal Viminale, ha aggiunto, "nessuna sottovalutazione ma un atteggiamento responsabile e disponibile anche all'analisi autocritica, come sempre avvenuto e come chiarito fin dal giorno degli incidenti".

"Non abbiamo cambiato le regole di gestione dell'ordine pubblico"

Il governo, ha ribadito il ministro "non ha cambiato le regole di gestione dell'ordine pubblico; i responsabili della sicurezza agiscono sul territorio sulla base di valutazioni fatte sul posto e non seguendo fantomatiche indicazioni da parte del livello politico; nessuno ha interesse ad alzare il livello di tensione durante le manifestazioni e men che mai il Viminale che, insieme a tutti gli appartenenti alle forze dell'ordine, ha come prioritario obiettivo che ogni evento si svolga in maniera pacifica indipendentemente dal loro contenuto". Per un regolare svolgimento di tutte le iniziative, il ministro ha poi sottolineato quanto sia "imprescindibile la collaborazione degli stessi manifestanti sia nella fase del necessario preavviso delle iniziative sia durante lo svolgimento delle manifestazioni rispettando le prescrizioni ed evitando comportamenti provocatori o violenti".

"Inaccettabili gli attacchi alla polizia per fini politici"

"Sono del tutto inaccettabili, perché false e strumentali, le polemiche sollevate contro il governo con l'obiettivo di accreditare nell'opinione pubblica la narrazione di una presunta strategia tesa a impedire la libera manifestazione del pensiero. Ed è ancor più inaccettabile che per queste finalità di natura politico-elettorale ci si spinga perfino ad attaccare il ruolo e la professionalità delle forze di polizia", ha detto Piantedosi.

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Accertamenti sulla catena di comando

Gli accertamenti fatti dalla magistratura sugli scontri di Pisa si sono concentrati sulla condotta della catena di comando in servizio venerdì scorso, in base all'analisi dei video già esaminati dai carabinieri. Infatti, secondo quanto appreso, al centro delle valutazioni dell'autorità giudiziaria c'è soprattutto questo aspetto, ossia di chi ha preso le decisioni e in particolare per capire chi abbia dato l'ordine di caricare con veemenza. Pur mantenendo il massimo riserbo sulla vicenda, da ambienti giudiziari trapela la volontà di procedere speditamente anche per ripristinare quanto prima un clima di serenità in città dopo le polemiche. Inoltre, secondo quanto si apprende, potrebbe essere convocato a breve un vertice tra gli inquirenti per valutare a chi assegnare le indagini. Da più parti si suggerisce che potrebbe essere la stessa polizia ad andare a fondo per chiarire se vi siano stati errori tecnici e operativi, o addirittura abusi nella gestione dell'ordine pubblico. Del resto sono stati proprio i sindacati Cgil, Cisl e Uil ieri a riferire che nell'incontro avuto sabato scorso in prefettura con prefetto, questore e sindaco, oltre ai comandanti di carabinieri e guardia di finanza, è stato lo stesso questore ad ammettere "un problema di gestione della piazza, dal punto di vista organizzativo e operativo, a suo avviso causato dal fatto che non erano chiari gli obiettivi del corteo".

ANFP a Sky TG24: "Qualcosa non ha funzionato"

A Sky TG24 è intervenuto Girolamo Lacquaniti, portavoce dell'Associazione nazionale funzionari di polizia. Vedendo le immagini di Pisa, "ho pensato che indubbiamente c'è stato qualcosa che non ha funzionato. Tutte le volte che siamo costretti a usare la forza, siamo consapevoli che qualcosa non è andato nel verso giusto", ha affermato. "Ci siamo trovati di fronte a una manifestazione non preannunciata. Abbiamo avuto il grave problema che non c'è stata possibilità di dialogare, di concordare un percorso con gli organizzatori. Ma al netto di questo, a scanso di qualsiasi equivoco, noi come funzionari di polizia siamo custodi difensori delle parole del presidente della Repubblica e quindi dobbiamo fare un'analisi sincera e approfondita su tutte quelle dinamiche di natura operativa che non hanno funzionato", ha ribadito Lacquaniti.

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ANFP a Sky TG24: "Non politicizzare l'operato degli agenti"

"Quello che più ci addolora è la politicizzazione che si sta facendo del nostro corpo. Se ci sono stati degli errori operativi, di gestione o di valutazione per quanto riguarda quella manifestazione, è giusto approfondire con un'inchiesta, che già mi risulta stia per iniziare", ha detto Lacquaniti a Sky TG24. "Ci dispiace questa continua idea che la polizia e i suoi uomini siano orientati e schierati politicamente. Questo davvero non ci appartiene. Dopodiché siamo pronti ad accettare tutte le critiche legittime e pronti a farcele da soli. Dopo che ha parlato il presidente della Repubblica con parole così chiare, noi non possiamo permetterci altre dinamiche che portino a risultati del genere", ha sottolineato. "Le immagini sono evidenti. Quella via lunga e stretta è un contesto che operativamente è straordinariamente difficile da gestire. Nessuno di noi vuole nascondersi dietro un dito. E anche se da un lato è mancato il preavviso e la possibilità di dialogo, ciò non ci esime da fare un'autocritica profonda e autentica per quello che riguarda gli aspetti operativi", ha concluso.

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Le reazioni dei sindacati

"La regola del bel tacere non fu mai scritto. Siccome la vedo sempre molto attenta su tutto, è chiaro che questo silenzio di per sé ha parlato finora", ha detto il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini, sull'assenza di dichiarazioni della presidente del consiglio Giorgia Meloni sulle cariche della polizia sugli studenti. Gli fa eco Pierpaolo Bombardieri, segretario generale della Uil: "Abbiamo chiesto l'incontro al ministro Piantedosi appena abbiamo avuto notizie degli incidenti di Pisa e lo ringraziamo per la disponibilità. Ovviamente non è tollerabile che dei ragazzi siano manganellati. Abbiamo chiesto al ministro di identificare i responsabili in un processo che sicuramente va identico punito". Bombardieri ha aggiunto: "Non abbiamo parlato di codici identificativi per i poliziotti, però abbiamo chiesto che ci sia una chiara identificazione dei responsabili, una chiara identificazione della catena di comando. La responsabilità è degli ultimi poliziotti che hanno inseguito i ragazzi con le mani alzate o c'è stato un comando? Ovviamente sia il ministro sia il capo della polizia hanno detto che stanno facendo tutte le indagini necessarie a capire". 

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"Mio figlio ha preso botte in testa, alla spalla, alla schiena, alle gambe. Gli hanno dato cinque giorni per contusioni multiple. È ancora sotto shock. Vediamo se torna a scuola. Comunque ci vuole provare". È la denuncia a La Repubblica della madre di un minorenne rimasto ferito negli scontri di Pisa, che ha annunciato l'intenzione di fare causa: "Questa è una cosa che non può passare sotto silenzio. Ogni volta che guardo quel video piango ancora. Ho parlato con le famiglie che si trovavano in ospedale e sono tutte della stessa idea. Bisogna individuare i colpevoli, non c'erano motivi per agire così. Era una manifestazione pacifica, l'unica colpa dei ragazzi la mancata autorizzazione. Ma quello che hanno subito è troppo". E ancora: Mio figlio partecipa alle manifestazioni da quando va in prima. Ha iniziato con quelle per l'ambiente. Non è mai successo nulla. A me delle scuse importa fino a un certo punto. Voglio che queste cose non succedano più. Un'amica di mio figlio è rimasta in osservazione per un trauma cranico, un altro è stato colpito all'addome e aveva sangue nelle urine, si temeva un'emorragia interna. Stiamo parlando di ragazzini, li hanno curati in Pediatria".

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