Pnrr, fiducia della Camera a Dl Pa con limiti a controlli della Corte dei Conti

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L’Aula di Montecitorio ha confermato la fiducia all’esecutivo Meloni sul provvedimento con 203 voti a favore, 134 contrari e tre astenuti. L'Assemblea è poi passata all'esame dei 149 ordini del giorno: sono stati presentati quasi tutti dall'opposizione, che rimane critica sul provvedimento e sta facendo ostruzionismo. I magistrati contabili ribadiscono la “netta contrarietà” alle misure. L’esecutivo non arretra

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La Camera ha confermato la fiducia al governo sul dl Pubblica amministrazione, che contiene gli emendamenti che limitano i controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr. Dall'Aula di Montecitorio sono arrivati 203 voti a favore della fiducia, 134 contrari e tre astenuti. L'Assemblea è poi passata all'esame dei 149 ordini del giorno: sono stati presentati quasi tutti dalle opposizioni, che stanno facendo ostruzionismo. Con la fiducia su questo testo, hanno protestano, si mette un doppio bavaglio: ai giudici e al Parlamento. Anche i magistrati contabili, che si sono riuniti in assemblea, hanno ribadito la "netta contrarietà" alle misure. Ma il governo tira dritto e la premier Meloni difende l'operato dell’esecutivo: "Facciamo quello che ha fatto il precedente governo".

Le critiche delle opposizioni

"È un governo - ha accusato il leader del M5S Giuseppe Conte - in ritardo sull'attuazione del Pnrr, abbiamo una rata da riscuotere da Bruxelles e non la stiamo riscuotendo. E come pensano di risolvere il problema? Eliminano il controllo della Corte dei conti, che non è concepito per ritardare ma semplicemente per vigilare. Non sopportano i controlli". "Da mesi - ha attaccato la capogruppo Dem alla Camera Chiara Braga - chiediamo chiarezza sul Pnrr, ad oggi abbiamo invece solo una governance centralizzata e paralizzata che ha fatto accumulare inutili ritardi e l'annuncio di un voto di fiducia per cancellare il ruolo di controllo della Corte dei Conti. Non c'è governo più insofferente al controllo di quello di destra". "La norma che ha messo il bavaglio alla Corte dei Conti rispetto ai controlli sul Pnrr è incostituzionale”, ha accusato il co-portavoce nazionale di Europa Verde Angelo Bonelli. Non mancano anche i distinguo nell'opposizione, con il Terzo Polo che puntualizza che non vota la fiducia ma fa sapere di condividere la necessità di velocizzare i processi operativi legati al Pnrr: “Velocizzare non esclude i controlli - ha detto la capogruppo in Senato Raffaella Paita - si può essere efficienti e controllare allo stesso tempo".

Il governo difende il provvedimento

Il governo difende il provvedimento. Il ministro degli Affari Europei, Sud, Coesione e Pnrr Raffaele Fitto ha precisato: "Nessuna deriva autoritaria del governo riguardo la Corte dei conti: non vi è, infatti, nessuna limitazione dei controlli della magistratura contabile. Ha perfettamente ragione Giorgia Meloni nel sostenere che il nostro governo, su questo aspetto, si muove in linea con il governo Draghi". "Siamo sicuri che i controlli di legalità ci saranno, come è giusto che sia. Però il controllo di legalità non può bloccare le opere perché se non realizziamo le opere veniamo meno all'obiettivo principale che ha il governo", ha detto anche il ministro per i rapporti con il Parlamento Luca Ciriani. "Non c'è nessuna guerra in corso contro la Corte dei conti. Secondo noi il regime dei controlli che è stato fissato anche dalla governance stessa del Pnrr è sufficiente per garantire legalità", ha aggiunto. In serata, ospite su La7, sul tema è intervenuto anche il vicepremier e ministro degli Esteri Antonio Tajani. "Non c'è nessun problema con la Corte dei conti. La questione è fare bene e fare in fretta. Il governo precedente aveva deciso di fare in modo che la Corte dei Conti facesse dei controlli postumi, non in corso d'opera. In corso d'opera i controlli li fa l'organizzazione amministrativa", ha detto. Tajani ha poi sottolineato che "un doppio controllo rischia di far allungare i tempi e di bloccare tutto".

I tempi

Intanto, nell'Aula della Camera va avanti da ore l'esame degli ordini del giorno. Al più tardi mercoledì mattina, comunque, dovrebbe arrivare il via libera finale di Montecitorio al testo, che poi deve passare al Senato per un esame che, nonostante i tempi per la conversione non siano strettissimi, si annuncia pressoché blindato.

Una panoramica dell'aula di Montecitorio durante le dichiarazioni di voto finali sul dl trasparenza dei prezzi del carburante alla Camera, Roma, 21 febbraio 2023.   ANSA/ETTORE FERRARI

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