L'Aula del Senato ha approvato in via definitiva il ddl di ratifica dell'intesa. Vengono previsti un centro di identificazione dei migranti nell'entroterra che potrà accogliere "fino a un massimo di 3 mila" persone, e un centro più piccolo di primo approdo, nel porto di Shengjin, dove far attraccare le navi italiane: ecco tutti i dettagli
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- A novembre la presidente del Consiglio Giorgia Meloni aveva annunciato la firma di un protocollo d'intesa tra Italia e Albania in materia di gestione dei flussi migratori. Tre mesi dopo, il 15 febbraio 2024, il ddl di ratifica del Protocollo è stato approvato definitivamente dal Senato, con 93 voti favorevoli e 61 contrari
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- L'accordo, della durata di 10 anni, prevede un centro di identificazione dei migranti nell'entroterra che potrà accogliere "fino a un massimo di 3 mila" persone, più un centro più piccolo di primo approdo nel porto di Shengjin, dove far attraccare le navi italiane con i profughi
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- Dalla primavera del 2024, i migranti messi in salvo nel Mediterraneo dalle navi italiane - come quelle di Marina e Guardia di finanza, non delle Ong - saranno dunque trasferiti in Albania. Come spiegato nei mesi scorsi dalla premier Meloni in una lunga intervista a Il Messaggero, l'accordo tra Roma e Tirana non si applica tuttavia a minori, donne in gravidanza e soggetti vulnerabili
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- Potranno essere ospitati "fino a un massimo di 3 mila" persone contemporaneamente. In conferenza stampa la premier Meloni aveva parlato di 36 mila migranti, perché all'epoca le norme italiane indicavano in 12 mesi il termine massimo entro cui identificare il migrante; tuttavia il decreto Cutro 2 ha allungato a 18 mesi tale termine. Una volta identificati sia i migranti che hanno diritto alla protezione internazionale sia quelli che devono essere "respinti" nel proprio Paese, dovranno essere trasportati in Italia
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- La giurisdizione sarà italiana, mentre l'Albania collaborerà con le sue forze di polizia per la sicurezza e la sorveglianza esterna delle strutture. Significa che anche le controversie che potrebbero insorgere con i migranti accolti saranno "sottoposte esclusivamente alla giurisdizione italiana. L'accordo precisa che tutti i costi di costruzione e gestione delle strutture, il trasferimento de migranti, l'erogazione di servizi sanitari, saranno "totalmente a carico della parte italiana"
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- Nell'intesa si legge che nei centri sarà assicurato il diritto di difesa, consentendo l'accesso alle strutture di avvocati e ausiliari, organizzazioni internazionali e agenzie Ue che prestano consulenza e assistenza ai richiedenti protezione internazionale, nei limiti della legislazione italiana, europea a albanese
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- E ancora: l'Italia sosterrà ogni costo necessario all'alloggio e al trattamento delle persone accolte nelle strutture, compreso il vitto, le cure mediche e qualsiasi altro servizio ritenuto necessario, "impegnandosi affinché tale trattamento rispetti i diritti e le libertà fondamentali dell'uomo, conformemente al diritto internazionale"
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- I migranti non potranno uscire dalle strutture. A tal fine, l'accordo precisa che "le competenti autorità italiane adottano le misure necessarie al fine di assicurare la permanenza dei migranti all'interno delle aree, impedendo la loro uscita non autorizzata nel territorio" albanese (sia durante le procedure amministrative che al loro termine, indipendentemente dall'esito). "In caso di uscite non autorizzate" il protocollo prevede che le autorità albanesi riportino i migranti nelle strutture
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- L'accordo siglato da Meloni e Rama in autunno "rafforza il partenariato strategico tra Italia e Albania" e, aveva già fatto sapere la presidente del Consiglio nei mesi scorsi, si pone sostanzialmente tre obiettivi: contrastare il traffico di esseri umani, prevenire i flussi migratori irregolari e accogliere solo chi ha diritto alla protezione internazionale
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- "L'intesa viene dalla semplice riconoscenza che c'è in me e in tutti noi albanesi verso l'Italia", aveva detto, dal canto suo, Rama, dopo la firma dell'accordo. "Quando l'Italia ci chiede di dare una mano, anche se noi non possiamo risolvere l'enorme problema dei migranti, siamo onorati di darla"
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- "Se oggi l'Albania è una destinazione dell'Italia, e se oggi gli albanesi in Italia ma anche in Albania hanno un futuro, questo viene in grande parte dal fatto che quando noi eravamo i profughi e scappavamo dall'inferno l'Italia ci ha accolto a braccia aperte, dandoci la cosa più preziosa per un essere umano: il futuro", aveva anche sottolineato Rama
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- Da subito le opposizioni in Italia si sono dimostrate molto critiche nei confronti dell'accordo. Viene messa in dubbio la praticabilità del progetto senza violare le norme italiane e internazionali sui diritti umani. Inoltre c'è il tema dei costi: il ddl di ratifica quantifica anche la spesa del Cpr in ben 673 milioni