Pnrr, relazione governo: "Valutazione Ue su terza rata in via di completamento"

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Ipa/Ansa

La relazione semestrale sull'attuazione del piano è stata depositata in Parlamento, con un ritardo che ha causato tensione tra esecutivo e opposizioni. Palazzo Chigi: incontrati molti ostacoli, 120 le misure su cui sono rilevate criticità. Il tema del Pnrr è anche al tavolo dell'incontro tra la premier italiana Meloni e il cancelliere tedesco Scholz

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Il testo definitivo della relazione sullo stato di attuazione del Pnrr è stato depositato dal governo in Parlamento. "La valutazione della Commissione europea ai fini del pagamento della terza rata è in via di completamento”, si legge. "Il processo di assessment sin dall'invio della domanda di pagamento, ha richiesto tempi più lunghi, d'intesa con i servizi della Commissione, per la complessità degli obiettivi da conseguire per questa rata e per gli approfondimenti che si sono resi necessari, nelle interazioni con la Commissione, per alcune scadenze. Per il conseguimento dei traguardi ed obiettivi della terza rata - prosegue la relazione del governo - è stato necessario un importante lavoro di squadra, che si è avvalso di un dialogo serrato e costruttivo con la Commissione europea e del contributo di tutte le amministrazioni. In questo modo è stato possibile risolvere numerose problematiche, anche legate al raggiungimento di obiettivi che erano assunti come già conseguiti al momento dell’insediamento".

“Sulla via del Pnrr incontrati molti ostacoli”

Nella relazione sul Pnrr al Parlamento si legge che "l'attuale governo, già nelle primissime settimane dall'insediamento, si è impegnato ad assicurare un'incisiva linea di azione per raggiungere, entro il 30 dicembre, i 55 traguardi e obiettivi previsti dal Pnrr". Si è trattato di una sfida di particolare complessità", e "sulla via dell'attuazione, diversamente da quanto indicato dal precedente governo nella seconda relazione sull'assenza di criticità e di rischi di rallentamento per tutti gli interventi, sono stati riscontrati numerosi ostacoli che hanno richiesto un'azione mirata e persistente per il loro superamento”. Poi viene spiegato che "sono 120 le misure rispetto alle quali sono stati rilevati elementi di difficoltà nella loro realizzazione. Le misure con maggior numero di elementi di debolezza sono il 10% del totale". Sono "22 gli investimenti che mostrano ostacoli attuativi collegati ad eventi e circostanze oggettive (aumento dei costi e/o scarsità delle materie prime) e 42 investimenti e una riforma che risentono degli squilibri di mercato, dell'impreparazione del tessuto produttivo o della scarsa attrattiva degli investimenti previsti". "Dal punto di vista quantitativo - si legge ancora - le principali difficoltà risiedono nei processi normativi. amministrativi e gestionali delle misure, di cui risentono infatti 60 investimenti e 16 riforme. 44 investimenti e due riforme richiederebbero una riformulazione tecnica degli impegni definiti con la Commissione europea al fine di correggere errori materiali e/o ridefinire target o gli indicatori di rendicontazione".

Miriade di mini-interventi, 76mila fino a 70mila euro

"Considerando le risorse del Pnrr per le quali si è individuato il soggetto attuatore (130 miliardi di euro circa, pari al 68% dell'intero Piano) e la distribuzione dei progetti di titolarità dei Comuni e o di altri enti emerge una miriade di piccoli interventi: i progetti di importo fino a 70mila euro sono più di 76 mila; quelli di importo compreso fra 70 mila e 180 mila euro sono circa 28mila; quelli fino a 1 milione di euro sono pari all'87% del totale". È una delle "criticità" che vengono messe in rilievo nella sintesi della relazione sul Pnrr. "Gli investimenti superiori a 5 milioni sono invece 3.300”. Dall'analisi del piano Pnrr emergono molte sfide "che vanno affrontate con gli strumenti più adeguati su questi temi, il governo intende intensificare il confronto con il Parlamento, che dopo la discussione sulla prima rata è mancato, riguardo a tutte le fasi salienti dell'implementazione ma anche per le future decisioni connesse all'aggiornamento e alla revisione del piano".

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Tensioni governo-opposizione

La gestione del Pnrr da parte del governo ha creato nuove tensioni con le opposizioni. Il ritardo nella trasmissione al Parlamento della relazione semestrale sull'attuazione del piano ha scatenato gli attacchi del Pd. Alessandro Alfieri, responsabile Pnnr e Riforme nella segreteria dem dice: "La verità è che questo governo è ossessionato da chi deve gestire soldi e da chi deve controllare le procedure, ma non si preoccupa della vera priorità che è spendere i soldi e spenderli bene”. La relazione, come ha reso noto anche il governo in una nota pubblicata sul suo sito, è stata presentata alla cabina di regia di Palazzo Chigi il 31 maggio. Dopo il via libera in quella sede è passata poi al vaglio dei ministeri. E per via informale è stata fatta circolare anche ai parlamentari. Oggi è stata depositata in Parlamento.

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Fitto rassicura

Il ministro Raffaele Fitto aveva assicurato che il testo sarebbe stato trasmesso alle Camere entro oggi, come avvenuto. Le opposizioni, però, ne fanno una questione di scarsa trasparenza nei confronti del Parlamento. Non è da escludere che il centrosinistra, alla prima occasione utile, come già fatto in una delle ultime capigruppo, chieda un intervento di Fitto ed eventualmente un voto. Richiesta che il ministro sarebbe intenzionato ad accogliere. Un voto che potrebbe, tra l'altro, arrivare anche sulla mozione annunciata dal Pd sull'utilizzo dei fondi del Pnrr. "Abbiamo preparato una mozione - spiegano i dem con Alfieri - che abbiamo offerto alla discussione del Senato, in cui indichiamo le priorità e le nostre proposte. Non possiamo permetterci di perdere nemmeno un euro".

Pnrr al centro dell’incontro Meloni-Scholz

Il tema del Pnrr è anche uno di quelli all'ordine del giorno nell'incontro che si è tenuto oggi tra il cancelliere Olaf Scholz e la premier Giorgia Meloni. Il leader tedesco è anche atteso al Quirinale. L’Italia è sempre in attesa della terza rata e cerca sponde in vista della complessa trattativa europea per l'aggiunta al piano del capitolo energetico del RepowerEu. Intanto alla Camera è arrivato il via libera al decreto P.A. contenente le misure di allentamento sui controlli della Corte dei Conti sulle spese relative al piano ma anche nuove assunzioni nell'ambito della pubblica amministrazione proprio in chiave di accelerazione dell'attuazione del piano. Il provvedimento ora passa all'esame del Senato per il via libera definitivo.

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