Il caso Vannacci, la destra e il consenso

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Jana Gagliardi

Jana Gagliardi

Le variegate reazioni a destra, all'interno della stessa maggioranza, sull'opera del generale e sull'intervento del ministro della Difesa Crosetto, con Salvini sceso in campo in difesa del generale. Il libro "Il mondo al contrario" è il caso politico dell'estate

 

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Non poteva che apparire così, lo scenario a destra, dopo l'uscita di un libro come Il Mondo al Contrario del generale Roberto Vannacci: alcuni di qua, altri di là, altri in mezzo e quindi, di fatto, divisi. Se per arrivare uniti alla meta di un ulteriore colpo al "politicamente corretto", o per difendersi meglio dagli attacchi dell'opposizione, non si sa, qualche ipotesi però si può avanzare. Soprattutto considerando chi ha detto cosa in queste ore così calde, che dopo l'apertura del caso politico forse più rumoroso dell'estate hanno portato alla rimozione del generale dalla guida dell'Istituto Geografico Militare.

L'intervento di Crosetto e le reazioni in maggioranza

Ripercorriamo quindi le tappe. A poche ore dal fatto, la notizia cioè che il libro con le opinioni su energia, gay, razze e valori patri espresse da Vannacci è balzato in testa alla classifica di Amazon, con relativo articolo di Repubblica a stigmatizzare la faccenda, interviene il ministro della Difesa Guido Crosetto. A suo tempo fondatore di Fratelli d'Italia con Giorgia Meloni e Ignazio La Russa, al momento ascrivibile all'area "liberali e moderati" del partito e uomo di stretta fiducia del presidente del Consiglio. Crosetto interviene, parla di "farneticazioni" (e forse sarà questa frase in particolare ad attirargli le ire della destra più dura e pura), chiarisce poi di non aver preso decisioni sulla base di ciò che pensa del libro, ma di ciò che deve per rispetto all'istituzione che serve. "Quindi, consultandomi con i vertici militari, ho chiesto si facesse chiarezza interna, anche per capire se quel libro fosse stato autorizzato, e poi ho agito con tre fini: tutelare lo stesso generale, le Forze armate e i valori costituzionali e repubblicani". Il ministro della Difesa deve specificare in più interviste questi concetti perché a stretto giro viene investito dal cosiddetto fuoco amico interno allo stesso centrodestra, che lo accusa di non aver invece difeso il generale.

Crosetto e Vannacci

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Si apre il confronto/scontro nella destra

Perché lo fa? Perché questa immediata presa di posizione ancora prima di aver letto il libro in oggetto, con la certezza che a destra non pochi sarebbero saltati sulla sedia? È la difesa della linea "atlantista" e di reputazione internazionale guadagnata con non poco impegno e sforzo dal governo Meloni, si può immaginare, a guidare la reazione immediata di Crosetto: se uno stimato generale dell'Esercito pubblica frasi così politicamente scorrette e il suo ministro avalla questo operato col silenzio (chi tace acconsente), che segnale si dà? Quindi si interviene. Del resto il titolare della Difesa ha anche assicurato che i diretti capi di Vannacci, i vertici delle Forze armate, avrebbero voluto usare ancor maggiore durezza.
Ma torniamo alle "farneticazioni", che secondo Crosetto Vannacci avrebbe espresso nel suo libro. A parte quella da "liberale garantista delle idee" di Vittorio Sgarbi, molto critica nei confronti di Crosetto, è dallo stesso partito del ministro che partono le reazioni più dure: Donzelli, vicinissimo a Giorgia Meloni, difende il generale e si mostra quantomeno perplesso su quella che fa capire di giudicare un'inopportuna censura di libere idee. Stessa linea per Galeazzo Bignami, viceministro alle Infrastrutture. E poi arriva Gianni Alemanno, che con toni ancora più ruvidi offre la sua sponda al generale e attacca chi da destra non difende i veri valori di destra. Perché lo fanno?

Parole libro Vannacci

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Facile il discorso per l'ex sindaco di Roma, è un pezzo che cerca di ritagliarsi uno spazio rilanciando una linea più intransigente di recupero dei temi dei bei tempi che furono. Ma gli altri? Certo, le opinioni personali contano ed è vero che come dice Crosetto "siamo diversi", ma possibile che esponenti politici così vicini a Giorgia Meloni scendano in campo a gamba tesa senza nessun consulto col leader? Possibile ma non probabile. Più facile invece che, come da giorni osservano altri commentatori, al presidente del consiglio sia necessario mantenere la nuova immagine da "statista" col suo ruolo anche internazionale ma anche non scontentare troppo il suo elettorato e la sua base, che pur sempre di destra, o centrodestra, è. E quindi ben vengano gli interventi di Donzelli, Bignami e di tutta l'ala più tradizionale di Fratelli D'Italia.

Il cartello apparso sulle vetrine della libreria Ubik a
Castelfranco Veneto, 21 Agosto 2023. ANSA/GIANNI FAVERO

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Salvini scende in campo in difesa di Vannacci

E arriviamo all'intervento di Matteo Salvini. Qualche giorno di silenzio da parte del vicepresidente del Consiglio e leader della Lega, e poi il botto: interventi via social, telefonata di solidarietà al generale Vannacci, una presa di posizione netta in sua difesa e contro il "politicamente corretto". Perché lo fa? Quasi pleonastica la spiegazione: Vannacci dice cose che Salvini ha sempre più o meno detto, il libro è salito ancora in classifica diventando primo ed è evidente che un certo favore popolare c'è, l'area dell'elettorato di destra insoddisfatta da tanta moderazione non si può certo lasciarla ad Alemanno... Ed ecco che ci si propone come il suo paladino. E torna alla ribalta in modo evidente la sua concorrenza a Meloni - che da presidente del Consiglio deve mantenere un aplomb istituzionale e rispettare determinate regole anche di comunicazione - nel ruolo di leader che difende certi "valori". Tanto più che le elezioni europee si avvicinano di gran carriera e - nel momento in cui si sta per aprire una difficile sessione di bilancio - ogni occasione diventa fondamentale per recuperare in altro modo i consensi che si potrebbero perdere sul fronte economico.

 

 

Il generale di Divisione Roberto Vannacci, autore del libro autoprodotto "Il Mondo al contrario". 
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