Silvio Berlusconi dimesso dal San Raffele: "Dopo il buio ho vinto ancora"

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Il leader di Forza Italia, 86 anni, era entrato in terapia intensiva lo scorso 5 aprile, a causa di un’infezione polmonare insorta nel quadro di una leucemia mielomonocitica cronica. Il 16 aprile era poi stato trasferito in un reparto di degenza ordinario. "Oggi, dopo 45 lunghi giorni, sono finalmente tornato a casa e il mio ritorno ha riscaldato i cuori della nostra grande famiglia. Un'emozione incredibile, un grande sollievo. È stato un periodo angoscioso e difficile", ha scritto l'ex premier in un messaggio

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Silvio Berlusconi è stato dimesso dal San Raffaele di Milano ed è tornato nella sua villa di Arcore. Il leader di Forza Italia - con la compagna Marta Fascina al suo fianco - ha lasciato l'ospedale intorno alle 13:00, senza rilasciare alcuna dichiarazione. Poi, in serata, l'ex premier ha diffuso un messaggio: "È stato un periodo angoscioso e difficile ma dopo il buio ho vinto ancora". Finisce così un ricovero durato 45 giorni. Berlusconi, 86 anni, è stato curato per un’infezione polmonare, insorta nel quadro della leucemia mielomonocitica cronica di cui soffre da circa due anni. Già in mattinata si era diffusa la notizia di possibili dimissioni: una folla di giornalisti – insieme a qualche curioso - ha aspettato per ore davanti ai cancelli di via Olgettina 60. Le condizioni di salute del leader degli azzurri, mai rese note prima del ricovero, avevano fatto preoccupare sia le forze politiche che i suoi elettori. Ricoverato lo scorso 5 aprile in terapia intensiva, Berlusconi era poi stato trasferito in un reparto ordinario a partire dal 16 aprile. Durante la sua permanenza in ospedale è stato visitato anche dalla premier Giorgia Meloni e dal numero uno della Lega, Matteo Salvini. Dal San Raffaele aveva anche partecipato con un video alla convention di Forza Italia del 6 maggio.

Il messaggio di Berlusconi

"Care Amiche, cari Amici, oggi, dopo 45 lunghi giorni, sono finalmente tornato a casa e il mio ritorno ha riscaldato i cuori della nostra grande famiglia. Una emozione incredibile, un grande sollievo", ha scritto Berlusconi. "Grazie a Dio ed a Tutti Voi che non mi avete fatto mai mancare la vostra vicinanza, il vostro calore e il vostro affetto, non mi sono mai sentito solo e ho continuato a nutrire speranza e fiducia. L'incubo è finito e, dopo aver letto i tantissimi messaggi di auguri ricevuti, mi sento di ringraziare ognuno di Voi che ha ritenuto di dedicarmi un pensiero affettuoso. Viva la vita, sempre!".

L’ultimo bollettino medico

Il settimo e ultimo bollettino medico sulla situazione di Berlusconi è stato quello dello scorso 3 maggio, quando i medici curanti – Alberto Zangrillo e Fabio Ciceri – avevano messo a tacere settimane di speculazioni confermando ancora una volta un "quadro clinico stabile e confortante". Prima del ricovero del 5 aprile, Berlusconi era uscito da poco dalla stessa struttura ospedaliera. Il 30 marzo era stato dimesso dopo che alcune visite di controllo si erano protratte per diversi giorni.

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Le visite di familiari e amici

I familiari e gli amici più stretti sono rimasti accanto al leader di Forza Italia per tutto il periodo trascorso al San raffaele. I cinque figli Marina, Pier Silvio, Barbara, Eleonora e Luigi gli hanno fatto visita, alternandosi, quasi quotidianamente. Così come il fratello Paolo e lo storico amico Fedele Confalonieri. Sono poi passati anche l'ad del Monza Adriano Galliani, l'ex senatore Marcello Dell'Utri e Gianni Letta. Soltanto nell'ultima settimana l'ospedale ha aperto le porte al mondo della politica, con le visite della premier Giorgia Meloni e di Matteo Salvini domenica scorsa, seguite da quella del ministro degli Esteri Antonio Tajani due giorni dopo.

La leucemia mielomonocitica cronica

Il ricovero di aprile ha così reso pubbliche informazioni che Berlusconi aveva cercato di tenere riservate: i media non erano ancora venuti a conoscenza della diagnosi di leucemia mielomonocitica cronica. Si tratta di una forma di leucemia, non considerata eccessivamente aggressiva, che di solito viene rilevata in pazienti dai 70 anni in su. Caratterizzata da un aumento eccessivo dei monociti, può essere curata – se possibile – attraverso cellule staminali. Debilitando il sistema immunitario, favorisce l’insorgere di altre complicazioni, come l’infezione polmonare che ha portato al lungo ricovero di Berlusconi.

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