Il ministero dell’Interno fa filtrare il suo stupore in merito alle recenti accuse al governo sugli sbarchi in Italia, polemizzando con le regioni Pd che non avrebbero “adottato lo stato di emergenza, ritardando alcuni interventi sul territorio”. L'Anci contesta e anche i sindaci leghisti veneti non ci stanno: “Chi non ha diritto di stare in Italia deve essere rimandato indietro: capannoni, uffici, palestre non possono essere usati per stoccare i migranti", hanno detto
Surreale. È questo l’aggettivo che viene usato da alcune fonti del Viminale in merito alle recenti polemiche sui migranti, sollevate da alcuni sindaci e governatori. Secondo il ministero dell’Interno “la mancata adozione dello stato di emergenza da parte delle 4 Regioni guidate dalla sinistra ha ritardato alcuni interventi sul territorio”. A polemizzare però con il governo è l’Anci, che sottolinea i problemi relativi soprattutto ai minori non accompagnati. “Le amministrazioni locali non potranno garantire il rispetto delle condizioni stabilite per legge con questi numeri e ad essere responsabile è lo Stato centrale. Non ci sono gli hub di primissima accoglienza, non ci sono le risorse per la mediazione culturale", ha dichiarato il sindaco di Prato e responsabile immigrazione Matteo Biffoni.
La polemica
Proprio alle parole di Biffoni, il Viminale ha risposto indirettamente evidenziando come “le sue posizioni siano del tutto ideologiche. I dati dimostrano che Regioni come la Toscana gestiscono un numero di sbarchi e di minori non accompagnati molto più basso rispetto ad altri territori. E poi proprio Biffoni, prodigo a parole di auspici di una migliore accoglienza dei minori, nei fatti non avrebbe certo favorito l’apertura di nuove strutture per minori non accompagnati nella sua città, a Prato. Eppure, queste strutture avrebbero fatto molto comodo per gestire la situazione garantendo migliori condizioni ai migranti”. Inoltre, fanno sapere dal Viminale, a regolare i flussi migratori “c’è soprattutto la 'Legge Zampa', che prende il nome di una deputata Pd. In questo modo i sindaci e i governatori di sinistra stanno andando contro una di loro”, fanno sapere. A chiedere maggiori sforzi al governo sono però anche i sindaci veneti della Lega, che hanno ribadito il loro no all’accoglienza diffusa: “Chi non ha diritto di stare in Italia deve essere rimandato indietro: capannoni, uffici, palestre non possono essere usati per stoccare i migranti, non sono strutture idonee", affermano. Il presidente della Regione Puglia, Michele Emiliano, tra i governatori Pd a cui fa riferimento il Viminale, sottolinea in modo caustico: “Sulla gestione del fenomeno migratorio il governo non ha alcuna strategia".
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La decisione del Viminale
Polemiche che infuriano mentre il flusso degli sbarchi non si ferma: dal primo giugno al 18 agosto, secondo i dati diffusi dal Viminale, ci sono stati 55.318 sbarchi, con una media giornaliera che supera le 700 unità. E nell'hotspot di Lampedusa ci sono ancora 2.427 migranti. La pressione nella macchina dell'accoglienza resta, quindi, altissima e dal territorio, con cadenza quotidiana, arrivano segnali di sofferenza e richieste di intervento da parte del Governo e del Ministero dell'Interno. Il Viminale, che ha annunciato per settembre interventi per rendere più rapido l'iter per il rimpatrio dei migranti irregolari e in particolare di quei soggetti tra loro problematici e pericolosi, il 3 luglio scorso ha inviato una circolare con cui introduce il criterio della redistribuzione anche in base "all'estensione territoriale" oltre a quello della popolazione. Nel documento, il Ministero dell'Interno afferma che è stata "condivisa una modifica del criterio di distribuzione su base regionale, che utilizzerà oltre al consueto parametro della popolazione residente anche quello dell'estensione territoriale". Il nuovo criterio "oltre ad essere applicato per il piano previsionale straordinario, sarà utilizzato nei singoli periodici riparti resi noti ai Prefetti dei capoluoghi di regione per la successiva ripartizione infraregionale, secondo le modalità definite in seno ai rispettivi tavoli di coordinamento", si afferma nella circolare.
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I dati
In base agli ultimi dati ufficiali, attualmente è di 132.796 il totale degli "immigrati in accoglienza sul territorio". La regione con il maggior numero di presenza è la Lombardia con 16.814 (pari al 13% del totale), seguita dall'Emilia Romagna con 12.572 (9%), dalla Sicilia 11.758 (9%) e dal Piemonte 11.576 (9%). Il nuovo criterio potrebbe portare a trasferire un maggior numero di persone in territori con grandi estensioni ma con densità abitativa più bassa come, ad esempio, la Sardegna che ad oggi ospita 2.098 persone pari all'1% del totale o la Basilicata il cui presidente di Regione, Vito Bardi, afferma che il suo territorio "non può reggere numeri importanti". Altro capitolo è quello del turn over nelle strutture di accoglienza straordinarie (Cas) per le quali sarà effettuata una sorta di censimento. Ad oggi ospitano 110mila persone circa ma l'obiettivo del Viminale è quello di verificare quanti siano ancora i soggetti che hanno i requisiti per ottenere assistenza, al fine di poter garantire un effettivo turn over con gli aventi diritto.