Davide Casaleggio: "M5S ha perso la sua identità, deve cambiare nome". E attacca Conte
PoliticaDopo lo show di Beppe Grillo a Che tempo che fa, anche il presidente dell’Associazione Rousseau e figlio del co-fondatore dei Cinque Stelle dice la sua: il MoVimento è ormai "senza fondamenta", a causa di "una gestione che non c’entra più niente con quella che avevamo pensato all’inizio". Lo dimostrano i risultati alle ultime elezioni, dove i Cinque Stelle hanno perso milioni di voti di gente "delusa e disgustata come me". Sul leader Giuseppe Conte: "Si è fatto votare come un monocandidato”
Non è solo Beppe Grillo a criticare quello che è diventato il MoVimento Cinque Stelle. Dopo lo show dell’ex comico genovese a Che tempo che fa, anche Davide Casaleggio, presidente dell’Associazione Rousseau e figlio del co-fondatore dei Cinque Stelle, dice la sua. E parla di un MoVimento che ha smarrito la sua identità e perso lo scopo per cui era nato. Intervistato da Libero, Casaleggio incolpa “una gestione che non c’entra più niente con quella che avevamo pensato all’inizio”. Poi critica il leader Giuseppe Conte, colpevole di essersi “fatto votare come un monocandidato”, situazione più unica che rara visto che “nessun partito lo ha mai fatto in Italia, neanche in Europa”. Per Casaleggio è il segno che “non c’è più partecipazione dal basso”. Lo dimostrano i risultati alle ultime elezioni, dove il MoVimento ha perso il supporto di sei milioni di elettori: “È gente delusa e disgustata come me”. Per questo, secondo Casaleggio, a quella che un tempo fu la forza politica anti-establishment serve non solo "una nuova identità" ma anche un "nome nuovo": così come è adesso, il MoVimento "non va da nessuna parte".
La democrazia dal basso che non c’è più
Casaleggio rimpiange il periodo in cui a gestire il MoVimento era la società Casaleggio del padre, morto nel 2016. A quei tempi “tutte le persone elette sono state veramente elette dal basso” e il meccanismo di partecipazione popolare alla base della forza politica era ancora intatto, come dimostra il fatto che “alle ultime Europee” erano state più di 100mila persone a scegliere “chi si poteva candidare”, cosa che “non succede più”.