
Pd, chi ha lasciato (e chi potrebbe lasciare) il partito dopo l’elezione di Elly Schlein
Due addii in due giorni e malumori che fanno sospettare ulteriori fuoriuscite dal Partito Democratico a causa di contrasti con la nuova segretaria. La replica: “Ho sempre voluto che nella mia squadra ci fosse qualcuno che non la pensava come me”. Chi sono i componenti che hanno abbandonato (e che potrebbero abbandonare) i dem

Due addii in due giorni e malumori da parte di quell'area che accusa Elly Schlein, la nuova segretaria del Pd, di aver provocato una "mutazione genetica" nel partito, sono chiari segnali delle tensioni che sono seguite al cambio del vertice. Chi non è perfettamente in linea con il pensiero della leader, in particolare la corrente dei cattolici democratici dem, sembra avviarsi verso il cambio di casacca
Borghi a Sky TG24: "Sinistra radicale non ha speranze contro la destra"
Il senatore Enrico Borghi, il 27 aprile, ha annunciato l’abbandono del Pd per passare a Italia Viva: “Le prime scelte di Schlein rappresentano una mutazione genetica: da partito riformista a un partito massimalista di sinistra”. E ancora: “Ho posto i temi della sicurezza e della difesa, dei cattolici democratici, della necessità di una sintesi tra culture, ma le uniche parole chiare che ho sentito sono quelle sul sì all’utero in affitto”
Renzi su Borghi dopo l'addio al Pd
Dopo Borghi, anche l'eurodeputata Caterina Chinnici ha lasciato il Pd, forse diretta a Forza Italia. Come riporta Il Sole 24 Ore, “era la sfidante di Renato Schifani alle regionali dell’autunno scorso e lamenta lo scarso o nullo sostegno del suo partito: sembra sia stato proprio Schifani il pontiere per il passaggio tra gli azzurri”. Secondo un parlamentare Pd in Transatlantico: “il rilievo e la storia nel partito (di Borghi) possono indurre interrogativi in altri”
Eurodeputata Caterina Chinnici lascia il PD
Era uscito dal Pd, prima di Borghi, anche l'ex capogruppo in Senato Andrea Marcucci, uomo molto vicino a Renzi e anima del gruppo dei liberali europei che parteciperà al processo di Federazione centrista in vista delle europee
Elly Schlein: i nomi della segreteria
La risposta indiretta gli addii si può leggere in un'intervista rilasciata nei giorni scorsi a Vogue. Schlein ha rivendicato "il metodo dell'ascolto anche delle opinioni diverse: ho sempre voluto che nella mia squadra ci fosse qualcuno che non la pensava come me - ha detto - che fosse un po' più conservatore, così da decidere con equilibrio". Come a dire: nel mio Pd c'è posto per tutti
Elly Schlein a Vogue: "Chiedo consigli a un'esperta di armocromia"
In realtà, però, ora il timore è che altri membri del Pd possano abbandonare il partito. Fra chi non ha più incarichi parlamentari, c’è l'ex ministro Giuseppe Fioroni. "Nella segreteria Schlein - ha detto Fioroni a L'Identità - i cattolici, i popolari e i liberal-democratici sono ospiti paganti, ma col tempo saranno sgraditi e anche ingombranti"

La deputata Marianna Madia che, insieme alla collega Lia Quartapelle ha organizzato un ciclo di seminari per "rispondere al vuoto del governo", ha presentato l'iniziativa con parole che hanno avuto il suono di un controcanto alla strategia di Schlein: "Al prossimo test elettorale - ha detto Madia - vinciamo non solo con il confronto tra leadership, non solo stando in piazza, non solo rispondendo con un governo ombra alle non proposte del governo" ma "guidando l'agenda politica”. Un altro campanello di un possibile addio

Fra i nomi che sono circolati dei pronti a lasciare c’è stato anche quello del deputato Piero De Luca che però ha smentito. In ogni caso Guido Bodrato sottolinea: “La decisione di Borghi, un popolare-democratico, fa riflettere…"

Altri europarlamentari a cui il Pd di Schlein sembra stare stretto sono Pina Picierno, vice di Stefano Bonaccini durante la campagna congressuale e poi esclusa dalla segreteria che ha commentato: "Quello che conta è che quel cambiamento evocato e necessario" non passi "attraverso il tentativo di cambiamento del partito solo per farlo meglio assomigliare alla propria identità”

Verso l’uscita sono dati anche l'ex sindaco di Milano Giuliano Pisapia, da sempre un iper garantista sui temi della giustizia, e il senatore Carlo Cottarelli, fortemente voluto in lista dall'ex segretario Enrico Letta e ora in fase di dialogo con Calenda