Giuliano Amato lascia la commissione algoritmi: “Mia nomina non è della premier"

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La nomina a presidente dell’organismo istituito per studiare rischi e opportunità legati all’intelligenza artificiale era arrivata a ottobre, provocando irritazione da parte della premier Giorgia Meloni che ieri durante la conferenza stampa di fine anno ne ha parlato e ha commentato le parole dell'ex presidente del Consiglio rilasciate in un'intervista

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Giuliano Amato non è più il presidente della Commissione Algoritmi. L'ex presidente della Corte costituzionale lo ha rivelato in un colloquio con il Corriere della sera, spiegando che si tratta di "una commissione della presidenza del Consiglio e visto che la mia nomina non risulta essere un'iniziativa della presidente del Consiglio lascio senz'altro l'incarico". La nomina a presidente dell’organismo istituito per studiare rischi e opportunità legati all’intelligenza artificiale era arrivata a ottobre, provocando irritazione da parte della premier Giorgia Meloni che ieri durante la conferenza stampa di fine anno ha parlato della nomina di Amato e ha commentato le parole dell'ex presidente del Consiglio rilasciate in un'intervista. Il nuovo presidente della Commissione sarà padre Paolo Benanti.

Cosa ha detto Giorgia Meloni in conferenza stampa

La decisione di Amato è arrivata il giorno dopo le parole della premier Giorgia Meloni, la quale in occasione della conferenza stampa del 4 gennaio aveva detto che "sul tema della commissione algoritmi credo si sappia che non è stata una mia iniziativa e ho detto tendenzialmente quello che pensavo, ma al di là di questo non ho nulla da dire nello specifico al professor Amato, sono rimasta francamente basita dalle sue dichiarazioni che riguardano la Corte Costituzionale".

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La risposta di Amato

"Peccato, ci perdono qualcosa, ma a me semplificherà la vita", ha affermato Amato parlando con il quotidiano. "Io non ho assolutamente parlato dell'elezione dei giudici della Corte - ha sottolineato l'ex premier -. Ho evidenziato un altro problema, come sa chi ha letto davvero l'intervista. Ho parlato dell'accoglienza delle decisioni della Corte, chiunque l'abbia eletta, e a oggi in Italia non è mai stata la presidente del Consiglio a porre questa questione. Hanno cominciato altri esponenti della sua maggioranza, ma non lei". Amato nell'intervista commentata dalla premier aveva anche parlato del rischio che le Corti Costituzionali siano additate come nemiche della collettività, citando il caso della Polonia, e "ho pure detto che da noi quello che è accaduto lì ora è inconcepibile - ha precisato -. Certo potrebbe accadere perché non c'è nulla che lo impedisca, ma ora è ritenuto inconcepibile".

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