Enrico Borghi (Iv) a Sky TG24: “Sinistra radicale non ha speranze contro la destra"

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Il senatore, che ieri ha lasciato il Pd per entrare nel partito di Renzi nel Terzo Polo, è stato ospite a Start: “Il Partito democratico ha deciso di arroccarsi su posizioni identitarie che non consentono di diventare la maggioranza nel Paese". E difende la sua scelta: "Non capita tutti i giorni di vedere uno che esce da un partito al 20% per entrare in uno al 2%. Ma questa è la politica"

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Il senatore Enrico Borghi, eletto tra le file del Pd, ieri ha lasciato a sorpresa i dem per entrare in Italia Viva, a causa della “mutazione genetica” dovuta all’arrivo di Elly Schlein alla guida della segreteria. Subito dopo l’annuncio del cambio di casacca, il deputato Pd Marco Furfaro ha definito a Sky TG24 la scelta come “incomprensibile”. Ospite a Start, risponde lo stesso Borghi: “La vicenda politica di questi mesi è molto semplice. Da una parte abbiamo quella che definisco la ‘merkelizzazione’ della premier Giorgia Meloni, che cerca di sfondare sull’elettorato moderato e riflessivo. Dall’altra, il Pd ha deciso di arroccarsi su posizioni identitarie che non consentono di diventare la maggioranza nel Paese”.

"La sinistra radicale non può posizionarsi contro la destra"

Il posizionamento di “una sinistra massimalista e radicale”, continua Borghi, “non consente di posizionarsi contro la destra”. Questo significa però che “c’è uno spazio aperto nel mondo politico, uno spazio per gli elettori che non si sentono vicini né alla destra né alla sinistra. Questa realtà ha bisogno di un progetto, di un’idea e di persone che si mettano in condizione di servizio”, ha detto il senatore riferendosi al Terzo Polo. E difende la sua scelta: “Non capita tutti i giorni di vedere uno che esce da un partito al 20% per entrare in uno al 2%. Ma questa è la politica”.

Il Pd chiede le dimissioni di Borghi dal Copasir

Borghi era stato indicato dal Pd anche come componente del Copasir. C’è adesso chi chiede le sue dimissioni, come il presidente dei senatori dem Francesco Boccia: “Gli ho parlato e chiesto formalmente di lasciare il Copasir, perché in organismi come quello ci si sta in rappresentanza di un partito e non a titolo personale”. Borghi non sembra intenzionato ad accogliere l’invito: “Sto alle prerogative che la legge dispone, mi sorprende che a fronte della manifestazione di un disagi si sia posto un tema legato agli assetti”.

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"Mancata ratifica del Mes è un problema di credibilità"

Borghi ha poi parlato del fatto che l’Italia sia l’unico Paese europeo che non ha ancora approvato il Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. “È un problema di credibilità. La sensazione che si ha sentendo gli esponenti di governo è che dall’Europa vogliano prendere quello che piace e non il resto: vanno bene i soldi del Recovery per le infrastrutture ma non le riforme connesse. "È un gatto che si morde la coda - prosegue Borghi - se siamo in stagnazione economica è perché mancano le riforme che dovrebbero dare competitività al Paese. È difficile farlo con una destra quasi autarchica”, dice Borghi. E sottolinea come la sua nuova forza politica, parte del Terzo Polo, abbia presentato richiesta per la ratifica del Mes.

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