Nucleare sostenibile, in cosa consiste la legge delega e quale sarà l’iter

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Introduzione

Venerdì il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica Gilberto Pichetto Fratin, ha approvato una legge delega al governo sul nuovo nucleare sostenibile. Ecco cosa prevede e quali sono gli step prefissati.

Quello che devi sapere

Cosa prevede la legge delega

  • La delega prevede che "il governo adotti una serie di decreti legislativi, entro 12 mesi dall’entrata in vigore, per disciplinare in maniera organica l’intero ciclo di vita della nuova energia sostenibile, attraverso la stesura di un Programma nazionale: dalla sperimentazione, localizzazione, costruzione ed esercizio dei nuovi moduli al tema della fabbricazione e riprocessamento del combustibile che sarà affrontato in una visione di economia circolare". Si interverrà anche "sulla disattivazione e smantellamento degli impianti esistenti, la gestione dei rifiuti e del combustibile esaurito, la ricerca, lo sviluppo e l’utilizzo dell’energia da fusione, la riorganizzazione di competenze e funzioni, anche con l’istituzione di una Autorità indipendente per sicurezza, vigilanza e controllo. La delega servirà anche a prevedere strumenti formativi e informativi, formare nuovi tecnici e figure professionali del settore, individuare benefici per i territori interessati".

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L’obiettivo

  • Secondo quanto si legge in una nota, “l’obiettivo che si pone il provvedimento è raggiungere, con il contributo di questa innovativa fonte di energia, caratterizzata per essere 'green', programmabile e continua, i target di decarbonizzazione e sicurezza energetica, così come delineati dal Piano Nazionale Integrato Energia e Clima. Il nuovo nucleare dovrà assicurare energia sufficiente a prezzi accessibili, con un contenimento dei costi energetici e il rafforzamento della competitività del sistema”.

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L’iter

  • Come spiegato dallo stesso ministro Pichetto Fratin, “ora la legge delega va alle Camere, penso settimana prossima, poi dipenderà dal presidente della Camera e quello della commissione la calendarizzazione. Ci sarà un lungo dibattito perché ci sono già stati due mesi di audizioni alla Camera. Mi auguro che per l'autunno, fine anno, venga approvata. Da lì 12 mesi per avere i decreti legislativi"

Perché si è deciso di puntare sul nucleare

  • Le situazioni geopolitiche internazionali, prima fra tutte la guerra in Ucraina, e l’aumento della domanda globale hanno spinto il governo a riconsiderare la produzione energetica nazionale. Ad oggi l’Italia è sottoposta in misura significativa alle importazioni di energia elettrica, specialmente nelle ore notturne: per questo, sebbene l’incremento di energia rinnovabile e la maggiore estrazione di risorse energetiche abbiano aiutato a diminuire la dipendenza da altri Paesi, serve una fonte low-carbon e continua come il nucleare per garantire una maggiore indipendenza nazionale

La situazione negli altri Paesi europei

  • Molti Paesi nel Continente europeo sfruttano ancora l’energia nucleare, che ha il vantaggio di essere a basse emissioni di carbonio. Per alcuni di essi, come Francia, Svezia, Finlandia, Estonia, Bulgaria, Repubblica Ceca, Ungheria, Polonia, Romania e Slovacchia, è previsto nei prossimi anni l’avvio o l’aumento della produzione di energia nucleare. In controtendenza, invece, la Germania, che nel 2023 ha annunciato la chiusura delle ultime centrali nucleari rimaste

I tempi di realizzazione

  • Ma quanto ci metterebbero le nuove centrali nucleari per essere realizzate? Sembra che il nucleare di terza generazione avanzata o addirittura di quarta possa arrivare molto presto, già a partire dal prossimo decennio. Un discorso che vale anche per i piccoli reattori nucleari, sui quali c’è un impegno europeo e mondiale per avviare la commercializzazione a breve. Pichetto ha spiegato inoltre che la stima rispetto all'operatività dei primi impianti di nuova generazione arriva "dalla Piattaforma Nazionale per un Nucleare Sostenibile e dagli elementi che provengono dai vari centri di ricerca. Il Pniec ha previsto il prossimo decennio; gli analisti dicono che i reattori di nuova generazione, potrebbero essere realtà verso il 2030"

Superare “le esperienze nucleari precedenti”

  • Utilizzare impianti che saranno di terza o anche di quarta generazione vuol dire mettere una linea sugli impianti precedenti, di prima e di seconda generazione: in questi casi è prevista una totale dismissione, salvo eventuale riconversione. A questo proposito è anche prevista la creazione di un’Autorità indipendente competente per la sicurezza nucleare, che regoli e vigili sulle infrastrutture

Il potenziale industriale italiano

  • Ma com’è messa l’industria nucleare italiana? A questo proposito l’Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l'energia e lo sviluppo economico sostenibile) ha chiarito che, grazie alle attività di indagine e sviluppo nel campo della fusione atomica, e alle cooperazioni internazionali con le nazioni che utilizzano la fissione come fonte di energia, in Italia è presente una catena di produzione industriale altamente sviluppata. Nel settore dei reattori raffreddati ad acqua (i cosiddetti SMR - Unità Modulari di Piccola Scala) le imprese italiane si trovano in una condizione di partenza svantaggiata, poiché si tratta di "ridimensionare" reattori già funzionanti, e chi già edifica quelli di dimensioni maggiori ha un vantaggio. Per i reattori raffreddati a metallo liquido (i cosiddetti AMR - Unità Modulari Avanzate), invece, le manifatture italiane, con il sostegno dell'Enea, sono ben posizionate rispetto alle reti di produzione estere: in questo settore il potenziale è considerevole, poiché la maggiore sostenibilità di tale tecnologia, una volta provata sul campo, consentirà lo sviluppo di un mercato in cui l'Italia potrà avere un ruolo di rilievo

I costi

  • I primi reattori avranno un costo molto alto, con ripercussioni sul costo del kWh prodotto. Tale costo, però, è destinato a decrescere, fino a divenire competitivo con quello delle fonti rinnovabili, con l'aumentare del numero di reattori installati.

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