Maggioranza e opposizione hanno trovato un accordo, con le forze di governo che hanno accettato di modificare la norma dopo che alla prima votazione il centrodestra non aveva i numeri sufficienti e il voto si era concluso con un pareggio, che a Palazzo Madama equivale a un 'no', scatenando i duri attacchi dell'opposizione
Giornata complicata per maggioranza al Senato. Dopo essere andata sotto in commissione Bilancio sul Dl Lavoro, nel tardo pomeriggio è arrivato il via libera al parere modificato sui 12 emendamenti, in parte ritoccati, presentati dalla relatrice, Paola Mancini (FdI). Le forze di governo hanno accettato di modificare la norma: è stata ritirata la proposta di stanziamento di 1 milione per la comunicazione istituzionale e rivista la scala di equivalenza dell'Assegno di inclusione (Adi). A quanto riferito da fonti parlamentari, la maggioranza ha votato a favore, Pd e Az-Iv si sono astenuti mentre M5S e Avs hanno votato contro. Il provvedimento torna in Aula e non si esclude una seduta notturna.
La prima votazione era finita in pareggio
Il primo voto della commissione Bilancio sul decreto Lavoro era finito in pareggio, con 10 senatori delle forze politiche di governo e altrettanti dell'opposizione, per cui la maggioranza è andata sotto. La commissione è quindi stata sospesa. Per la relatrice Mancini si è trattato di "un incidente che non doveva accadere".
La Russa: "Incidente percorso per ritardo di 5 minuti"
"Si è trattato di un incidente di percorso, un ritardo di cinque minuti che ha provocato una serie di reazioni. Ciò non impedisce di dire che ho raccomandato sia i gruppi sia i rappresentanti del governo di trovare dei modi per cui non si debba sempre arrivare con l'acqua alla gola sugli emendamenti e sui tempi e spero che il mio richiamo a tutti abbia qualche esito positivo". "Tutto è nato - ha aggiunto - perché c'era un cocktail di compleanno", riferendosi al senatore Damiani.
Schlein: "La maggioranza non sta in piedi"
Dopo lo scivolone dei partiti di governo nella prima votazione, è arrivato il duro attacco della segretaria del Pd, Elly Schlein, che ha parlato di "maggioranza nel caos", sottolineando che il "Dl Lavoro era una delle bandiere programmatiche del governo Meloni", anche se per la leader dem è un provvedimento "sbagliato" a cui il Partito democratico "continuerà a opporsi a norme che aumentano precarietà e povertà. La verità è che questo esecutivo non sta in piedi, incapace di passare dalla propaganda ai fatti". Daniele Manca e Beatrice Lorenzin, senatori Pd nella commissione Bilancio del Senato, hanno commentato: "Questo era un provvedimento simbolo per questa maggioranza approvato il primo maggio e strumentalmente definito decreto Lavoro ma si è trasformato nel primo grande fallimento. E riferendosi ai gruppi di maggioranza, hanno aggiunto: "Si sono ridotti all'ultimo con emendamenti della relatrice per l'aula, senza essere in grado di approvare emendamenti in commissione. E' incomprensibile come una maggioranza non abbia le condizioni per approvare emendamenti". Manca e Lorenzin hanno inoltre ricordato che "da stamani chiediamo relazioni tecniche che sono arrivate tardi e che hanno comportato ritardi per l'aula e che mostrano una maggioranza in crisi su un provvedimento simbolo".
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M5s: "Visibile inettitudine maggioranza". Calenda: "Messaggio di Forza Italia"
Molto critico anche il capogruppo del M5S in commissione Bilancio al Senato, Orfeo Mazzella. "Quanto accaduto - ha detto - è l'emblema dell'inettitudine di questa maggioranza. La relatrice Mancini parla di 'incidente': ma quale incidente? Hanno passato mesi interi a dirci che erano 'pronti', e poi nemmeno si presentano in commissione quando è ora di votare. In che mani siamo". Per il leader di Azione, Carlo Calenda, si è trattato di "uno spettacolo davvero poco edificante. Con tentativi della maggioranza di spiegare che no 'non siamo andati sotto'. La verità è più semplice di così: un pezzo di Forza Italia ha voluto dare un messaggio. Se questo è l'esordio del dopo Berlusconi la maggioranza rischia il caos".
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Tajani: "Non c'è alcun messaggio, lasciamo parlare l'opposizione"
"Un incidente di percorso, tempesta in un bicchiere d'acqua". Così Antonio Tajani ha liquidato l'inciampo della maggioranza in commissione rispondendo indirettamente a Calenda. "È stato un incidente di quelli che non dovrebbero capitare ma che capitano: nessun messaggio, nessuna divisione, lasciamo parlare l'opposizione che peraltro avrebbe altri problemi suoi di cui occuparsi", ha minimizzato ancora interpellato sulla vicenda in veste di leader di FI a Londra. Vicenda che nelle sue parole è nata solo per un ritardo "di 15 minuti" rispetto alla richiesta di un parere avanzata dai componenti di FI in commissione; e "a cui si è già rimediato".