Decreto PA, il governo pone la fiducia alla Camera. Opposizioni divise

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In Aula a Montecitorio è arrivato il testo con emendamenti. La votazione sulla fiducia avrà inizio domani a partire dalle 14 per il decreto che contiene le nuove norme che limitano i controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr. Pd e M5s promettono battaglia, Iv e Azione con la maggioranza

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Il governo ha posto la fiducia alla Camera sul decreto Pa, come annunciato all'Assemblea di Montecitorio dal ministro per la Pubblica Amministrazione Paolo Zangrillo. La votazione sulla fiducia avrà inizio domani a partire dalle 14, ha stabilito la conferenza dei capigruppo. Le dichiarazioni di voto avranno inizio alle 12.30. Ma già da ieri lo scontro politico si è acceso sugli emendamenti che limitano i controlli della Corte dei Conti sulle spese del Pnrr. L’esecutivo Meloni vuole stringere i tempi, come dimostra la mossa di ricorrere alla fiducia per procedere spediti verso l'approvazione del testo al Senato. A Montecitorio, però, il Pd e il M5s hanno già annunciato battaglia. Intanto, dopo le tensioni con la Commissione europea sui controlli della Corte dei Conti, a Palazzo Chigi è tempo di tregua. Il sottosegretario al Mef Federico Freni "derubrica" quanto avvenuto: "non è un incidente con la Commissione europea, ma con un qualsiasi funzionario". "Un passaggio irrilevante", "un suono di disturbo", aggiunge, che non intaccherebbe la trattativa con la Commissione sul Piano di ripresa e resilienza. Il deputato della Lega torna quindi sul merito della questione. "Il controllo concomitante sul Pnrr - dice - è un'assoluta anomalia italiana, una sorta di cogestione che per quanto mi riguarda ha poco senso".

La Corte dei Conti ribadisce la contrarietà agli emendamenti

L'Associazione dei magistrati della Corte dei conti in una nota ha ribadito "la netta contrarietà alle due norme che sottraggono al controllo concomitante della Corte dei conti i progetti del Piano nazionale di ripresa e resilienza e prorogano l'esclusione della responsabilità amministrativa per condotte commissive gravemente colpose, tenute da soggetti sia pubblici che privati, riducendo di fatto la tutela della finanza pubblica".

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Pd e M5s sulle barricate

Sulla Corte dei Conti interviene anche il procuratore nazionale Antimafia Giovanni Melillo. "La rivendicazione di un primato dei poteri discrezionali della Pa", dichiara, è "tanto più credibile se alla richiesta di arretramento dei controlli esterni si accompagna un deciso rafforzamento delle linee di controllo interne, ma non mi pare che di ciò ci sia traccia significativa". Per Melillo, bisogna impiegare al più presto le risorse del Pnrr, ma bisogna "farlo bene, evitando che esse si disperdano nei mille rivoli degli abusi e della corruzione", o peggio, "che finiscano nelle mani della criminalità mafiosa". La capogruppo dell'Alleanza verdi e sinistra Luana Zanella invita il governo a confrontarsi con il procuratore Antimafia. "Non vanno contrapposte le esigenze di rapidità nelle decisioni e di rigore nelle procedure", rimarca. Intanto, Pd e M5s si preparano all'attacco. La norma sulla Corte dei Conti, sottolineano fonti parlamentari dem, "è una forzatura inaccettabile alla quale ci opporremo duramente". Del resto, il responsabile Pnrr della segreteria, aveva già evidenziato la posizione del partito: "Il governo è ossessionato da chi deve fare o meno i controlli, quando invece l'ossessione deve essere sul mettere a terra i progetti". Parole in linea con quelle del leader M5s Giuseppe Conte: "È evidente che la preoccupazione di Palazzo Chigi non sia mettere subito a terra i fondi del Pnrr ma non essere disturbati e controllati su come vengono spesi i soldi degli italiani". I pentastellati, confermano fonti del Movimento, sono pronti a dare battaglia in Aula, soprattutto di fronte all'interruzione del dibattito parlamentare.

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Cosa fa il Terzo polo?

Esponenti di spicco di FdI, come il sottosegretario alla presidenza del Consiglio Giovanbattista Fazzolari, vengono chiamati in causa dal deputato di +Europa Benedetto Della Vedova. Che ricorda una proposta di legge presentata da FdI nella scorsa legislatura, nella quale si sarebbe chiesto proprio "il controllo concomitante" della Corte dei Conti sul Pnrr. "Prima serviva ad accelerare e dare efficienza, oggi sarebbe causa dei ritardi", ironizza. Controcorrente rispetto alle opposizioni vanno Azione ed Iv. Dopo il sostegno alle misure sulla corte dei conti giunto da Luciano Nobili di Italia Viva, arriva anche quello del leader di Azione Carlo Calenda. "L'avrei fatto io quel provvedimento", dice. Quello della Corte "era un controllo assurdo e ridondante".

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