Nell’intervista a Start, il ministro della Pubblica amministrazione ha parlato di diversi temi, incluso il caso Santanché: “L’avviso di garanzia è ormai diventata una sorta di condanna preventiva, fino alla fine delle indagini non c’è motivo di dare la croce a nessuno”. Porte aperte ad un eventuale erede di Berlusconi in Forza Italia: “Saremmo onorati ma non bisogna forzare nessuno”
Santanchè, Berlusconi, le elezioni europee e il futuro di Forza Italia, oltre che quello del "Comitato di 60 saggi", chiamaro a decidere il livello delle prestazioni essenziali nell'ambito dell’autonomia differenziata. Paolo Zangrillo, ministro della Pubblica Amministrazione, ha toccato diversi temi nell’intervista a Start su Sky TG24. “Ieri ero in Aula per esprimere la mia solidarietà nei confronti di Santanchè, per me era abnorme la necessità di presentarsi in Parlamento per un’inchiesta giornalistica. Oggi sappiamo che è indagata, ma non cambio la mia opinione: l’avviso di garanzia è ormai diventato una sorta di condanna preventiva, per questo non c’è motivo di dare la croce a nessuno. Deciderà lei sulle sue dimissioni”, ha dichiarato.
La famiglia Berlusconi e il futuro di Forza Italia
Tiene banco ovviamente anche il futuro di Forza Italia, alla luce dell’apertura del testamento del fondatore Silvio Berlusconi e dei tanti rumors su una possibile discesa in campo di uno dei figli. “È importante che la famiglia abbia ribadito il proprio sostegno al soggetto politico. Non c’è un altro Silvio Berlusconi e ho apprezzato le parole di Pier Silvio, che ha evidenziato la serietà e la gravità del fare politica. Senza il nostro leader adesso dobbiamo imparare a stare insieme e capire che le sfide si vincono facendo sintesi, attraverso un percorso democratico. La prossima settimana nomineremo Tajani amministratore del partito e siamo fortunati ad averlo nei nostri ranghi visto il suo prestigio internazionale. A seguire ci saranno i congressi ad ogni livello che poi consacreranno il nuovo leader”, ha sottolineato Zangrillo. In ogni caso porte aperte ad un eventuale erede. “Sarebbe un grande onore ma per entrare in politica bisogna rifletterci, nessuno può essere forzato”, ha concluso Zangrillo. In ogni caso, evidenzia il ministro, l’identità del movimento non cambierà. “L’eredità politica di Silvio Berlusconi resterà nel nostro profilo atlantista e europeista: per questo la nostra collocazione è importante per il centrodestra e per il governo”, ha rimarcato.
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Le elezioni europee
Pensare però che una coalizione modello centrodestra italiano possa formarsi anche in Europa sembra al momento complicato, così come pensare ad un’unione con la Lega. “Innanzitutto, non credo si possa più pensare a una federazione di partiti nel centrodestra, anche se questo era uno dei sogni di Berlusconi. Concordo però con Tajani, non possiamo snaturare il nostro essere: per questo immaginarci insieme a formazioni contro l’Europa o con posizioni ambigue su Russia e Ucraina non è possibile. Più probabile un modello che veda vicini i Popolari con i Conservatori guidati da Giorgia Meloni”, ha evidenziato Zangrillo.
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Il Comitato
Altro tema discusso è il Comitato dei 60 saggi, guidato da Sabino Cassese, che ha visto le recenti dimissioni di 4 esponenti in disaccordo sulle analisi sui servizi essenziali e che la Lega vorrebbe vedere conclusa entro metà 2024, in modo da poter approvare l’autonomia differenziata. Come sottolinea il ministro, “ è difficile pensare che una persona come Calderoli possa andare avanti da sola come dice l’opposizione. Credo fortemente nell’autonomia differenziata, un principio presente anche nella Costituzione ma che va declinato nel mondo presente e alla luce delle differenze tra nord e sud. Possiamo risolvere il problema”.